mercoledì 30 novembre 2022

UE: beni e soldi sequestrati alla Russia andranno all'Ucraina

 Braccio di ferro fra Unione Europea e Mosca su capitali russi che potrebbero essere sequestrati e destinati all'Ucraina. La Ue, ha detto la presidente Ursula von der Leyen propone di destinare in tempi brevi all'Ucraina i beni russi già sequestrati e di continuare a sequestrarne. Finora stime attendibili hanno bloccato beni e capitali russi per un valore di 330 miliardi di dollari.

Di questa somma 19 milardi sono stati sequestrati direttamente a oligarchi russi anche in Italia. Ma come gestire questo denaro e come aiutare l'Ucraina a trasformarlo in opere e servizi?

Verrà creata, insieme a Kiev, una struttura finanziaria che impieghi i proventi dei sequestri nel paese che da febbraio, secondo le stime più prudenti, ha subìto danni per 600 miliardi di euro per colpa dell'aggressione russa. 

Mosca, come prevedibile, mette le mani avanti. Senza giri di parole, la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, annuncia: "Avvertiamo ancora una volta - ha detto a Ria Novosti - che se si arriverà a una vera confisca di proprietà di cittadini russi, imprese o riserve di Stato del nostro Paese, allora contromisure adeguate seguiranno inevitabilmente da parte della Russia".

Festival della Tuscia. Prima edizione, Interpreti straordinari in luoghi storici della Tuscia. Dal 3 all'8 dicembre

 PROGRAMMA DEL Festival della Tuscia

3 dicembre ore 18.30
Palazzo Giustiniani – Bassano Romano

Ludwig van Beethoven Trio per archi e pianoforte n.5 in re maggiore, Op. 70 n. 1
Dmitrij Šostakovič Trio per pianoforte n. 2 in mi minore, Op. 67

Giovanni Andrea Zanon violino
Ettore Pagano violoncello

Massimo Spada pianoforte

4 dicembre ore 20.30
S. Maria della Quercia – Viterbo

Maurice Ravel Ma Mère l’oye, 5 pezzi infantili per pianoforte a quattro mani
Antonín Dvořák Quintetto per pianoforte e archi n. 2 in la maggiore, Op. 81

Beatrice Rana pianoforte
Massimo Spada pianoforte
Andrea Obiso violino
David Romano violino
Raffaele Mallozzi viola
Luigi Piovano violoncello

5 dicembre ore 20.30
Teatro San Leonardo – Viterbo

Niccolò Paganini Sonata no.1 in la maggiore dal Centone di Sonate per violino e chitarra MS 112;
Dai 24 capriocci per violini solo, Op. 1
Mario Castelnuovo Tedesco Sonatina per violino e chitarra, Op. 205;
El Sueño de la Razón Produce Monstruos da 24 Caprichos de Goya per chitarra, Op. 195
Astor Piazzolla Invierno Porteño, per chitarra sola; Historie du Tango, per violino e chitarra
Bordel 1900; Cafe, 1930; Nightclub, 1960

Giuseppe Gibboni violino
Carlotta Dalia 
chitarra

6 dicembre 2022 ore 20,30
Palazzo Doebbing – Sutri

Wolfgang Amadeus Mozart Divertimento K439b No. 1
Stefania Tallini C19
Chick Corea/Luca Cipriano Corea Jazz Suite on Armando’s Rhumba, Song for Sally & Spain
Vincenzo de Filippo Pizzica e Talism
Autori vari/Luca Cipriano Klezmer Suite, variazioni e improvvisazioni su motivi russi e ucraini

Alessandro Carbonare Clarinet Trio:
Alessandro Carbonare clarinetto
Giuseppe Muscogiuri clarinetto
Luca Cipriano clarinetto

7 dicembre 2022 ore 20,30
Sala regia – Viterbo

Richard Strauss Capriccio, per Sestetto d’Archi
Pëtr Il’ič Čajkovskij Souvenir de Florence, Sestetto per archi in re maggiore, Op. 70

Sestetto Stradivari:
David Romano violino
Ruggero Sfregola violino
Raffaele Mallozzi viola
David Bursack viola
Diego Romano violoncello
Sara Gentile violoncello

8 dicembre 2022 ore 19
Palazzo Cozza Caposavi – Bolsena

Giovanni Sollima Alone, per violoncello solo
Alessio Pianelli Da BACo a FaRFaLla, per violoncello solo
Alessandro Carlo Piatti Capriccio su un tema di Niobe, Op. 22
Johann Sebastian Bach Suite per violoncello solo n. 3 in do maggiore BWV 1009
Johann Sebastian Bach Suite per violoncello solo n. 1 in sol maggiore BWV 1006

La Regione Lombardia taglia finanziamenti agli enti culturali del territorio per il 2022 ( CGIL Lombardia). Fra gli altri Scala e Piccolo Teatro

 È di queste ore la notizia che la Regione Lombardia ha deliberato la riduzione dei finanziamenti per il 2022 a danno degli enti, delle associazioni e delle fondazioni partecipate che operano in ambito culturale.

