Dalle pagine dei rispettivi giornali si fanno la guerra in nome di Conte Giuseppi; per la sua salvezza si dà da fare Travaglio, ormai scompostamente, per la definitiva condanna di Conte e del suo governo si adopera Minzolini, il quale naturalmente difende a spada tratta Draghi, un gigante, al cui confronto Conte non è che un nano. E ambedue se le danno di santa ragione ogni giorno, l'uno attacca, l'altro smonta le accuse, e se attacca Travaglio, Minzolini gli risponde per le rime.
Una soluzione ci sarebbe a questo gioco da salotto di signore annoiate, ammesso che i due ed i loro rispettivi giornali abbiano altro con cui riempire qualche pagina; potrebbero, a giorni alterni, figurare in coppia ora su Il Giornale ora su Il Fatto, fino a quando non la pianteranno; oppure provare a giocare a parti invertite: Minzolini elogia Conte e Travaglio lo affossa.
Adesso però sembra aprirsi un nuovo scenario proprio nei Cinquestelle (per il quale lo stratega Travaglio può aver avuto un ruolo). L'ala rigorista del Movimento spinge per togliere il sostegno al Governo Draghi, e farà pressione su Conte una volta insediato a guida degli ex grillini.
Di quest'ala fanno parte parlamentari dal nome noto, come Barbara Lezzi - ex ragioniera di mobilificio; Nicola Morra - filosofo, con specializzazione in bioetica che ogni volta che apre bocca fa scoppiare un putiferio, come a proposito della defunta governatrice Santelli , del Presidente Mattarella, e del disastro alla funivia del Mottarone; e Toninelli - che tutti reputano lo 'scemo del villaggio' ed invece 'scemo del villaggio' non è, e che, per dimostrarlo, ha scritto un libro, 'di suo pugno', con il quale spera di rifare, ma noi speriamo di no, il 'giro delle sette chiese' già effettuato da Casalino, Meloni e Dibba.
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