Ieri, martedì 17 maggio, La Gioia della Musica è stata vista da 862.000 spettatori (4.6%) e Un Posto al Sole da 1.494.000 spettatori (7.5%). Un Posto al sole tiene la sua posizione, La Gioia della musica no.
La discesa dello share e degli spettatori della trasmissione di Augias che 'racconta' La Gioia della Musica sembra, seppure lenta, inesorabile.
Dall'inizio hanno abbandonato la sua aula di lezione quasi 200.000 spettatori-allievi, e da un giorno all'altro nessun recupero, come qualche volta nella scorsa settimana, da lunedì a martedì di altri 36.000 ne ha persi per strada.
Ma, domenica prossima, a Rebus di Rai Tre, Giorgio Zanchini continuerà a 'complimentarsi' con il suo sodale per la 'bella trasmissione', ed il sodale, direttamente interessato, aggiungerà gongolante e per la seconda volta: 'sorprendente soprattutto il risultato'? Certo, Zanchini deve farlo non può esimersi; ma il suo sodale andrebbe corretto nel senso che quel risultato della prima puntata (1.057.000 spettatori tv, share 5,2%) che poteva risultare accettabile, sta pian piano scemando, deludendo e 'SORPRENDENDO' tutti. Ma non i dirigenti Rai che sicuramente, vada come vada, stanno pensando ad un nuovo ciclo per la prossima stagione. Storia vecchia anzi vecchissima. Ve ne racconto una.
Quando mi occupavo, per conto della Rai, del 'programma' del Concerto di Capodanno' - la cui idea , è bene ricordarlo, non venne ai dirigenti del teatro veneziano, ma ad una signora, Anna Elena Averardi, che in quegli anni curava 'l'immagine' della Fenice - quel concerto, in tv su Rai Uno il giorno di Capodanno, faceva mediamente 4.500.000 spettatori: un record assoluto nella storia dei concerti in tv, superiore anche al Concerto viennese ( non dimentichiamo neanche questo! ). Quando arrivò al timone di Rai Uno Giancarlo Leone, grande genio delle produzioni tv, la prima cosa che disse, tramite tweet, era che avrebbe rimesso al suo posto il Concerto viennese, perché era una sconcezza che un concerto 'd'opera', per giunta italiana, avesse scanzato il fratello maggiore. Se poi non lo fece - quante volte non si fanno cose dette! - fu perché il responso auditel del concerto veneziano meravigliava tutti.
Quando lasciai quell'incarico, lo assunse Fortunato Ortombina, allora sovrintendente e direttore artistico, con il quale nei dieci anni di collaborazione, quando era direttore artistico del teatro, ho dovuto ogni anno puntualmente discutere con lui per fargli entrare in testa che si trattava di un concerto speciale che aveva, di conseguenza, bisogno di un programma altrettanto speciale. Quando fu lui e solo lui a dover confezionare quel programma lo fece alla 'sua' maniera e non come avevo tentato di 'insegnargli' - sì, proprio insegnargli, perché no; e non fu l'unica cosa che dovetti insegnargli - nei dieci anni in cui me ne ero occupato. E il risultato fu che da un anno all'altro, il concerto perse ben oltre 1.000.000 di telespettatori, attestandosi appena sopra i 3.000.000. Un colpo durissimo.
Chiamai, alla notizia tragica dell'auditel, in Rai e la risposta della funzionaria fu: siamo molto contenti del risultato, e lo è soprattutto Giancarlo Leone, perché siamo sopra i 3.000.000. Sì, replicai, ma l'anno scorso i telespettatori erano ben oltre i 4.000.000. La funzionaria ribadì che la Rai era soddisfatta.
La favola insegna che comunque dovesse andare anche la storia de La Gioia della Musica di Augias, che per intanto non sta andando bene perché noiosa ed inutile, la direzione di Rai Tre e l'amministratore delegato Rai, Fuortes, sponsor di Augias, ('non potevamo avere di meglio', ha detto. Bontà sua!) diranno sempre che non si attendevano un simile risultato. E perciò sarà inutile pubblicare giorno dopo giorno, insistendo. i numeri della disfatta, se disfatta continuerà. Ma noi, comunque, lo faremo.
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