Lo ha detto chiaramente, appena approvata la Legge di Bilancio per il 2023, la premier Giorgia Meloni: ora desidero dedicarmi alle priorità del paese.
E gli italiani contenti, anzi contentissimi: finalmente la premier, che vanta anche l'appoggio di Vittorio Feltri, che ne elogia la bravura ( non è gran cosa, ma serve) penserà alle grandi priorità del paese: lavoro, scuola, sanità, cambiamenti climatici, sulle quali trova tutti d'accordo, perchè se non pone mano ad esse, un passo in avanti, profittando anche del PNRR, non lo farà mai.
Il LAVORO che non c'è, nonostante qualche ministro vada sbracciandosi per affermare che il lavoro c'è ma sono gli italiani che non vogliono lavorare, a cominciare da lui che in tutta la vita - e ormai si avvicina alla cinquantina - non ne ha MAI svolto uno.
Poi c'è la SCUOLA, priorità alla quale è connessa quella delle politiche giovanili. Le criticità scolastiche alle quali il neo ministro del Governo Meloni, crede di rimediarvi promettendo 'terre nuove e cieli nuovi': classi con non più di dieci studenti, aumento stipendi dei professori, insegnanti di sostegno ed intanto a colpi di decreti, ininfluenti, consiglia di non usare i cellulari a scuola, modifica dello svolgimento degli esami di maturità... non provvede a fermare l'esodo dei giovani più in gamba verso i paesi in cui sono più apprezzati ed anche meglio retribuiti. E non tocca minimamente, ad esempio, il gravissimo problema , dell'edilizia scolastica. Chi come noi ha insegnato per anni ed in molte scuole in regione e fuori, sa in quale disastrosa situazione versi il patrimonio immobiliare adibito a scuole.
SANITA'. Potranno passare sul mio cadavere, ma io non utilizzerò mai il MES, che posso firmare, per la sua revisione, ma solo per non restare l'unico paese che non lo ha fatto. Questo è il pensiero della premier che evidentemente della situazione della sanità, sempre più oggetto di bramosia da parte dei privati, in Italia, conosce poco. Questa che sarebbe una delle vere grandi priorità viene declassata dalla premier, per ragioni ideologiche. Ma Lei ha mai avuto bisogno di fare una tac nelle strutture pubbliche? Sa che per analisi anche importanti, danno appuntamenti fra mesi se non anni? Certo il problema non si pone per lei che da un quarto di secolo prende ogni mese 15.000 Euro circa di stipendio; perchè lei va in clinica e in meno di qualche ora fa tutti gli esami di cui ha bisogno. Per questo agli altri non ci pensa e non utilizza il MES che potrebbe, se ben amministrato, imprimere una svolta alla sanità pubblica italiana,
Infine i CAMBIAMENTI CLIMATICI. L'Italia degli smottamenti continui e dei disastri procurati dai sempre più frequenti episodi atmosferici estremi può non costituire per il suo governo una priorità assoluta? Si fa sempre in tempo, penserà, a promulgare leggi speciali per risanare i danni procurati da tante calamità, in un paese che di territori meravigliosi, se non devastati od offesi, vive, con il turismo ecc..ec...
Ma allora quali sono le priorità alle quali la Meloni intende d'ora in avanti dedicarsi? Le 'riforme istituzionali ed il Presidenzialismo'.
Per le prime può vantare l'aiuto fondamentale di Calderoli che dopo la 'porcata' della sua legge elettorale, ha presentato un porcata seconda sulle autonomie, bocciata da tutte le forze politiche, comprese alcune della maggioranza della quale fa parte.
E poi il Presidenzialismo, nonostante in molti tenderebbero, nel caso, a votare il semipresidenzialismo, sul quale la Meloni non sarebbe d'accordo, ma che, pur di realizzare le priorità 'SUE' è disposta a scendere a patti. L'Italia con le priorità della Meloni potrà cambiare?
Intanto, come hanno tutti notato, la Meloni si mostra velocissima come una pantera nera, nell'occupare posti di prestigio e soprattutto di potere, non appena si rendono vacanti. La sostituzione di Legnini con Castelli, ex sindaco di Ascoli, alla struttura commissariale della ricostruzione post terremoto del centro Italia del 2016, recentissima, ha fatto indignare le istituzioni abruzzesi/marchigiane e perfino la Chiesa.
Giordano Bruno Guerri, in una recente intervista di Maurizio Caverzan, ha ammonito la Meloni a fare attenzione alle tante nomine che si appresta a fare in posti nevralgici della economia e non solo del nostro paese: mettere dappertutto uomini o donne capaci, indipendentemente dalla loro appartenenza politica. Questa deve essere la regola. E, invece, il primo grande passo falso con Legnini sostituito da Castelli, la Meloni l'ha fatto.
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