BRUXELLES. Avviare i negoziati per l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea. Il Parlamento europeo sfida Mosca e mette pressione ai governi dell’Ue, con una risoluzione non legislativa ma carica di significati politici approvata dall’Aula riunita a Bruxelles a larga maggioranza (489 voti favorevoli, 36 contrari e 49 astensioni). «Il futuro dell’Ucraina è nell’Ue», il messaggio mandato dagli europarlamentari, soprattutto nei confronti della repubblica russa. Non si intende lasciare il Paese alle mire espansionistiche di Vladimir Putin, e in tal senso si fa pressione anche sui 27 Stati membri dell’Ue, a cui si chiede di «adoperarsi per l'avvio dei negoziati di adesione e a sostenere una tabella di marcia che delinei le prossime tappe per consentire l'adesione dell'Ucraina al mercato unico dell'Ue».
Il voto dalla valenza politica si inserisce in un’agenda che vede la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, impegnati nel summit bilaterale Ue-Ucraina. A Kiev, col presidente Volodymir Zelensky, domani si parlerà, tra le altre cose, anche del processo di adesione della repubblica dell’est nel club a dodici stelle. I due leader Ue possono sedersi al tavolo forti del sostegno della terza istituzione comunitaria, offrendo qualcosa di solido e concreto al partner.
L’allargamento però è un processo che richiede il consenso unanime degli Stati membri dell’Ue. I capi di Stato e di governo si ritroveranno a Bruxelles la prossima settimana (9 e 10 febbraio), e non potranno ignorare il voto d’Aula. Gli stessi leader hanno del resto concesso all’Ucraina lo status di Paese candidato (assieme alla Moldova) in occasione del vertice del Consiglio europeo dello scorso giugno, e a distanza di sei mesi si chiede di iniziare l’iter. Gli europarlamentari comunque non sono disposti ad assegni in bianco, tanto è vero che nel testo esortano l’Ucraina ad aiutarsi lavorando per l'adozione e l'attuazione delle riforme «pertinenti» e l'adempimento delle riforme e dei criteri di adesione dell'Ue, perché alla fine, al netto di sponde, «l'adesione rimane un processo meritocratico». È questo un passaggio chiave della risoluzione, che serve a cercare di compattare i governi attorno a questa iniziativa. Che non si limita alla sola apertura dei processi di adesione.
L’Aula esorta i capi di Stato e di governo dell’Ue anche a «potenziare e ad accelerare la loro assistenza militare all'Ucraina, in particolare la fornitura di armi», e approvare il decimo di pacchetto di sanzioni contro la Russia. L’europarlamento accetta la sfida lanciata da Mosca e si dichiara favorevole a continuare a rispondere. In attesa delle mosse in Consiglio.
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