domenica 20 giugno 2021

Michele Mariotti sarà il nuovo direttore musicale dell'Opera di Roma dalla stagione 2022-23. Oltre la notizia, i 'pipponi' del direttore nominato, della sindaca Raggi e del sovrintendente Fuortes ( da connessiallopera.it)

 Il sovrintendente Carlo Fuortes ha nominato il maestro Michele Mariotti direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma. L’incarico, che inizierà il 1° novembre 2022, prevede una durata di quattro anni e la direzione di almeno tre titoli d’opera per ogni stagione. L’incarico viene conferito dopo le importanti collaborazioni tra il maestro Mariotti e il Lirico romano: Idomeneo re di Creta di Mozart del novembre 2019, alcuni concerti sinfonici, tra cui quello in occasione della riapertura del Teatro, fino alla rappresentazione in forma di concerto di Luisa Miller di Verdi, nell’aprile scorso. Il maestro Daniele Gatti terminerà il suo impegno con il Teatro il 31 dicembre 2021 alla scadenza del suo contratto.

“Diamo il benvenuto al maestro Michele Mariotti, che sarà il nuovo direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma: un incarico di spessore, che saprà ricoprire con il talento e la preparazione che lo contraddistinguono, interpretando le nuove modalità espressive dello spirito creativo e tenace del Costanzi e dei suoi artisti. Un ringraziamento speciale va al maestro Daniele Gatti per i successi di questi anni, come l’importantissimo riconoscimento del Premio Abbiati tributato al Barbiere di Siviglia, ritenuto il miglior spettacolo del 2020″ ha dichiarato il  sindaco di Roma Virginia Raggi, presidente della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma.

“Sono felicissimo che Michele Mariotti abbia accolto la proposta di divenire il nuovo direttore musicale del nostro Teatro. Il maestro Mariotti è senz’altro il direttore d’orchestra italiano di maggior talento della sua generazione. Il suo curriculum, nazionale e internazionale, ne è una prova evidente. Sono certo che potrà portare l’orchestra del Teatro verso nuovi e prestigiosi traguardi. Condivido con il maestro Mariotti la stessa idea di teatro d’opera: un luogo, oltre che di grande musica e spettacolo, di innovazione e sperimentazione, di incontro e dialogo interdisciplinare, di crescita culturale e sociale. Un teatro come bene pubblico al servizio della collettività. Un luogo vivo della città che sia capace non solo di intrattenere, ma anche di rappresentare il mondo attuale, con gli interrogativi e le contraddizioni del presente, e di immaginare il tempo futuro, come spesso la grande arte riesce a fare. Ringrazio moltissimo il maestro Daniele Gatti per lo straordinario lavoro fatto insieme in questi anni che rimarrà certamente nella storia di questo Teatro” ha affermato il sovrintendente del Teatro dell’Opera Carlo Fuortes.

“Accolgo con gioia la direzione musicale dell’Opera di Roma, ma soprattutto con un forte senso di responsabilità: vorrei un teatro sempre più specchio della nostra società attuale. Siamo tutti cambiati. Lo strano e drammatico periodo che abbiamo vissuto a causa della pandemia ha modificato profondamente sia le nostre abitudini di singoli, sia il nostro vivere insieme. Ci siamo abituati a sperimentare, a far musica nelle condizioni più impensabili, ad ascoltarci in modo diverso: vorrei che questa nuova apertura si riflettesse sulla nostra curiosità, e si trasformasse in desiderio di ricerca e in volontà di provare strade nuove. Per questo vorrei proporre repertori che riflettano questa visione e collaborare con registi pronti a declinarla teatralmente. Oggi le cronache riportano violenze di ogni tipo, specie sui più deboli. Il fanatismo uccide chi non accetta un matrimonio combinato o una religione imposta, anche nel nostro Paese. Il teatro musicale racconta tutto questo da molto tempo. Vorrei quindi riflettere sul nostro presente attraverso titoli come Dialogues des Carmélites di Poulenc, dove il fanatismo non è religioso ma politico. O con storie di sopraffazione come Suor Angelica di Puccini, Il castello del Duca Barbablù di Bartók e Il prigioniero di Dallapiccola. Senza dimenticare che si può e si deve riflettere anche attraverso il divertimento e l’ironia, come ci suggeriscono l’Heure espagnole di Ravel o Gianni Schicchi di Puccini. Vorrei aprire e aprirmi a un repertorio internazionale, perché i nostri teatri sono chiamati a svolgere una missione culturale importante, alla quale oggi non si può e non si deve rinunciare, ripiegando su ciò che è già noto e collaudato, o in ciò che garantisce un successo immediato. Noi artisti siamo chiamati a una missione di servizio pubblico. Non vedo l’ora di iniziare a svolgerla in questo prestigioso teatro e in questa meravigliosa città. Ringrazio la presidente della Fondazione e sindaco di Roma Virginia Raggi e il sovrintendente Carlo Fuortes per la fiducia” ha dichiarato il maestro Michele Mariotti.


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