Leggiamo di una segnalazione del Fatto Quotidiano, ripresa da altri, a proposito della 'intercessione' di mamma Casellati in favore della carriera del figlio Alvise, direttore d'orchestra, che quest'anno è dato presente a Spoleto. E comunque non è la prima volta, semmai la seconda dopo una decina d'anni, mentre una precedente volta sarebbe andata in fumo per l'altolà di Giorgio Ferrara. Precedente direttore artistico a Spoleto, sostituito ora da Monique Veaute, la quale avrebbe voluto a Spoleto anche una signora Urbani ( quello dei tartufi), legata a doppio filo alla Casellati che l'avrebbe messa lì a vigilare ed a promuovere anche la carriera di suo figlio, Alvise - lo ripetiamo.
Intanto vogliamo premettere che in questi mesi anche noi molte volte abbiamo scritto della Casellati e della sua azione a favore della cultura (ovvero anche di suo figlio), come quando ha chiamato a dirigervi a Natale nientemeno che Gergiev ed altro ancora.
E premettere anche che Giorgio Ferrara, nel caso gli fosse venuto un imput, negli anni scorsi, dalla Casellati presidente del Senato, certamente lo avrebbe recepito. Non diciamo fandonie su Giorgio Ferrara e sulla sua capacità di discernere l'erba dal grano. Ma che ne capisce Ferrara di direttori d'orchestra?
Ma la ragione principale per la quale torniamo sull'argomento 'direttori d'orchestra' è per far capire a chi di direzione d'orchestra non capisce molto che le carriere di Casellati, ma anche di Filippo Arlia e Gianna Fratta, benché pompate da certa stampa, sono carriere assi poco brillanti e che i loro curriculum sono fasulli. Nel senso che le orchestre da loro dirette, definite 'internazionali' sono tali solo perché estere, ma assolutamente orchestre di terzo se non quarto livello, in quella che definiremmo l'ininfluente 'periferia' musicale mondiale, la qual cosa non sfugge certamente a chi di musica un pò si intende.
Se poi Alvise Casellati va a Spoleto (che non è Berlino) e il Fatto Quotidiano - proprio il giornale di Travaglio che fa le pulci ai Casellati - pompa scriteriatamente la carriera di un Filippo Arlia ( che di concerti, soi disant, ne avrebbe diretti 10 milioni circa, nonostante la giovane età, ma quasi esclusivamente con la 'sua' orchestra ' fatta in casa', cioè nell'Istituto musicale che dirige), o la Regione Sicilia chiama alla direzione artistica dell'Orchestra Sinfonica Siciliana Gianna Fratta (dove potrebbe far meglio, perchè no?, che sul podio), dimostra soltanto che le 'vie del signore' sono infinite.
Ma solo quelle e forse neanche quelle, vista , ad esempio, la carriera 'minuscola' di una giovane direttrice che è forse più promettente come testimonial di prodotti in commercio, che vanno da quelli tricologici a quelli di gioielleria, che sul podio d'orchestra.
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