Non c’è nessuna ragione per non vaccinare adolescenti e i giovani sotto i 30 anni. Nel piano vaccinale questa popolazione è definita il secondo pilastro. Dopo aver messo in sicurezza la maggior parte dei vulnerabili sopra i 60 anni - e purtroppo una quota fra loro non hanno ancora preso appuntamento, non si sa per difficoltà logistiche o mancanza di volontà a farlo - è fondamentale proteggere adolescenti e giovani altrimenti il virus non verrà mai messo completamente al tappeto”. Il Corriere della Sera intervista Guido Rasi, microbiologo, fino a novembre 2020 a capo dell’agenzia per i medicinali Ema e da marzo 2021 consulente del commissario per l’emergenza Figliuolo.
”È la fascia di popolazione socialmente più attiva, quella che si muove molto, soprattutto in estate. In pratica, senza volerli colpevolizzare, i ragazzi sono i naturali diffusori, dunque è bene evitare che si infettino, tenendo anche conto che calerà l’attenzione sull’uso della mascherina e il distanziamento - ha aggiunto - Attualmente negli ospedali in percentuale sono aumentati i ricoveri di pazienti giovani. I contagi sotto i 18 anni sono il 23% del totale. Sotto i 30 anni il Covid è asintomatico o lieve ma i casi gravi esistono. In conclusione, che ragione c’è di correre un rischio anche minimo di fronte alla disponibilità di vaccini sicuri?”.
“Il nesso causale non è stato dimostrato. - continua - È bene che per i nuovi vaccini ci sia una sorveglianza stretta e che si guardi con attenzione a qualsiasi fenomeno non spiegabile. Le miocarditi, l’infiammazione del muscolo cardiaco, oltre che rare sono benigne e guariscono con le terapie”, spiega Rasi. E per la fertilità dice: “Si può essere tranquilli. Non c’è alcun legame con le vaccinazioni, inclusa l’anti Covid”.
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