Non è difficile immaginare che gli attuali vertici Rai si siano sentiti sollevati dall'intervenire nel caso della giornalista Rai, punita da dirigenti del TG1 ( direttore, vice direttori, capi servizio), essendo la faccenda ormai in mano alla magistratura alla quale Lei si è rivolta da tempo, non avendo ottenuto ascolto nell'azienda nella quale lavora.
Sullo stesso caso anche nella magistratura si è notata qualche anomalia: l'avocazione del caso da un giudice ad un altro, di grado superiore, che non ha visto di buon occhio la piega assolutoria che il giudizio stava prendendo nelle mani del suo collega, nei confronti dei dirigenti Rai accusati.
I fatti, che a raccontarli fanno venire il voltastomaco, si sarebbero svolti nel 2018, ma, non essendo noi addentro al caso, non sappiamo se sotto la direzione del TG 1 di Montanari o di Carboni. I quali naturalmente si guardano bene dall'aprir bocca. Il primo passato alla guida di Radio Tre, il secondo demansionato, che si lamenta di essere pagato profumatamente per non far nulla. Il quale, almeno lui potrebbe parlare, la forza per aprir bocca gli sarà rimasta, anche semplicemente per dichiarare la sua estraneità ai fatti.
Ma ciò che più impressiona è il silenzio degli attuali vertici sia del TG1 - Monica Maggioni - che della Rai - Fuortes.
E la cosa è ancor più sorprendente perché proprio ieri, nel caso di Fuortes, è stato reso noto da Dacia Maraini che a Fuortes è stato attribuito il Premio 'Elsa Morante', per la sezione 'Comunicazione'.
Con la seguente motivazione: "per la comunicazione silenziosa con la quale sta affrontando il caso della giornalista del TG1, che nel 2018, per punizione fu messa dai superiori dell'epoca, nella stessa stanza di un suo collega, con il quale la convivenza, per le vomitevoli e maleodoranti ragioni che sappiamo, era durissima, anzi impossibile". Fn qui la motivazione del premio
Grande fiducia nella magistratura. Quando fa comodo ai tanti ponziopilati in circolazione
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