Oltre al Teatro alla Scala, sono colpiti dalla mannaia anche il Piccolo Teatro della città di Milano, l’Associazione Centro Teatrale Bresciano, la Fondazione I Pomeriggi Musicali, la Fondazione Teatro Grande di Brescia, Accademia d’arti e mestieri dello spettacolo del Teatro alla Scala. Questi tagli sono peraltro ponderati in maniera differente da soggetto a soggetto lasciando molti dubbi sul criterio adottato.

Inoltre il Sindaco Beppe Sala ha annunciato che saranno difficilmente evitabili tagli ai finanziamenti per il 2023 per lo stesso Teatro alla Scala e probabilmente per gli altri soggetti culturali che  si giovano del contributo comunale.

Insomma, un autentico accerchiamento che suona come un vero e proprio attacco alla Cultura. E accade in un territorio, quello di Milano e della Lombardia, che per la Cultura e lo Spettacolo dal vivo è considerato un’eccellenza, motivo di vanto a livello internazionale.

Riteniamo profondamente sbagliate queste decisioni perché mettono a rischio la sostenibilità economica degli enti coinvolti e rafforzano il sospetto che, per la politica, la Cultura sia vista solo come un costo e non invece come un investimento per l’economia del Paese e per la sua utilità sociale.

La Cultura può far recuperare la profondità necessaria per combattere la superficialità e l’ignoranza, per costruire un mondo più giusto e più bello.

Per questi motivi chiediamo alle Istituzioni di rivedere tali scelte, diversamente saremo pronti a valutare ogni forma di protesta.

Hegel. Ritrovati manoscritti. La scoperta filosofica del secolo

 Nella Biblioteca diocesana dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga, un ricercatore ha fatto un incredibile ritrovamento: più di 4mila pagine di appunti sulle lezioni del filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel.

I manoscritti erano racchiusi in cinque scatole, apparentemente ignorate per quasi 200 anni.

Lo riporta la Sueddeutsche Zeitung. In un comunicato, è la stessa arcidiocesi a dire che i documenti potranno aprire nuovi studi sull'evoluzione del pensiero del filosofo considerato il più importante rappresentante dell'idealismo tedesco. La scoperta dei manoscritti è stata fatta dal professor Klaus Vieweg dell'Università Friedrich Schiller di Jena, biografo di Hegel, che ha dichiarato che "una scoperta così sorprendente e fortunata capita probabilmente una sola volta nella vita ed è paragonabile al ritrovamento di una nuova partitura di Mozart".
    Le trascrizioni sarebbero state scritte da Friedrich Wilhelm Carove (1789-1852), uno dei primi studenti di Hegel all'Università di Heidelberg. I manoscritti farebbero parte del patrimonio del teologo Friedrich Windischmann (1811-1861), cappellano della cattedrale e vicario generale dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga dal 1846 al 1856.
    Gli appunti comprenderebbero quasi tutte le parti dell'architettura enciclopedica di Hegel, compresa la trascrizione, a lungo ricercata, di una lezione di estetica di cui non esisteva ancora documentazione. Nei manoscritti sarebbero anche presenti passaggi di Hegel su Shakespeare, così come cruciali riflessioni sull'arte, sulla religione e sulla libertà. I testi saranno ora preparati per un'edizione completa con il titolo "Caroves Hegel-Mitschriften", nell'ambito di un progetto scientifico che durerà diversi anni. Sono previsti anche ulteriori studi di accompagnamento. (ANSA).

   

Perchè nessuno dice a Bianca Berluinguer che non serve all'informazione ed al dibattito politico invitare ogni volta il putiniano Orsini, e che serve solo a Lei per fare casino ed audience ?

 "Mi assumo la responsabilità di quello che dico: qualunque politico dica che la Russia deve ritirarsi da tutti i territori è un imbecille, un idiota. Chi dice che la Russia deve ritirarsi, per avere un dialogo diplomatico, è un imbecille". E' la posizione che il professor Alessandro Orsini assume a Cartabianca. "L'Occidente sta assumendo posizioni di morte, guidato da criminali", dice il docente di sociologia del terrorismo internazionale. "Siete estremisti, volete dare solo armi senza fare nulla per la pace", dice Orsini rivolgendosi all'onorevole Maurizio Lupi, ospite in studio. "Io vengo continuamente interrotto, devo andare all'escalation verbale. Se gli ucraini sono in questa situazione in larga parte è perché l'Occidente non vuole trattare e non vuole mediare. Io ho condannato la Russia miliardi di volte ma la Russia vuole trattare. L'Occidente non vuole", prosegue. ( Adnkronos)

Musica e musicisti stranieri in Italia. Sono troppi? Gino Castaldo dice di no

 Dalla rubrichetta che gli ha affidato su L'Espresso la nuova direzione, Gino Castaldo se l'è presa con la direttrice d'orchestra 'bellicapelli'  che vorrebbe limitare la presenza della musica e dei musicisti stranieri in Italia.

