CARA TOPISIA, carteggio tra Elvira Bonturi e Giacomo Puccini', curato da Maria Chiara Bertieri.
(Ed Ricordi).
Circa 450 documenti trascritti e commentati, per la maggioranza inediti, che raccontano, attraverso un lungo scambio epistolare, il rapporto tra Giacomo Puccini ed Elvira Bonturi, negli anni dal 1885 al 1907, da quando erano amanti fino ai primi anni da sposati.
E' quanto raccolto nel libro 'Cara Topisia. Il carteggio tra Elvira Bonturi e Giacomo Puccini', curato da Maria Chiara Bertieri, che sarà presentato oggi, all'auditorium Simonetta Puccini di Torre del Lago (Lucca).
'Cara Topisia' è la prima opera di un più ampio progetto in due tomi, che sarà completato nel 2025. Copre l'arco temporale in cui i due innamorati erano una coppia clandestina, ovvero quando Elvira era la moglie del commerciante lucchese Narciso Gemignani, il periodo in cui la loro relazione divenne conclamata ma non ufficiale, e poi i primi anni successivi al loro matrimonio, celebrato nel 1904, dopo la morte del marito di lei.
Costituita da lettere privatissime, questa corrispondenza getta luce sui diversi aspetti della loro unione: l'esaltazione erotica, la complicità, i problemi personali e professionali del compositore, i primi passi della carriera, le iniziali difficoltà economiche e il crescente successo, la quotidianità della vita familiare, le crisi di gelosia. Dalle lettere emerge in particolare l'estrema confidenza tra i due e la grande passione: Giacomo ed Elvira si desiderano e se lo dicono apertamente, con un linguaggio senza filtri. "Da queste lettere - spiega Patrizia Mavilla, direttrice della Fondazione Simonetta Puccini - emerge un rapporto diverso rispetto a quello che si conosce dalle loro biografie, emergono due innamorati presi da una grande passione. Lui la chiama 'Topisia mia' e lei ricambia e nelle lettere questa è un'espressione che torna spesso, c'è un linguaggio tutto loro". Il volume è edito da Ricordi, che nella collana dei Carteggi pubblica i documenti dei più importanti interlocutori pucciniani, conservati nell'archivio storico della Villa Museo e rimasti sino ad oggi in gran parte sconosciuti.
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