Qualche settimana fa abbiamo scritto un biglietto di congratulazioni al giovane pianista Filippo Gorini, oggi ventinovenne, dopo aver visto in tv la puntata del suo ciclo di incontri 'Ricercare sull'Arte della Fuga' (di Bach), nella quale parlava di musica con Alfred Brendel.
Gorini ha deciso di incontrare personalità del mondo dell'arte della cultura e della scienza per parlare con loro di musica e di Bach, a favor di telecamere. E le sue conversazioni sono ricche di interesse.
Ci colpì la profondità della questioni poste a Brendel , la accuratezza con cui poneva le medesime, la sua ricca e variegata formazione musicale e la cultura con la quale l'alimentava. Ed anche il suo eloquio in inglese perfetto che ce lo faceva, anche per questa ragione, più che invidiare ammirare. Gli manifestammo, insomma , la nostra ammirazione. Anche se non è raro imbattersi in musicisti italiani delle giovani generazioni che sono altrettanto preparati.
Naturalmente Gorini ha , parallelamente, una carriera pianistica di tutto rispetto, ha suonato per grandi istituzioni in Italia e all'estero, e, a maggio scorso, ha debuttato anche alla Scala.
Per tutte queste ragioni ci ha sorpreso la sua decisione di portare la musica per pianoforte, ed il pianoforte stesso in una cabina della funivia sopra Bolzano per offrire un breve concerto - giusto la durata del percorso in aria - ai pochissimi ospiti trasportati: quattro o cinque in tutto per volta. Questa iniziativa, di cui sinceramente non comprendiamo il senso. Lui l'ha chiamata Flying PIano - cioè a dire pianoforte in volo. L'iniziativa - come non è difficile immaginare, in un paese di analfabeti alla continua ricerca di stranezze - ha fatto felici gli organizzatori interessati soprattutto a riempire la cabina della funivia di escursionisti, alcuni dei quali forse si domanderanno : chi ve lo ha chiesto? Che è poi la stessa domanda che noi, a distanza, rivolgiamo a Gorini: perchè l'hai fatto?
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