Dopo il grande successo di qualche giorno fa per Manon di Puccini andata in scena al Teatro Antico di Taormina per la regia di Castiglione e trasmessa da Rai5, per Rai Cultura - un successo mai visto in tv: 29.000 telespettatori, share 0,2 - nessuno si aspettava che analogo successo, appena superiore, potesse toccare ad un'opera dall'Arena di Verona, popolarissima, come Aida di Verdi, e, nientepopodimeno, che con la presentazione di Luca Zingaretti, al quale Silvia Calandrelli e la sua illuminata équipe, affida da qualche tempo le sorti del melodramma in tv: 69.000 telespettatori, share 0,6.
E' evidente che questo stratosferico successo non ci può che far piacere, anche se naturalmente nei nostri desideri ci sono cifre e successi ancora più alti.
Rai Cultura non si vuol rendere conto che, per quanto tutta la sua programmazione musicale sia illuminata da una mente vulcanica e creativa come quella di Francesca Nesler, il melodramma così come si vede in teatro è IMPROPONIBILE in tv. Salvi casi rarissimi, dei veri e propri eventi legati al melodramma, e ma tali non perchè contrassegnati dalla presenza di star internazionali fra i protagonisti. Non basta più la sola star (all'Arena di Verona c'era nientemeno che Anna Netrebko).
Continuo a domandarmi perchè, nello stile 'Techetechetè' - od anche del recente 'MIXER' di Minoli, ritrasmesso per ammorbidire le richieste di proprietà del giornalista su alcuni suoi programmi - non possano rientrare i cinquanta e passa titoli delle sei serie di All'Opera!, trasmesse negli anni 1999-2004 e che ebbero un successo mai visto in tv; quasi sempre vicino al milione e qualche volta oltre. Semplicemente perchè le varie opere, con una saggia operazione di rimontaggio e snellimento, erano diventate, senza perdere nulla nella qualità e coerenza di racconto, 'a misura di tv'.
A riprenderle Rai Cultura non ci pensa affatto. Preferisce collezionare i successi degli ultimi due casi, nella logica di non scontentare nessuno, specie se la ripresa e messa in onda è sollecitata da politici attualmente in auge.
Ma forse proprio per questo la Calandrelli, di sinistra (?) si dice, protetta da Veltroni, gradita anche al Quirinale, resta al suo posto anche e nonostante i cambi di colore del Governo.
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