sabato 19 febbraio 2022

Lo Russo e Meyer. Un sindaco nel pallone (Torino) , e un sovrintendente (Milano) fuori dal mondo

Riferisce La Stampa, il quotidiano diretto da Giannini, che il sindaco di Torino, Lo Russo, eletto dalla sinistra mesi fa, dunque da tempo, non  ha ancora provveduto a (far) nominare il sovrintendente del teatro Regio, dopo che il predecessore, cioè Rosanna Purchia, terminato il suo mandato di 'commissaria', l'ha voluta al Comune come assessore.

 E non vi ha ancora provveduto anche perché la sua assessora, Purchia, ha sostenuto la promozione a sovrintendente, del direttore generale del teatro, Guido Mulé, fratello di Giorgio, sottosegretario agli Interni ed ex giornalista.  Non vi ha provveduto Lo Russo perché non ha condiviso, assieme ad altri, tale promozione, facendo anche intendere che Guido Mulè, commercialista di professione, al termine del suo contratto, il 31 marzo, dovrebbe lasciare il teatro.

 E allora quanto tempo ancora il teatro dovrebbe fare a meno del suo vertice?

 Non si sa. Intanto Lo Russo, che del teatro è Presidente del CdI ( consiglio di Indirizzo, come si chiama ora il vecchio CdA, cui formalmente spetta la nomina, sancita poi con decreto dal ministro Franceschini) ha avviato una 'chiamata' internazionale, non un 'bando'.

 Spiegando che la chiamata consente ai candidati di rimanere senza volto, anonimi, a differenza del bando  che prevede che siano resi noti pubblicamente i loro nomi. Ha spiegato così la scelta: molti candidati, specie quelli di nome, se bocciati, non vogliono che si sappia in giro, per non rovinare la loro reputazione (ma anche quella della commissione giudicatrice, che verrebbe giustamente 'sputtanata'- aggiungiamo noi). 

Ciò che però c'è di  ancora più vergognoso in tale 'chiamata' e che la disciplina che la regola, prevede che il candidato prescelto debba avere già esperienza in tale campo; mentre, un articolo seguente della medesima disciplina, contraddicendo il precedente, afferma che non c'è bisogno che  l'abbia. E se nessun candidato sarà ritenuto all'altezza, allora il CdI procederà alla nomina,. fregandosene bellamente della 'chiamata'.

 Insomma occorrerà ancora attendere  per avere il nuovo sovrintendente del Teatro Regio di Torino, augurandosi che nel frattempo il sindaco si chiarisca le idee e proceda considerando la professionalità del candidato e la trasparenza dell'operazione. 'Poi si parlerà del compenso' - termina la 'chiamata'.

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Se Torino piange Milano non ride. Milano, il teatro alla Scala, un sovrintendente ce l'ha, Dominique Meyer ( non abbiamo ancora capito come si pronuncia il suo cognome: francese o  tedesco!) che però, alla luce degli ultimi fatti, sembra vivere fuori dal mondo,pur abitando da tempo a Milano.

 La repubblica quotidiano, riferiva l'altro ieri di una presa di posizione durissima del personale scaligero nei confronti di una eventuale tournée del teatro che avrebbe dovuto toccato anche l'Egitto. Per chiara e forte protesta contro  quel governo che ha torturato ed ucciso barbaramente il nostro studente/ricercatore Giulio Regeni, nel 2016. E che ad oggi, nonostante le insistenti richieste della nostra magistratura, non ha voluto consegnare alla giustizia italiana, per sottoporli a processo, i quattro ufficiali, esecutori materiali del barbaro omicidio.

 Il sovrintendente prima ha detto che non era prevista  nessuna tournée in Egitto, poi all'indomani, incalzato dagli scaligeri che avevano avuto, al contrario, notizia del progetto di una  simile tournée, ha ammesso che c'era una proposta, alla quale, dopo la protesta dei suoi dipendenti, non darà seguito.

 Ma ciò che  fa più scalpore e certamente non fa onore al sovrintendente Meyer è la sua incomprensibile dichiarazione: non sapevo nulla del caso Regeni. Meyer vive in un altro mondo, pur abitando a Milano, dove su Palazzo Marino da mesi e mesi c'è uno striscione che reca la scritta: Verità su Giulio Regeni.

 Lui quello striscione non lo ha visto, e quand'anche lo avesse visto - salvo che la sua vista non sia del tutto obnubilata (noi temiamo che obnubilata non sia la vista, bensì la sua intelligenza) - non si è mai chiesto chi fosse quel Regeni e perchè il sindaco desse a tale Regeni tanto peso.

 Non vi sembra che la 'toppa' messa da Meyer ( non sapeva del caso Regeni) sia ancora più grave del buco (  prendere in considerazione una tournée nel paese dei torturatori del giovane ricercatore).

 Meyer - diciamo come stanno le cose, chiamandole con i loro nomi -  ha fatto la classica figura dell'idiota (o, se si preferisce, del 'furbetto', che pensa di avere a che fare con un paese di idioti) inammissibile per uno che ha la responsabilità, in Italia, del più importante teatro d'opera del mondo. 

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