Il distanziamento resterà e per assicurarlo sarà necessario concludere gli interventi su certe strutture. L'incognita, che pesa anche dal punto di vista economico e organizzativo, è invece quella delle mascherine. Ancora non è chiaro se alla ripresa della scuola, a settembre, gli studenti dovranno indossarle in classe. Di questo punto e in generale di tutti i temi legati alla ripresa delle lezioni ha iniziato a occuparsi un gruppo di esperti dei ministeri della Salute e dell'Istruzione, dell'Istituto superiore di sanità e di Inail. Ieri c'è stato il primo incontro con il commissario straordinario per l'emergenza, il generale Francesco Figliuolo. Da parte sua c'è l'esigenza di capire prima possibile se la sua struttura dovrà continuare ad acquistare 10 milioni di mascherine al giorno per gli studenti.
La questione sistemi di protezione non è facile da affrontare adesso, ma si stanno comunque iniziando le valutazioni e si costruiscono vari scenari a seconda della situazione epidemica che ci potrebbe essere tra tre mesi. È vero, ad esempio, che alla fine dell'estate ci saranno tantissimi italiani vaccinati, ma non è detto che le coperture dei più giovani siano particolarmente alte. Quindi l'obbligo di mascherina a lezione potrebbe anche restare. Di certo, fanno capire gli esperti, resterà il distanziamento nelle classi, il famoso metro che deve separare gli studenti quando sono a sedere e quando si spostano. E visto che, come ha ribadito il funzionario del ministero dell'Istruzione presente alla riunione di ieri, tutte le scuole devono ripartire con il 100% delle lezioni in presenza, gli istituti che non sono ancora in grado di assicurare le distanze devono adeguarsi. Anche su questo saranno scritti dei nuovi protocolli.
Altro tema che viene affrontato è quello dei trasporti, che si vogliono riportare al 100% ma per i quali si devono scrivere, anche in questo caso, i nuovi protocolli di funzionamento. L'anno scorso proprio sull'uso dei mezzi pubblici, urbani ed extraurbani, ci furono lunghe e complesse discussioni tra gli esperti e la politica.
E scuola che riapre a pieno ritmo vuol dire anche capacità di organizzare immediatamente il testing e il tracing, cioè il tracciamento, se ci sono dei casi sospetti. Potrebbero essere molto utili, specialmente per i più piccoli, i tamponi salivari, che con il tempo e la ricerca diventano più affidabili. Anche su questo verranno scritte linee guida.
Intanto c'è anche chi ha proposto di nuovo di fare uno screening di massa sugli studenti a settembre, sempre con i tamponi. La soluzione, che non venne adottata neanche l'anno scorso, non piace molto agli esperti perché ritenuta complicatissima da organizzare e comunque poco efficace. Gli esami valgono per il momento nel quale vengono fatti. Dopo alcuni giorni i loro risultati non hanno più senso.
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