L'eloquio, il fraseggio, i termini di Lucia Annunziata, giornalista acuta ed informata, in tv, non sono certamente dei migliori, e ad un esame linguistico difficilmente passerebbe con la piena sufficienza dal punto di vista della lingua, meglio per i contenuti.
Ora però va ad aggiungersi a tali pecche, un modo di indicare l'anno in corso, quelli precedenti e seguenti dove compare nelle prime due cifre il numero venti, assolutamente errato, fuori luogo, inascoltabile, e perciò Lei va sanzionata.
In queste ore, nella sua consueta trasmissione su Rai 3 - 'Mezz'ora in più' - la si è ascoltata dire almeno una decina di volte - e la trasmissione non è ancora finita, quindi lo farà ancora - nonostante i suoi interlocutori non si siano mai adeguati alla sua usanza barbara: venti venti, venti ventidue, venti ventitre ed anche, andando avanti, venti trenta, per indicare gli anni 2020, 2022, 2023, 2030.
Ian Bremmer, politologo americano ( il suo traduttore italiano), Ferruccio De Bortoli, Massimo Giannini, Alessandro Giuli, hanno tutti indistintamente e più di una volta chiamato l'anno in corso e gli altri come si deve e come la Annunziata, non ha mai fatto, anche in passato, fa e continuerà a fare se nessuno la ferma prima: e cioè duemilaventidue, duemilaventitre.
Come fermarla? Con una multa, che andrebbe estesa ad altri analfabeti modaioli che in tv, a differenza della Annunziata che l'italiano 'suo' lo conosce, non sanno parlare in italiano e presumono di poter introdurre modi di dire che la lingua boccia.
Lucia Annunziata, anche per effetto della multa, cominci a rigar dritta almeno Lei, e a pronunciare questi bistrattati anni Venti ( Duemila) come dio comanda: Duemilaventidue, Duemilaventitre.
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