«Sono passati sedici mesi, a me sembrano diciassette anni». Così la premier Giorgia Meloni, ospite di Agorà su Rai3, ha raccontato questo senso di «morbosità» che avverte attorno alla sua vita privata e che «è un'altra cosa che non aiuta. Chiunque ha bisogno di avere una sua dimensione privata, di normalità che a me viene completamente tolta - ha spiegato Meloni -. Non so perché ci sia questa morbosità. Dal giorno in cui ho vinto le elezioni, il 25 settembre del 2022, ogni sabato e ogni domenica mi ritrovo sotto casa frotte di fotografi che mi seguono ovunque vada. Non è facile quando vivi nella casa del Grande Fratello. Non mi interessa più di tanto... Però oggettivamente non è facile». «Io ho scelto di fare politica, se avessi voluto partecipare al Grande Fratello avrei partecipato al Grande Fratello. Non so perché, ma mi si sta togliendo qualsiasi dimensione di normalità. Io invece - ha sottolineato la leader di FdI - sono una persona che non vuole rinunciare alla sua normalità. Ho sempre guardato con diffidenza ai politici che una volta acquisito il ruolo diventavano diversi da come erano prima. Sto lottando con tutta la mia volontà per rimanere esattamente la persona che ero prima e alla fine ci riuscirò, nonostante questa attenzione morbosa che vedo ogni giorno».
Lo scontro con De Luca
La premier poi torna sullo scontro con il governatore della Campania, Vincenzo De Luca: «Le sue parole sono riverberate dal tipico bullismo di chi alle spalle fa il gradasso e quando ti affronta non è più in grado di fare il gradasso: sono forme di bullismo che nascondono una forma di insicurezza. Di solito sono più comuni quando ci si rivolge alle donne, perché sono considerate deboli. Ma non penso che le donne siano deboli e l'ho voluto dimostrare. A me non frega assolutamente nulla di come mi chiamano, come si sa io preferisco che mi chiamino Giorgia. Il presidente o la presidente, il prefetto o la prefetta, il capotreno o la capatrena, è una questione di forma. Io pongo una questione di sostanza: si deve smettere di insultare le donne pensando che siano deboli. Noi deboli non siamo, ci sappiamo difendere, ci vogliamo difendere, chiediamo lo stesso rispetto che riconosciamo agli altri - ha aggiunto -. È una questione di sostanza questa, non è una questione di forma. Mi si può chiamare come si vuole ma non sono una persona che sta in silenzio quando viene insultata».
Meloni: la pace in Ucraina si costruisce con la deterrenza
«Al margine del summit del G7, ci sarà in Svizzera una prima conferenza di pace relativa alla questione ucraina. A differenza di quello che sento dire molto spesso, se si comincia a parlare di soluzioni diplomatiche al conflitto tra Russia e Ucraina è perché noi abbiamo sostenuto e aiutato a difendersi gli ucraini, che nell'invasione della Russia avevano una importante inferiorità numerica: quello che non si capisce è che la pace si costruisce con la deterrenza - ha detto Meloni -. Non c'è bisogno di sedersi a nessun tavolo di pace se qualcuno ha già invaso qualcun altro. Se i russi avessero invaso gli ucraini - ha continuato - noi oggi avremmo una guerra molto più vicina a casa nostra. Invece noi abbiamo aiutato gli ucraini a difendersi, questo ha creato un equilibrio tra le forze in campo e, se si può aprire un tavolo negoziale, è grazie a questo lavoro».
LEGGE BOSSI-FINI
«Mentre il Governo» sul tema dell'immigrazione illegale, «individuerà le necessarie soluzioni per il futuro, auspico che si faccia piena luce su quanto è avvenuto negli scorsi anni». Lo ha detto nel corso di un'informativa al Cdm, la premier Giorgia Meloni. «Con il Gruppo tecnico di lavoro - ha spiegato - noi abbiamo fatto una ricognizione solo sui due decreti flussi varati da noi, ma è ragionevole ritenere che le stesse degenerazioni si trascinassero da anni e mi stupisce che nessuno se ne sia reso conto. Noi modificheremo i tratti operativi che hanno portato a queste storture, e lo faremo nel rispetto del principio che ispirò la legge Bossi Fini che ha regolamentato il fenomeno in questi anni, cioè consentire l'ingresso in Italia solo a chi è titolare di un contratto di lavoro», ha concluso.
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