 Ma che dici, consulente del ministro Sangiuliano? In Italia gli 'italici' -  detto con aggettivazione vagamente dispregiativa da Castaldo - rappresentano la maggioranza e, se si desse corso alle quote, anche la direttrice consulente capirebbe che ad essere danneggiati sarebbero proprio gli italiani che oggi rappresentano di gran lunga  una quota superiore a quella in cui la direttrice vorrebbe restringere la presenza degli stranieri.

 Dunque nessuna quota, e gli 'italici' -  gli stessi, disprezzati, ma che gli danno da mangiare a Castaldo a Sanremo e in altre occasioni -  che sopravanzano di gran lunga gli stranieri nelle radio in Italia,  evitino di protestare perché la protesta potrebbe rivolgersi contro.

 Ora qualcosa va anche detta a Castaldo che evidentemente non ha capito bene come stanno le cose. Due soli esempi, uno preso dagli ambiti musicali che lui frequenta abitualmente e l'altro da quello più consono alla direttrice, dove Lei vorrebbe svolgere  con  maggiori chances e riconoscimenti quel suo lavoro, ma non le riesce, semplicemente perché non ha i numeri non è capace.

 Noi, caro Castaldo, non ascoltiamo mai la radio a casa, mentre la ascoltiamo sempre in macchina e sempre, o quasi, Radio Tre. E per questo veniamo a dirti che non c'è volta che ci riesca di capire che cosa viene trasmesso: titoli dei brani, nomi dei gruppi o dei compositori. Radio Tre, specie nelle trasmissioni 'culturali' del pomeriggio , a cominciare da FAREHNEIT, CON L'ACCA AL CENTRO - ma anche in  quelle della mattina, gli 'italici '  solitamente latitano, forse perché schifati, alla stessa tua maniera, mentre però li canti ed esalti, quando ti serve per mangiare e bere.

 Il problema è  più drammatico nel settore della musica che la direttrice-consulente frequenta abitualmente e vorrebbe frequentare sempre di più, e che tu non frequenti affatto, e mai hai frequentato. 

 Nel settore della musica classica, abbiamo dimostrato, conti e nomi alla mano, che in alcune stagioni - diciamo  nella stragrande maggioranza di quelle importanti - la presenza di interpreti stranieri è strabordante. Altrettanto non accade in paesi nostri vicini, Francia ad esempio, dove nelle stagioni importanti vengono privilegiati prima di ogni altro interprete quelli francesi, e gli stranieri vi compaiono come mosche bianche e nei casi in  cui non se ne può proprio fare a meno.  In diverse occasioni abbiamo illustrato le stagioni, ad esempio di Santa Cecilia e della Orchestra Rai di Torino. Gli italiani latitavano o erano ridotti al lumicino. Su questo blog ne abbiamo scritto già svariate volte.

 Poi accade che la pandemia  costringa  a riconsiderare l'organizzazione della vita musicale alla luce della minore circolazione degli artisti. E allora le stagioni si sono fatte prevalentemente con artisti italiani. A chi faceva notare l'anomalia rispetto alle stagioni precedenti, è stato risposto, ad esempio dal sovrintendente di Santa Cecilia dall'Ongaro, che in Italia ci sono artisti bravi come se non più di quelli stranieri.  Attutita la pandemia si è tornati alla logica di prima: in prevalenza musicisti stranieri nei cartelloni delle nostre istituzioni maggiori, finanziate con soldi pubblici.

 All'obiezione che tu, dalla tua rubrichetta potresti fare a questo nostro ragionamento, e cioè che i nostri musicisti sono presenti nei cartelloni esteri, caro Castaldo, risponderemmo che è vero, ma non nella stessa percentuale con cui gli stranieri sono presenti nei cartelloni italiani. Se in Italia in una stagione importante i musicisti italiani si contano sulle dita di una mano, mentre  per quelli stranieri occorrono le dita di mani e piedi, allora vuol dire che qualcosa non funziona. 

Non vogliamo affermare con sicurezza che dietro c'è il malaffare ( la storia di Graziosi, sovrintendete, dal Regio di Torino, finito sotto in- chiesta per aver fatto affari con una agenzia di rappresentanza) e che c'è sempre, ma qualche dubbio lo abbiamo qualche volta nutrito. Specialmente  per quelle  'isole' dove la dirigenza è la stessa da anni e quindi la possibilità che lì vi mettano radici interessi poco artistici è alta.

 Il desiderio poi della direttrice-consulente di creare un albo dei critici non merita neanche un minuto di attenzione.


martedì 29 novembre 2022

Presidente Meloni ascolti Renzo Piano, che se ne intende, e lasci perdere Salvini &C.

