martedì 22 febbraio 2022

A proposito della villa veneta acquistata dal prof. Crisanti


Non  abbiamo capito, in tutta sincerità, le polemiche attorno all'acquisto di una suntuosa villa veneta da parte del professore dell'Università di Padova, Crisanti, del valore intorno ai 2 milioni di Euro, pagata con l'accensione di un mutuo - come ha dichiarato, quasi a  doversi giustificare il noto acquirente. 

 Quel qualche fondamento che detta polemica aveva nella testa dei più, e cioè che il professore, star tv causa Covid, si sarebbe arricchito con le  quasi quotidiane apparizioni tv, e con i soldi guadagnati a spese del virus avrebbe comprato la storica villa, ha perso ogni consistenza quando il professore ha dichiarato che le sue apparizioni tv erano gratuite.

 Ma allora chissà in quale altro modo ha guadagnato (?) tutti quei soldi - hanno ripiegato i malpensanti. Pronta la risposta del professore. Io lavoro da molti anni, conduco una vita lontana dal lusso e dagli sprechi, e  mia moglie, medico, è capo dipartimento di un ospedale londinese. Dunque una famiglia di professionisti con incarichi apicali, che qualche soldo nel corso della lunga vita lavorativa deve averlo guadagnato. Dunque zitti e mosca! I ladri cercateli altrove, dove sapete.

Sull'architetto che ha disegnato la villa vorremo ricondurre il discorso; ci sembra più interessante, nonostante che su di esso nessuno della nomenclatura culturale italiana abbia inteso soffermarsi.

 Si è detto Villa 'Palladiana', subito smentita. Non sappaimao se il professore o chi per lui, ha invece specificato che la villa è attribuita a Scamozzi. E siccome Scamozzi architetto in un paese di analfabeti non dice nulla a nessuno, il suo nome è stato lasciato cadere nel silenzio. 

 E invece Vincenzo Scamozzi, architetto, è anche il famoso inventore della scena lignea fissa del meraviglioso Teatro Olimpico di Vicenza; alla cui costruzione, iniziata nello stesso anno in cui Palladio che l'aveva progettato senza essere riuscito a produrre il progetto esecutivo e dettagliato, morì,   Scamozzi sembra aver prestato la sua collaborazione al figlio del  più celebre maestro.

 Dunque Scamozzi non è un architetto vissuto all'epoca del più famoso Palladio, ma uno altrettanto famoso architetto: basterebbe quel capolavoro della scena fissa dell'Olimpico che avrebbe dovuto riprodurre la città di Tebe, teatro della rappresentazione inaugurale  per farcelo apparire in tutta la sua grandezza.

Aggiungiamo solo che  il teatro venne inaugurato il 3 marzo 1585 con la rappresentazione dell'Edipo re di Sofocle e i cori di Andrea Gabrieli

















 

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