Luiz Inácio Lula da Silva e Gustavo Petro hanno proposto nuove elezioni presidenziali in Venezuela per uscire dalla crisi politica che il paese sta attraversando dopo le discusse le elezioni del 28 luglio. Durante un'intervista con Rádio T en Curitiba, Lula da Silva ha proposto due opzioni per superare la crisi venezuelana: la formazione di un governo di coalizione che integri sia i chavisti che gli oppositori, o la convocazione di nuove elezioni.
"Maduro ha sei mesi di mandato. Se opera con buon senso, potrebbe convocare nuove elezioni, formando un comitato elettorale con membri dell'opposizione e osservatori internazionali", ha detto Lula, il quale ha sottolineato giovedì che non riconosce ancora il proclamato trionfo di Maduro alle urne. Lula ha anche sottolineato che Maduro, "deve una spiegazione" al mondo intero su ciò che sta accadendo nel suo paese, e si è rammaricato che il risultato delle elezioni non abbia potuto essere verificato in modo indipendente. Tutto ciò in mezzo a una dura repressione da parte delle autorità contro i cittadini che protestano per denunciare la frode, e gli inviti di Maduro a catturare Machado e González per il loro appello alle forze armate a vigilare sul rispetto della legalità. Lula ha anche ammesso che la sua relazione con l'attuale presidente venezuelano, precedentemente buona, si è "deteriorata" a causa della "complicata" situazione politica nel paese sudamericano.
Anche il presidente colombiano Gustavo Petro ha proposto attraverso un suo messaggio in X nuove elezioni e un'alternativa simile al governo di coalizione, e si è detto favorevole alla “fine di tutte le sanzioni contro il Venezuela. Amnistia generale nazionale e internazionale. Garanzie totali all'azione politica. Governo di convivenza transitoria. Nuove elezioni libere".
Quanto al presidente degli Stati Uniti Joe Biden, in un primo momento ha assicurato che avrebbe sostenuto la convocazione di nuove elezioni in Venezuela, tuttavia, poi la Casa Bianca ha chiarito che aveva capito male la domanda di un giornalista, e che gli Stati Uniti continuano a sostenere la vittoria del candidato dell'opposizione Edmundo Gonzáles Urrutia.
La leader dell'opposizione venezuelana María Corina Machado, che ha promosso la candidatura di Edmundo González dopo che il chavismo le ha impedito di candidarsi, ha respinto la proposta di Lula e Petro. “I venezuelani hanno votato e vinto. La Sovranità Popolare è rispettata. Ora, con più forza che mai: Ci vediamo questo sabato 17 agosto in Venezuela e nel mondo", ha detto Machado sulle sue reti sociali. González Urrutia ha rivendicato il suo "trionfo indiscusso", sostenuto dai rapporti delle Nazioni Unite e del Centro Carter. E giovedì sera si è rivolto a Maduro chiedendogli di riconoscere i risultati elettorali e di aprirsi a una transizione pacifica: "Ci sta portando in un abisso economico e sociale", ha commentato.
Diversa la posizione del presidente messicano, Andrés Manuel López Obrador, che ha espresso il suo disaccordo con la proposta di Lula, affermando che non considera "prudente" chiedere nuove elezioni. “Vedremo cosa decide il tribunale. Non credo che sia saggio che un governo straniero, chiunque esso sia, intervenga in qualcosa che spetta ai venezuelani risolvere", ha dichiarato López Obrador nella sua conferenza mattutina. Amlo ha anche fatto sapere che non ha più discusso la questione con Lula o Petro dalla conversazione che hanno avuto il 1° agosto, ed ha ribadito che il Messico aspetterà la decisione del tribunale elettorale venezuelano e agirà con cautela. Anche se non riconosce la vittoria di Maduro, ha criticato quei governi e agenzie internazionali, come l'Organizzazione degli Stati Americani (OAS) e gli Stati Uniti, che hanno riconosciuto la vittoria dell'opposizione.
"Vogliamo mantenere buone relazioni con tutti i popoli. Non prendiamo posizione per l'uno o l'altro; l'unica cosa che chiediamo è che i risultati siano resi pubblici e che siano risolti in modo pacifico, senza violenza", ha concluso il presidente messicano.
La rielezione di Maduro per un terzo mandato è stata respinta dall'opposizione e messa in discussione da numerosi governi stranieri. E tre settimane dopo le elezioni, Caracas non ha pubblicato alcuna prova o verbale che dimostri che Maduro ha ottenuto più voti di Edmundo Gonzalez. Secondo il Consiglio Nazionale Elettorale, con il 96,87% dei verbali scrutinati, l’attuale presidente è stato rieletto con il 51,95% dei voti, mentre il suo rivale, González Urrutia, ha ottenuto il 43,18% del sostegno. Al contrario, l'opposizione ha pubblicato i verbali che ha raccolto nei centri elettorali che mostrano che González ha vinto con circa il 70% dei voti.
Brasile, Colombia e Messico guidano una coalizione di paesi governati dalla sinistra che cercano di approfittare della loro vicinanza al governo di Maduro per trovare una soluzione alla crisi in Venezuela. Finora, i tre paesi avevano mantenuto una posizione comune chiedendo la pubblicazione dei verbali elettorali, insistendo sul fatto che è responsabilità del Consiglio Nazionale Elettorale del Venezuela divulgare i risultati in modo trasparente. Con la proposta di Brasile e Colombia riguardante nuove elezioni il fronte unitario sembra incrinarsi.
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