Da quando ho sentito per la prima volta il nome che Toti e Brugnaro - la strana copia marittimo/lagunare - hanno dato al loro neonato partito, del quale non si sentono ancora neanche flebili vagiti ora che è già in culla - solo un miracolo, improbabile, può fargli superare l'1% alle prossime elezioni - e cioè Coraggio Italia, mi è subito venuto in mente un analogo caso che da sempre ha agitato la mia mente, ogni volta che ho letto il nome di una clinica che suonava Villa Speranza.
Chi, anche munito di un cesto di oggetti scaramantici si farebbe ricoverare e curare in una clinica, nella quale si può solo 'sperare' che se ne esca guariti, dacché neanche i proprietari ne sono sicuri e si affidano alla speranza che, appunto, è forse l'ultima a morire, mentre il paziente è quasi certamente il penultimo?
Nel nome del nuovo partitino, di consistenza quasi familiare, spicca il solito brand nazionale, Italia, che pure quello tanto bene non ha portato, stando ai fatti di questi giorni, ad un partito che lo sfoggiava, ritenendolo brand fortunato, preceduto da 'Forza', e che comunque almeno simulava un incitamento ben più promettente, vigoroso ed anche convinto del 'fatti coraggio' totianobrugnaresco.
Quell'Italia sembra, per ora portar fortuna solo al partito della Giorgia, 'donna, madre, italiana', forse perché dà per scontato che tra 'fratelli' ( non ha anche qualche assonanza con il nostro inno nazionale?) non solo ci si incoraggi a vicenda, ma si sia più forti - l'unione, tra fratelli, fa la forza.
E perciò è difficile che uno come me che ascolta la voce dei nomi si iscriva o voti Coraggio Italia.
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