lunedì 6 febbraio 2023

Satyricon di Maderna alla Fenice, oggi. Questo ha scritto il Corriere della Sera

Leggendo ciò che ha scritto oggi sul Corriere Enrico Girardi, non sapevamo se ridere o  adirarci per l'approssimazione e  le numerose incongruenze del testo. A cominciare dal titolo, che riprende un passaggio del testo, che parla di 'riscoperta' del 'gioiello' di Maderna.

 Girardi  lo vorrebbe più rappresentato, non sapendo che oggi viene rappresentato abbastanza, specialmente in occasione di anniversari ( come per i 50 anni dalla morte di Maderna e dal debutto di Satyricon,1973). Dunque di riscoperta recente o addirittura odierna non si tratta, e soprattutto non si tratta neanche di 'gioiello', come ritiene Girardi, in ragione del suo contenuto sempre attuale (da Petronio) e soprattutto per la musica che, nonostante i 50 anni dal debutto, 'suona molto più moderna di tantissima parte di ciò che si è composto poi'.

L'apprezzamento di Girardi non trova concorde Boulez che ha mosso alla musica di Maderna, al Maderna compositore per essere più chiari, critiche poco lusinghiere per non dire distruttrici.

 E del resto anche Girardi non può tacere di alcuni elementi che costituiscono un problema formale grandissimo della produzione di Maderna, che  si arrischia a mutare in  pregio: 'Maderna voleva che l'ordine dei singoli segmenti dell'opera fosse aleatorio per sottolineare come l'insieme non risulta da una prefissata successione delle parti ma dal loro caotico accumularsi'.

 Infine, e qui viene il comico, non una cosa sola ha soddisfatto il sofisticato palato del critico del Corriere, che ha comunque (come ha fatto?) gustato il 'gioiello' maderniano. L'edizione della Fenice 'non era la migliore possibile', espressione elegante per non dire che era 'scadente'. Il direttore è stato fin troppo corretto  ed educato in relazione alla 'ribollente partitura'; accanto al protagonista, Marcello Nardis, ineccepibile,  'non c'era un cast da mille e una notte' ( l'accenno alla notte in ragione della Cena di Trimalcione narrata da Petronio?); la regia non  ha saputo ridar vita 'alla fisicità, allo smaccato materismo di questo puzzle di situazioni teatrali', 'fidando su una squadra di mimi, alla lunga fastidioso'.

 E tuttavia Girardi s'è goduto il suo 'gioiello'.  

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