Caro Betta,
il suo silenzio di queste ultime settitmane- in verità che dura da tempo, da sempre - mi mette pensiero. Per il fatto che ogni giorno si infittiscono le notizie su un possibile sbarco della direttrice d'orchestra Beatrice Venezi, tanto cara al governo di destra, e scarsa per tutto il mondo musicale, nel teatro che Lei ha diretto da quando è andato via Giambrone ed è anche cambiato il colore politico dell'attuale amministrazione comunale.
Addirittura i suoi padrini politici, che in questo momento sono, oltre la madrina Giorgia, Sangiuliano e Schifani, attenti alle sorti culturali e musicali del paese come tutti sanno, la vorrebbero al suo posto, Betta, magari un gradino più sotto, come direttore artistico - carica che Lei, per competenza, somma a quella di sovrintendente.
In questi ultimi giorni, resisi conto i padrini della scarsa direttrice che la sua nomina alla direzione artistica sarebbe scandalosa ed immeritata, hanno pensato di mettere una toppa dirottandola verso la direzione 'musicale dell'orchestra'- toppa peggiore del buco. Perchè è proprio nella direzione che Beatrice Venei è scarsa, scarsissima, e dà il peggio di sè, e dove potrebbe fare danni irreparabili a meno che l'orchestra non le si rivolti contro - come Palermo sa già dalla Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana che l'ha protestata, mentre Schifani, noto musicologo, l'ha difesa per amore dell'arte musicale.
Per mascherare questo scandaloso commercio, la direttrice incapace ha tirato fuori il discorso della discontinuità con l'amministrazione precedente ( Leoluca Orlando), dimenticando che l'attuale di destra ( Lagalla) vuole confermare Betta, visti i risultati artistici ed amministrativi conseguiti.
Torno a Lei Betta. Nelle passate settimane si è detto di Lei che forse potrebbe sbarcare a Roma all'Accademia di Santa Cecilia dove fra breve si terranno le elezioni per la successione a dall'Ongaro che governa da due mandati e che nei nostri confronti ha usato il pugno duro, a dimostrazione della sua debolezza dopo che noi abbiamo rivelato dalle pagine di Music@ i suoi intrallazzi in Rai per arrivare a Santa Cecilia e per questo ci ha citato in tribunale, dove siamo stati completamente assolti.
Moi, da nostro particolare ed interessato punto di vista saremmo felici che Lei prendesse il posto di dall'Ongaro ed agisse anche nei nostro confronti seguendo le più elementari regole del vivere civile , fra le quali c'è anche il diritto da parte di un giornalista di criticare chi governa nel suo settore. Dunque auguri per Roma.
E, se invece, decidesse di restare a presidiare il Teatro Massimo, anche quando le mettessero a fianco la scarsa direttrice, allora vogliamo raccontarle brevissimamente una storia per potrebbe esserle di insegnamento.
Noi - la storia ci riguarda personalmente - per un anno curammo la direzione artistica del Festival delle Nazioni di Città di Castello, candidati da Salvatore Sciarrino che ci propose al CdA del Festival.
Alla fine di quel festival che andò magnificamente- vennero anche i siciliani 'barocchi' per il Vespro della B.Vergine di Monteverdi (1610), il CdA, mostrò il suo vero volto. Era stato completamente estromesso dalla direzione artistica, e privato di ogni incidenza nella gestione dei piccoli affari che ruotavano attorno al festival e con i quali si assicuravano il sostegno della cittadinanza.
Noi avevano resistito ai numerosi attacchi epliciti o velati del Cda, perchè avevamo dalla nostra parte il presidente del Cda che era il prof. Fontana della LUISS.
Finita quell'edizione il CdA ufficialmente non ci disse di andar via. Andammo via noi, E sa perchè caro Betta, semplicemente perchè con quella edizione Fontana aveva deciso di lasciare Città di Castello, per cui nelle edizioni successive, qualora fossimo rimasti avremmo dovuto fare il doppio se non il triplo del lavoro per sventare le manovre meschine dei restanti membri del CdA, che ancora oggi, dopo vent'anni sono ancora lì, sempre gli stessi, anche dopo che è cambiato per la seconda volta il presidente.
Ecco, se Lei restasse a Palermo, avendo la scarsa direttrice come direttore musicale dell'orchestra, sarebbe in tanti casi addirittura costretto a difenderne l'operato e, soprattutto, a chiudere gli occhi di fronte al progressivo degrado artistico dell'orchestra che non solo è possibile, ma è certo.
Per questo ci permettiamo di consigliarle di lasciare il Massimo qualora Sangiuliano e Schifani, anche contro Lagalla, riuscissero a rifilarle la scarsa direttrice al Teatro Massimo.
Con tanti saluti ed auguri
Pietro Acquafredda
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