"La vicenda delle scelte artistiche e di collaborazione annunciate dalla Direttrice artistica del Festival dei Due Mondi Monique Veaute, portata alla ribalta dalla stampa locale e nazionale ci ha spiazzati. Avevamo infatti salutato con soddisfazione le affermazioni di madame Veaute sull’intenzione di ricalcare le orme del Maestro Gian Carlo Menotti che sulle scelte artistiche ha sempre agito in totale autonomia riservando ai propri amici - e di amici ne ha avuti tanti specialmente nei primi anni del Festival - il ruolo di mecenati finanziatori, lasciando i rapporti interpersonali nell’ambito della sua vita privata.
Vogliamo quindi considerare l’annunciata consulenza artistica della senatrice Urbani una questione che rientra nella sfera privata anche alla luce del fatto che sul portale ufficiale del Festival non compare più il suo nome tra i consulenti. Vogliamo quindi valutarlo come un errore di inesperienza da parte della Veaute che, non ci fa meraviglia, sarà sicuramente tirata da tutte le parti. Sulla stessa linea, a parere del Pd di Spoleto, si colloca quindi il caso del figlio della Presidente del senato Casellati, Alvise che già nel 2016 avrebbe voluto esibirsi come direttore d’orchestra in piazza Duomo ricevendo un cordiale, ma deciso 'no'.
Per lui sarà l’occasione di dimostrare se vale come musicista, nel caso sarà per lui l’inizio di una carriera di successo, visto che il Festival è stato un trampolino per tanti talenti. Ma se non sarà all’altezza dell’ambiziosa performance di sicuro il pubblico, anche quello spoletino che è abituato e molto preparato all’ascolto e alla partecipazione agli spettacoli di musica classica grazie al Festival e Teatro Lirico Sperimentale, non sarà clemente con lui. Perché essere riconosciuto artista è un traguardo che si conquista. Nessuno può regalarlo.
Auspichiamo piuttosto che proprio nel solco del Maestro Menotti, torni a Spoleto dal prossimo anno, l’opera lirica e con essa i laboratori di scenotecnica, la sartoria e le prove d’orchestra. Questo sì che sarebbe un contributo alla città che con amore, discrezione e rispetto accoglie gli artisti da sempre".
*****
Ma la Veaute ha 70 anni e di esperienza nel mondo dello spettacolo e cultura ne ha fatta fin troppa. E' su piazza dagli anni Ottanta , da quando arrivò a Villa Medici, a lavorare con il direttore Drot. Da allora, pur stabile a Roma, dove ha trovato casa ed ha preso marito, esponente PD, ha fatto anche ritorno in patria e poi si è trasferita per un periodo a Venezia alla corte di Pinault, da dove è venuta via anzitempo per dissidi con il padrone.
Poi ha messo radici solide - 'a vita' - nella Fondazione RomaEuropa, con il suo sodale Grifasi. Dunque dov'è l'inesperienza, cui il PD accorso in sua difesa, si appella? Semmai un errore compiuto con lucidità, nella speranza che nessuno se ne accorgesse.
E c'è anche la storia di Alvise Casellati che con la polemica innescata rischia di diventare più famoso di quanto ancora non sia riuscito a fare con la sua attività di direttore.
La storia del suo mancato arrivo a Spoleto per la seconda volta nel 2016, per il veto di Giorgio Ferrara, è una sciocchezza. Ferrara, se gli fosse stato chiesto dalla Casellati e dagli altri che lo avevano messo a Spoleto - della parrocchia del suo fratellone Giuliano, tanto per intenderci - avrebbe detto picche? Poveri illusi!
Comunque, la difesa non richiesta - excusatio non petita, accusatio manifesta, dicevano i latini - del PD, già altre volte usata per difendere il parlamentare PD Causi, sposato Veaute - e perciò detto il 'signor Veaute - fa ancora una volta capire come un partito che ha altre origini e più importanti finalità si perda dietro interessi privati, nel nostro caso INDIFENDIBILI ( P.A.)
Nessun commento:
Posta un commento