L'altro ieri siamo andati a rileggerci la cosiddetta 'Legge Madia' del 2015, riguardante il pubblico impiego, dove è scritto che il titolare di pensione, in età di pensione, non può avere un incarico fisso in una istituzione pubblica (o in quelle che fanno conto del finanziamento pubblico) per più di un anno e, comunque, senza compenso.
Dunque se ai vertici di molte istituzioni, come ad esempio, le Fondazioni liriche italiane, si mettessero tutti pensionati, per un anno almeno, lo Stato risparmierebbe alcuni milioni di stipendio. Qualche caso c'è già (Trieste, con il sovrintendente Polo).
Ma risparmia anche, lo Stato s'intende, quando ai vertici viene cassata una delle figure apicali, ammesso naturalmente che chi svolge i due ruoli ( sovrintendenza e direzione artistica) non si attribuisca il doppio stipendio, che comunque non può superare i 240.000 Euro complessivi.
In molte istituzione tale semplificazione, utile o dannosa, è già in atto, salvo poi rilevare che ad affiancare il sovrintendente-direttore artistico c'è una segreteria 'artistica' affollatissima (come nel caso dell'Accademia di Santa Cecilia, che poi ha anche un 'direttore musicale', Pappano, che, per tale suo ruolo, come anche per ogni concerto che dirige in stagione o in tournée, non lavora certo gratis).
Più che al risparmio, tale parziale decapitazione al vertice sembra dettata dal fastidio che il sovrintendente, che si picca di capire di musica ( circostanza purtroppo frequente) nutre verso il suo alter ego consulente musicale. Ieri scrivevamo che all'Opera di Roma si sta riflettendo sulla opportunità che Alessio Vlad rimanga a fare il direttore artistico, essendoci già un direttore musicale ed un sovrintendente che vuole decidere tutto lui anche di musica di cui dubitiamo che capisca a dovere.
Nei mesi passati si è fatto notare come in Italia abbiano ottenuto incarichi dirigenziali note personalità straniere che nei loro paesi non potevano più ottenerne, perché pensionati. Forse perchè non hanno pensioni in Italia, benché l'età della pensione ce l'abbiamo sia nei loro paesi che in Italia?
E' questo l'escamotage cui si è ricorsi, complici cavilli di legge, per affidare incarichi a Lissner come a Pereira? Mentre, se fossero italiani e pensionati italiani, potrebbero svolgere quei ruoli per un anno solo e senza stipendio? e solo con un rimborso spese che, ahimè, essendo molti di loro abituati troppo male per gli agi di cui hanno goduto in passato in Italia ( si è scritto tante volte senza essere mai smentiti che Lissner alla Scala, costava, complessivamente, all'incirca 1.000.000 di Euro all'anno) potrebbe anche essere superiore al compenso massimo consentito?
Insomma, tanto per esser chiari, sarebbe interessante sapere quanto costa a Napoli il sovrintendente Lissner, pensionato in Francia e supermanager in Italia. Il sindaco, Manfredi, succeduto a De Magistris che lo chiamò, dovrebbe rendere noto il suo costo, perchè si tratta di soldi pubblici.
Nessun commento:
Posta un commento