 Renzo Piano ( quello di cui l'ex presidente del Senato, Casellati, diceva di non conoscere i meriti per la sua elezione  a senatore a vita, sosteneva la stessa cosa anche per altri come Rubbia ecc.. e la Casellati è ancora ministra) ieri,  dalle pagine di Repubblica, in una lunga intervista a Francesco Merlo ha consigliato la premier Meloni sulle priorità italiane, dopo la tragedia di Casamiccioala(Ischia).

 Non si è scagliato come ha fatto un suo ministro ed anche qualcun altro contro i sindaci, tutti i sindaci, proponendo per loro la galera ( che molti politici meriterebbero prima ancora degli amministratori delle nostre città) ma  da serio professionista e sinceramente orgoglioso del suo paese, ed amante delle  sue meraviglie, ha offerto un consiglio semplice, apparentemente di poco conto, ma efficace, prioritario se si vuole che immani tragedie come quella ischitana, pur se non si possono evitare, facciano danni limitati ed evitino perdite di vite umane.

 Piano ha detto:  " a questo governo affido il mio appello  bipartisan per un piano di lunga durata di RAMMENDO idrogeologico e boschivo del territorio italiano a rischio. Il RAMMENDO cuce, non è dispendioso ed accende luci, contagia con l'emulazione, insegna. Non interventi irrealistici, ma piccoli cantieri di contenimento e di speranza, una scuola di rinascita e di risparmio alla genovese.

Non ci sarebbe bisogno del Fondo Monetario Internazionale né della Banca Europa, visto che  con lo stipendio di un solo senatore a vita ( Renzo Pano, ndr) in nove anni sono stati pagati tanti giovani progettisti che hanno aperto una ventina di cantieri nelle periferie delle città italiane. E poi nel territorio i comuni e le università hanno fatto la loro parte: il costo medio è di 200.000 Euro a progetto. Si può davvero fare anche il RAMMENDO idrogeologico e boschivo?

Si possono fare i terrazzamenti, come in Liguria e in Costiera amalfitana, dove sono stati realizzati anche per ragioni agricole: ulivi, limoni; e ci sono alberi, da piantare anche dove c'è l'incolto: La forestazione è il preliminare indispensabile anche perché gli alberi rallentano l'acqua, un bosco frena e trattiene l'irrivazione, vale a dire il tempo che ci mette l'acqua a diventare rivo,  e poi il rivo torrente e il torrente fiume. E' ovvio che gli alberi cambiano tutto e non solo con la rete della radici.

Sarebbe bastato rammendare Casamicciola? Non lo so. Ma è sempre meglio che sperare nella fortuna e poi biasimare le alluvioni. Casamicciola  è anche un archetipo, perchè è zona sismica e dunque somma fragilità a fragilità...

...Visto che sono un senatore a vita e sono pure un vecchiaccio, io vorrei rivolgermi a questo governo che è nato con uan forte maggioranza e che ha dunque la mano salda per sfidare localmente, quando occorre, l'impopolarità e permettersi un orizzonte ed un pensiero strategico...

Questo consiglia Renzo Piano, gloria italiana nel mondo, alla giovane debuttante Presidente del Consiglio Meloni. Al quale consiglio noi ne aggiungiamo un altro che da quello di Piano discende direttamente: non dia retta a Salvini &C.  che ogni volta propongono progetti faraonici - come il Ponte sullo stretto che tanti soldi, tantissimi, s'è già mangiato - mentre sarebbe più importante ed anche di immediata fattibilità, come dice Piano, dar corso ai rammendi di cui il paese ha bisogno: " il rammendo che viene liquidato, aggiunge Piano,  come un concetto poetico, un pensiero romantico"; e dia anche corso al completamento delle tantissime 'incompiute' in ogni campo ( strade, ponti, scuole,  ospedali, centri sportivi,   ama anche le cosiddette 'Vele' di Calatrava) che sono un monumento allo spreco e  il dispregio più lampante dei veri interessi del paese.

 Coraggio Meloni!

domenica 27 novembre 2022

Se la critica contasse , anche poco, Beatrice Venezi avrebbe dovuto cambiare mestiere

 Oggi Aldo Grasso, con la sua rubrica, offre alla direttrice 'bellicapelli', una vetrina come quella del Corriere che Lei per la sua professione non avrebbe potuto meritare in alcun modo.

 L'occasione gliela offre, al critico, l'annuncio che la direttrice d'orchestra, ora consulente per la musica del ministro Sangiuliano, vorrebbe istituire un albo della critica in Italia, lasciando supporre come se Lei sia stata negli anni della sua attività, bersagliata dagli strali della critica, come avrebbe meritato ma non è accaduto.

 Se la critica, anche musicale, esistesse in Italia, svolgesse bene il suo lavoro ed avesse anche un peso nella carriera dei musicisti, la Venezi da tempo avrebbe dovuto abbandonare il suo lavoro.

 Vero è che Beatrice Venezi,  senza che la critica si sia accanita contro di Lei,  e addirittura non l'abbia presa mai in considerazione, di carriera non ne ha fatta, perché continua a dirigere solo orchestrine di secondo e terz'ordine o le filarmoniche di paese. La sbandierata, ripetuta a iosa ma  'acriticamente' dai giornali di gossip, 'fama internazionale, è solo una sua aspirazione.

