Nel carcere di Opera è stato impiantato un laboratorio di liuteria e falegnameria. Con la collaborazione di celebri maestri di Cremona, da dieci anni si producono violini di pregio, alcuni dei quali finiscono ai ragazzi non abbienti e ai giovani rom del Conservatorio di Milano.
La novità, ma soprattutto l’emozione è che perfezionando l’esempio della gran croce itinerante e dei presepi, pure costruiti l’anno scorso con le assi dei barconi che hanno fatto naufragio a Lampedusa, i laboratori hanno ridato vita a quei legni e realizzato un violino: il Violino del Mare, un oggetto o meglio una creatura che tiene insieme e mette in comunicazione orizzonti, opere e atmosfere apparentemente lontanissime, il suono struggente delle onde e quello delle note, il lavoro ben fatto e la sapienza della tecnica, la speranza e la paura della traversata, la salsedine e la vernice scrostata, la morte e la vita che si rigenera, appunto, attingendo a qualcosa che sta fuori e dentro di essa.
E' stato donato a papa Francesco. Nicola Piovani ha composto in suo onore una breve melodia.
Nessun commento:
Posta un commento