giovedì 24 giugno 2021

Draghi e tutta l'Europa contro Orban. Che dicono, in proposito, gli orfani inconsoabili di Conte? ( Quotidiano.Net)

 Guarda che questo trattato, sottoscritto anche dall'Ungheria, è lo stesso che nomina la Commissione guardiana del trattato stesso. Spetta alla Commissione stabilire se l'Ungheria viola o no il Trattato". Il presidente del Consiglio Mario Draghi non lascia spazio a dubbi nel suo intervento al Consiglio europeo sul tema dei diritti Lgbt. Il destinatario era il premier ungherese, Viktor Orban, promotore della recente, controversa legge accusata di essere omofoba. Sull'argomento c'è stata "una discussione approfondita e a tratti anche emotiva", secondo quanto riferiscono fonti del Consiglio. Ma c'è di più: 17 leader - tra questi la cancelliera Merkel, il premier Draghi ed il presidente francese Macron - hanno recapitato una lettera-denuncia in difesa dei diritti Lgbt ai vertici delle istituzioni Ue.

L'articolo 2 del Trattato Ue

Nel suo intervento al vertice Ue, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha ricordato al premier ungherese, Viktor Orban, che l'Articolo 2 del Trattato Ue è lì per un motivo: l'Europa ha una storia antica di oppressione dei diritti umani. Secondo l'articolo 2, l'Unione europea "si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze". Questi valori, prosegue l'articolo, "sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini". 


Il presidente del Consiglio europeo

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, "ha ricordato che valori come la libertà, la tolleranza e la dignità umana sono al centro dell'Unione europea", e ha sostenuto che "era fondamentale che i 27 leader si confrontassero sulla questione con franchezza". Molti leader, riferiscono ancora le fonti, "hanno espresso preoccupazione per la legge ungherese che riguarda i diritti Lgbt e il fatto che sembra portare pregiudizio a un'Unione di valori". Nel dibattito, precisano le fonti, "è stata data al primo ministro ungherese la possibilità di ascoltare queste preoccupazioni e di rispondere alle loro opinioni". Il presidente del Consiglio europeo ha concluso il dibattito ricordando il primato del diritto europeo e facendo riferimento "ai passi formali che la Commissione sta intraprendendo quale guardiana del Trattato" nei confronti dell'Ungheria. 


Il premier olandese: "Perché non lasci la Ue?" 

Così il premier olandese, Mark Rutte, si sarebbe rivolto all'omologo ungherese, Viktor Orban. Secondo quanto apprende l'AGI da fonti diplomatiche europee, il premier olandese avrebbe evocato l'articolo 50, già attivato dal Regno Unito dopo la Brexit. Anche il lussemburghese Xavier Bettel è furibondo. Lui - che nel 2015 si è unito in matrimonio con l'architetto Gauthier Destenay diventando il primo leader europeo a sposare un partner dello stesso sesso, e da sempre è in prima linea nella difesa dei diritti Lgbti - davanti alle tv parla della sua esperienza personale. "Accettare di essere gay è stata la cosa più difficile della mia vita - ammette -. Sentire che forse è perché ho guardato qualcosa in tv quando ero più giovane è inaccettabile. Mescolare pedofilia, pornografia e omosessualità è inaccettabile".

 

Proprio Bettel è stato tra l'altro il promotore della lettera-denuncia dei 17 leader, firmata anche da Draghi, che in vista della giornata dell'orgoglio Lgbt, il 28 giugno, e alla luce delle minacce contro i diritti fondamentali "ed in particolare il principio di non discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale, esprime l'attaccamento ai valori comuni fondamentali". Il belga De Croo, arrivato con la spilla arcobaleno appuntata sulla giacca, definisce la norma magiara "stupida". "I Paesi non possono ricevere il denaro Ue ignorandone le regole", mette in guardia. E poi ancora l'austriaco Kurz: "Nella Ue non c'è spazio per l'odio, la discriminazione o l'intolleranza". Mentre Emmenuel Macron invita a "non mostrare alcuna debolezza nel condannare". Nessuno tra i 27 si schiera a favore di Orban. Neppure il polacco Morawiecki. Solo Salvini parla di "intromissioni". 


La posizione di Orban

 Quella ungherese "non è una legge contro gli omosessuali. È in difesa dei genitori e dei bambini", - dice le stesse cose di Salvini, ndr - ha detto il premier ungherese. Il suo Paese ora corre incontro ad una procedura di infrazione, dopo la missiva fatta recapitare a Budapest direttamente dalla presidente Ursula Von der Leyen. Vi si ravvisano "diverse violazioni delle direttive sui servizi dei media audio-visivi, dell'e-commerce" e soprattutto "della Carta dei diritti fondamentali". La scadenza per una risposta è fissata per fine giugno. 

 Orban si fa scivolare addosso anche la condanna del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, cercando di convincere che è tutta una montatura. "Bisogna leggere prima di criticare", contrattacca. E sfidando mezzo mondo, che in questi giorni ha protestato ammantato dei colori arcobaleno, annuncia che non ci sarà nessuna retromarcia. "La legge è già in vigore", scandisce, mentre i media di Stato a Budapest hanno già iniziato a diffondere la narrativa di una macchinazione montata dal filantropo americano di origini ungheresi Soros.

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