  Beatrice Venezi  ci ha sopresi bonariamente quando, a motivare il suo rifiuto della  candidatura in Parlamento nel partito della Maloni, ha  detto che non 'intende abbandonare la sua carriera di direttrice d'orchestra'. Quale carriera? Guardiamola questa sua carriera di direttrice. Non esiste.

 Ora può solo sperare, con l'appoggio della Meloni e la promozione di Sangiuliano,  di fare qualche passo avanti. Ma un vero salto in  avanti, anche con Meloni e Sangiuliano che tifano per Lei, ci sembra impossibile. Le mancano i 'fondamentali'. 

Melandri. i numeri del successo della sua gestione: 3,5 milioni di visitatori e 16,3 milioni di incassi in 12 anni,

 Oltre 3,5 milioni di visitatori per un incasso totale di 16.326.165,62 euro in 12 anni. Era il 2010 quando il Maxxi, Museo delle arti del XXI secolo apriva i battenti. Due anni dopo a guidarlo arrivava Giovanna Melandri, ex ministra dem della Cultura che oggi lascia il Museo ad Alessandro Giuli, il giornalista nominato ieri sera presidente della Fondazione dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Accolta da un lungo applauso, Melandri oggi ha ripercorso i suoi dieci anni alla testa del Museo di via Guido Reni. “Raccontiamo la storia del Maxxi, una storia bella, avventurosa, collettiva, complicata e illuminata”, ha detto ringraziando tutto il suo staff. A partire dal curatore Hou Hanru, che non ha trattenuto le lacrime. “Ci hai portato a guardare lontano con visione e coraggio”, ha detto Melandri, abbracciandolo. E poi il direttore Bartolomeo Pietromarchi, che “ha fatto fiorire quella meraviglia del Maxxi L’Aquila e ci ha portato nel metaverso”. E poi Margherita Guccione: “Solo lei conosce ogni centimetro di questo Museo. Dovrà essere il punto di riferimento strategico del Grande Maxxi”, ha ricordato la presidente. Insieme a loro, un team di cui il nuovo presidente “si deve fidare” perché “è un’intelligenza collettiva costruita in questi dieci anni”.

Tant’è, i risultati Melandri li ha illustrati con i numeri. Quando aprì il Maxxi poteva contare su una collezione di 235 opere d’arte, arrivate oggi a 678, con 185mila documenti d’archivio Arte in consultazione. Gli allestimenti tematici della collezione sono stati 16, oltre 250 invece le mostre, i focus dedicati agli artisti e i progetti speciali, oltre a 50 mostre in cento sedi internazionali, dalla Cina all’Argentina, dalla Francia al Libano.

Giovanna Melandri accusa: Alessandro Giuli al MAXXI una nomina POLITICA

Se non avesse manifestato il  forte dispiacere di lasciare quel 'gioiello' che è diventato il MAXXI - soi disant - saremmo tentati di replicare alla Melandri: ma che sta dicendo? Nomina 'politica'? Ogni nomina di quel genere si potrebbe dire 'politica', innanzitutto nel senso che a farla è la politica; e 'doppiamente politica' se nel farla non si tiene affatto conto delle competenze della persona nominata.

 Proprio per questo la nomina della Melandri al MAXXI dieci anni fa e, senza timore di essere smentiti, quella precedente a ministro della cultura furono nomine esclusivamente e doppiamente politiche. 

 Non ricordiamo se il predecessore - c'era uno prima di Lei?- della Melandri sia stato mandato a casa anzitempo o con qualche pretesto per far posto a Lei, ex ministro della Cultura e dunque con i titoli guadagnati sul campo per insediarsi al MAXXI. Neanche uno prima dell'incarico, o degli incarichi.. E per la Cultura va detto che quel dicastero è stato ritenuto quasi sempre  di second'ordine, dunque poco appetibile.

 La Melandri, inoltre, vantava e vanta parentele di peso, mentre Giuli arriva al MAXXI perché supporter della Meloni, ma con qualche chance in più, non c'è dubbio, della Melandri. Perchè giornalista,   uomo di cultura, studioso e  con interessi storici  evidenti.

La Melandri ha fatto dire ai suoi che forse Giuli non conosce bene come Lei l'inglese. Sarà vero?  Lei  in America è nata ed ha anche il passaporto di quel paese, oltre quello italiano. Ma, ammesso che non lo conosca bene come Lei, se l'ha imparato 'Giggino' con un corso accelerato al Ministero degli Esteri, può farlo anche Giuli.

