Sanzionare anche il capo della Chiesa ortodossa russa, il Patriarca Kirill, è quanto propone la Commissione europea che suggerisce di inserirlo nel sesto pacchetto di misure in risposta alla guerra in Ucraina. Lo scrive l'agenzia France Press che afferma di aver visionato un documento con la nuova lista, che comunque dovrà ancora essere approvata dagli Stati membri. Il pacchetto di sanzioni comprende 58 alte personalità russe, tra cui molti soldati russi, ma anche moglie e figli del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Il patriarca Kirill ha sempre appoggiato l'operazione speciale, e di recente ha affermato: ''La Russia non ha mai attaccato nessuno, ma ha sempre difeso i suoi confini". Aggiungendo: "Non vogliamo combattere con nessuno".
Tra il presidente Vladimir Putin e il capo della Chiesa ortodossa russa, il patriarca di Mosca Kirill, c'è un legame di ferro. Le uscite di Krill, che ha benedetto l'invasione dell'Ucraina come una guerra santa contro l'avanzare dall'Occidente delle derive immorali e anti-cristiane. Quindi la Ue è rimasta scoccata dal Patriarca che esortava esplicitamente a combattere contro "i nemici interni ed esterni della Russia".
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Le critiche piovute contro il capo della Chiesa ortodossa russa sono arrivate anche da parte di oltre 400 preti ortodossi ucraini, ma facenti capo al suo stesso Patriarcato di Mosca, che lo hanno denunciato al Consiglio dei Primati delle Chiese Antiche Orientali (la più alta "corte" dell'ortodossia mondiale).
Il Papa Francesco ha scritto a Kirill: "Caro fratello! Possa lo Spirito Santo trasformare i nostri cuori e renderci veri operatori di pace, specialmente per l'Ucraina dilaniata dalla guerra, affinché il grande passaggio pasquale dalla morte alla nuova vita in Cristo diventi una realtà per il popolo ucraino, desideroso di una nuova alba che porrà fine all'oscurità della guerra", ma non sembra aver sortito effetti. Ed è saltato l'incontro che era in cantiere tra i due per il prossimo 14 giugno a Gerusalemme, dove Francesco sarebbe dovuto arrivare dalla sua visita di due giorni in Libano.
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Critiche anche da parte di Bartolomeo, il Patriarca ortodosso ecumenico di Costantinopoli, che su Kirill ha detto: "Di fronte alla morte di persone innocenti, ai bombardamenti di civili, alla distruzione di intere città, di fronte a questa tragedia umana, non si possono sentire le prediche in cui si parla di questa guerra come 'sacra'. È qualcosa di molto triste. Ci provoca profondo dolore. Ma provoca più dolore agli stessi ucraini. Perché non puoi pretendere di essere fratello di un altro popolo e benedire la guerra condotta dal tuo Stato". Bartolomeo nell'intervista al giornale "Kathimerini of Cyprus", condanna apertamente Kirill: "Non puoi insistere sul fatto che l'Ucraina ti appartenga ecclesiasticamente, ma lasciare che i fedeli della struttura ecclesiastica sotto Mosca vengano uccisi e le loro chiese distrutte dai bombardamenti russi". "Quello che sta accadendo in Ucraina è una tragedia, è una disgrazia che stigmatizzerà per sempre coloro che l'hanno causata, coloro che si sono rivelati non avere paura di Dio", ha concluso il Patriarca ortodosso ecumenico.
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