 L'era Giuli non è ancora cominciata, aspettiamo qualche mese, magari un annetto, per giudicarlo. Aspetti anche la Melandri, che nel frattempo non sarà lasciata a casa dalla 'politica'.

sabato 26 novembre 2022

Il ministro della cultura, Sangiuliano ha cambiato nome in Sangennaro, secondo quanto scrive l'ANSA

 "Io ho detto che lo Stato può esercitare il diritto di prelazione, ma secondo me  il progetto deve essere più ambizioso, più grande - spiega Sangennaro. 

L'attuale ministro della cultura, ha cambiato nome all'anagrafe: da Sangiuliano a Sangennaro - riferisce l'ANSA.

Salvini finalmente dice una cosa che nessuno prima di lui, fra i politici, aveva mai detto: mettiamo in sicurezza il territorio

Il ministro Salvini, nelle vesti di vice premier, sembra in perenne corsa per vincere sul filo di lana la premier, in ogni occasione. Gli sembra l'unico modo, ancora praticabile, per far sapere che esiste. 

 Oggi finalmente ha detto ciò che nessun politico aveva rischiato di dire in passato e cioè che 'bisogna mettere in sicurezza il territorio'.

L'ha detto a seguito della tragedia che ha investito l'isola di Ischia,  dove una frana enorme si è staccata dalla montagna e ha travolto tutto ciò che ha trovato sul suo percorso investendo duramente Casamicciola, e riversando  cose, case e  forse anche qualche persona in mare e ha fatto vittime e dispersi, in numero superiore alle altre tragedie che hanno toccato sempre Ischia negli ultimi anni. 

La sua illuminante dichiarazione, nuovissima, mai prima udita, è arrivata prima ancora che la stessa premier intervenisse per manifestare la sua solidarietà ai cittadini dell'isola.

Si sa che, non appena udita quella dichiarazione del suo vice, Giorgia Meloni lo ha chiamato a telefono e gli ha chiesto:  devi deciderti, vuoi il Ponte sullo stretto, come vai blaterando da qualche giorno o mettere in sicurezza il paese, come sento dire da te per la prima volta in Italia? Considerato  che non era venuto in mente a nessun altro prima d'ora, pensiamo a come fare e magari facciamolo anche. Va bene? Salvini ha annuito con cenno del capo.

 Sembra, però, che subito dopo, abbia replicato alla premier: il Ponte quando lo facciamo?

Iniziative del Ministro della cultura

  Il ministro Sangiuliano,  da poco insediato al Collegio romano, dopo un passo falso - quello di scegliersi come consulente per la musica una giovane direttrice d'orchestra 'che non sa dirigere', ha assunto una iniziativa per salvare e dare futuro a  Villa Verdi di Sant'Agata messa all'asta, dopo i dissidi degli eredi. Ha proposto alle fondazioni liriche italiane di stabilire una giornata in cui 'trasmettere' - così ha detto lui, usando un gergo televisivo, poco operistico - musica di Verdi, che i teatri fanno quasi tutti ogni giorno, e destinare gli incassi  'pro Villa Verdi di Sant'Agata'. Più che l'ammontare del ricavato, che comunque non sarà irrilevante, l'iniziativa vale per il gesto 'solidale' della musica italiana che salva una residenza storica, appartenuta al nostro, ed anche in assoluto al mondo, più grande compositore di teatro musicale. 

 L'altra iniziativa ha invece valenza pratica, oltre che di solidarietà, e riguarda l'inaugurazione della stagione del Teatro San Carlo di Napoli (Don Carlo, di Verdi) che avrebbe dovuto aver luogo stasera, e che è stata rinviata a causa della tragedia che  ha investito la vicinissima isola campana di Ischia. Dove una gigantesca frana si è staccata dal monte ed ha investito rovinosamente i comuni di Casamicciola e Lacco Ameno, distruggendo  ogni cosa  e procurando morti e dispersi.

 In questo momento, una serata di gala, e di festa, sarebbe risultata davvero fuori luogo e stonata!

Lavrov finalmente dice il vero

Il popolo ucraino ha diritto di vivere in autonomia e libertà, di scegliersi i governanti e  di scacciare dal suo territorio  gli invasori. Merita di vivere in buon vicinato, amicizia, prosperità con i suoi fratelli europei" - ha affermato Lavrov nel documentario trasmesso dall'emittente tv Rossiya-24

Governo inglese tratta gli studenti stranieri come immigrati: vuole limitarne l'ingresso e la permanenza ( da Il Giornale, di Erica Orsini)

  Via gli studenti stranieri dalle università britanniche. È l'ipotesi che si profila all'orizzonte, contenuta nel piano del governo inglese di Rishi Sunak, determinato a ridurre l'eccesso migratorio che ultimamente ha toccato cifre record. Il primo ministro sta infatti considerando di restringere l'ammissione degli studenti stranieri soltanto ai migliori atenei, eliminando tutti i potenziali iscritti ai corsi di laurea di livello minore. Non solo, il ministro degli Interni Stella Braverman pensa di mettere un limite anche al numero di membri della famiglia che questi studenti di solito si portano nel Paese. Secondo i dati diffusi dall'Ufficio Nazionale di Statistica ben 504mila persone sono entrate nel Regno Unito tra il giugno del 2021 e lo stesso mese del 2022, un balzo dovuto non tanto all'immigrazione illegale quanto all'accoglimento delle persone provenienti dall'Ucraina e da Hong Kong e agli studenti extracomunitari. Questi ultimi costituiscono la fetta più consistente dell'immigrazione di lungo termine pari al 39% del totale. Di qui la decisione del governo conservatore britannico di correre ai ripari mettendo anche un tetto massimo al numero di studenti stranieri che in futuro potranno avere accesso alle università del Paese.

Via gli studenti stranieri dagli atenei inglesi. Troppi immigrati, limiti alle nuove iscrizioni

Una prospettiva che non piace per nulla alle autorità dei vari atenei che, messi in ginocchio dalla pandemia e dalla Brexit, hanno sempre contatto sugli introiti derivanti dalle iscrizioni degli studenti provenienti dall'estero per rimpinguare le loro casse. Molti università rischiano di andare in bancarotta se il governo decidesse di concretizzare il suo piano, soprattutto quelli situati nelle regioni più povere del Paese. «Allo stato attuale per la maggior parte delle università i corsi in cui sono iscritti gli studenti inglesi sono in perdita e queste perdite vengono coperte dalle iscrizioni degli studenti internazionali - ha spiegato alla Bbc Brian Bell, docente di Economia al King's College di Londra - se l'accesso di questi studenti dovesse venir ridotto al minimo, non so veramente come gli atenei potranno tirare avanti». Secondo Bell, in questo caso a sopravvivere sarebbero soltanto istituzioni prestigiose come quelle di Londra, Cambridge e Oxford, ma per quelle situate in città come Newcastle, nel nord dell'Inghilterra o in Scozia, sarebbe un vero disastro, rischierebbero di chiudere i battenti. «Se veramente il governo vuole che tutti abbiano le medesime opportunità, allora dovrebbe preoccuparsi di non danneggiare i suoi atenei - ha aggiunto Bell - non si tratta soltanto di una politica dell'immigrazione, ma anche di una strategia nel settore dell'istruzione che potrebbe indurre ad ulteriori aumenti nelle tasse d'iscrizione». L'aumento delle tasse diverrebbe infatti l'unico strumento a disposizione delle autorità universitarie per finanziarie le perdite.

Un portavoce di Downing Street per il momento non ha voluto fornire ulteriori dettagli sul piano del governo. «È chiaro che le nostre università ci stanno a cuore e che faremo il possibile per supportarle - si è limitato a commentare il portavoce- alcune di queste sono tra le migliori al mondo e l'esecutivo ha sempre agito nel miglior interesse del Paese». I timori ad ogni modo rimangono forti, vista la crisi di fondi in cui versa il settore universitario. Mancano i docenti e quelli esistenti sono scesi spesso in sciopero, negli ultimi due anni per chiedere maggiori risorse che le università non sono attualmente in grado di garantire.

Becciu contro Papa Francesco va giù pesante: vuole la mia morte

 «Vuole la mia morte», «non pensavo arrivasse a questo punto»: così il cardinale Giovanni Angelo Becciu, imputato in Vaticano in un processo per la compravendita di un palazzo al centro di Londra e più complessivamente per la gestione di alcuni fondi della Santa Sede, parla del Papa in una chat con amici e famigliari.

L'esistenza e i contenuti delle chat - visionate dall'Adnkronos - sono stati resi noti nel corso dell'udienza di mercoledì da parte del Promotore di Giustizia vaticano e sono il frutto di una indagine svolta dalla Guardia di finanza di Oristano, su rogatoria del Vaticano. «Non pensavo arrivasse a questo punto: vuole la mia morte», scrive Becciu in un messaggio alla parente Giovanna Pani il 22 luglio dello scorso anno, due giorni prima che, con l'aiuto della figlia di questa e nipote di Becciu, Maria Luisa Zambrano, registrasse un telefonata con Papa Francesco, la novità emersa nel corso dell'udienza di ieri in Vaticano. Nella chat la donna lo invita ad avere coraggio, «vedrai che la verità trionferà».


E lui: «Per ora sono loro a trionfare e trafiggerci!», «Ma la vittoria sarà degli onesti». Pani, di nuovo, scrive a Becciu: «È cattivo, vuole la tua fine», riferendosi a «su Mannu», che in sardo significa «il maggiore» e dunque riferibile al Papa. Il cardinale risponde: «Non vuole fare brutta figura per la condanna iniziale che mi ha dato». E ancora: «Mai avrei immaginato (che) non un Papa ma (che) un uomo arrivasse a tanto». Pani allora gli risponde: «È un grande vigliacco, ma tu combatti e fai risplendere la verità, è dura lo so, coraggio vinceremo in pieno», «c'è del marcio in Vaticano». 

Carlo V, imperatore e re di Spagna, usava un codice segreto di segni per impedire la decrittare delle sue missive importanti

 Cinque secoli dopo è stato decifrato il codice segreto dell'imperatore Carlo V. Il contenuto di questa lettera, scritta dal re di Spagna e imperatore del Sacro Romano Impero al suo ambasciatore in Francia nel 1547, è stato finalmente svelato. La scoperta è stata fatta da un team di ricercatori francesi del laboratorio di ricerca Loria, dopo sei mesi di lavoro.

La lettera di Carlo V
La lettera di Carlo V© أ ف ب

Ma cosa rivela questa lettera scritta da uno degli uomini più potenti del XVI secolo? Ce lo spiega la storica Camille Desenclos: “l documento "conferma lo stato alquanto degradato" nel 1547 dei rapporti tra Francesco I e Carlo V, che tre anni prima avevano firmato un trattato di pace, dove il monarca temeva un'insurrezione in Francia. E poi si parla di un complotto ordito dalla Francia per assassinare l’imperatore. Una voce che si è rivelata infondata ma qui si legge tutta la sua paura.”

Carlo V fu uno degli uomini più potenti dell'epoca. Creò un impero che conquistò gran parte dell'Europa occidentale e delle Americhe durante un regno di oltre 40 anni.

Nella missiva sono stati utilizzati simboli senza alcun significato, molto probabilmente per depistare coloro che avrebbero cercato di "forzare" la decriptazione. La svolta è arrivata a giugno. I ricercatori sperano ora di poter decifrare altre lettere tra l'imperatore e il suo ambasciatore, "per avere una visione storica più completa della strategia di Carlo V in Europa".

Ministro Sangiuliano: Villa Verdi in un percorso verdiano

 Lo Stato interverrà per Villa Verdi, "ma credo che si debba fare ancora di più, creare un itinerario verdiano".

Dopo l'annuncio di qualche giorno fa alla Camera e dopo la visita sul posto, il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano ribadisce anche su Rai1, ospite di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno, l'intenzione di salvare la casa nella quale il grande compositore visse per oltre cinquant'anni e dove compose molte delle sue opere più famose.

E mentre ipotizza la possibilità di farne una fondazione che insieme allo Stato coinvolga gli enti locali, immagina per il futuro della casa museo l'inserimento in un itinerario, che la colleghi agli altri luoghi verdiani. "Io ho detto che lo Stato può esercitare il diritto di prelazione, ma secondo me lo il progetto deve essere più ambizioso, più grande - spiega Sangennaro. Dobbiamo creare un itinerario verdiano, composto dalla villa con il parco, che deve diventare un luogo di spettacoli, di rappresentazioni delle opere e poi il piccolo teatro Verdi, che è un gioiellino, e la casa natale". Quindi l'annuncio dell'iniziativa: "Sto chiedendo a tutti i teatri italiani di dedicare una giornata alle musiche di Giuseppe Verdi e proveremo a devolvere il ricavato di questi spettacoli, anche io andrò a pagare il mio biglietto, a un fondo che servirà per acquistare la villa di Verdi e per creare lo strumento giuridico, probabilmente una fondazione con il MiC, la regione, i sindaci. Una fondazione insomma che possa creare questo itinerario verdiano".
    

Il ministro spiega poi di essersi emozionato l'altro giorno nella visita alla dimora di Verdi "In quella casa ho ritrovato la memoria degli italiani, della nostra storia, della nostra identità del nostro essere comunità", racconta ricordando che in quelle stanze "Si conserva una delle prime edizioni dei Promessi Sposi, dono dello scrittore a Verdi. E poi bigliettini di Manzoni, scritti di suo pugno, una lettera di Cavour che lo invita a candidarsi alla Camera dei deputati, altre lettere, carteggi importanti , il pianoforte". Un luogo - ribadisce Sangiuliano - che noi come italiani dobbiamo custodire, perché insieme a Leonardo, Dante, Boccaccio, Petrarca, Leopardi, aggiunge, Verdi è l'Italia nel mondo". (ANSA).

P.S.

 Non è che in quelle stanze, cimeli a parte, ha composto alcune sue famosissime opere ?

In una  lettera all'editore parigino Leone Escudier, Giuseppina Strepponi il 4 luglio 1867 scriveva: «Il suo ( di Verdi,ndr) amore per la campagna è divenuto mania, follia, rabbia, furore, tutto ciò che si può immaginare di più esagerato. Egli si alza al nascere del giorno per andare a esaminare il grano, il mais, la vigna. Rientra morto di fatica e allora come trovare il modo di fargli prendere la penna?».

Nella residenza di Sant'Agata, Verdi compose il Requiem in onore di Alessandro Manzoni, diretto dall'autore poi nella Chiesa milanese di San Marco la sera del 22 maggio 1874. Oltre a questa composizione, altre opere videro la luce a Sant'Agata, prime tra tutte Aida nel 1871, ma anche La forza del destino nel 1862, il Don Carlos nel 1867Otello nel 1887 e Falstaff nel 1893.

                                                                     (Wikipedia)