Piano City Milano 2022, per farci dimenticare i due anni di pandemia appena trascorsi si presenta in una edizione più ricca del solito, come ha sottolineato il sindaco Sala alla presentazione. Da oggi a domenica inclusa, qualche centinaio di artisti per alcune centinaia di concerti o manifestazioni in ogni dove della città dal centro alla periferia, dall'alba al tramonto. Nulla di nuovo, si inseguono le mode, salvo che per la distribuzione capillare della musica di qualsiasi tipo, nella città - fatto oltremodo positivo, senza se e senza ma, come direbbero quegli ignari utilizzatori della lingua.
Al punto che ieri sera c'è stata una anteprima con la Michielin, quella giovane cantautrice che a Sanremo ha voluto misurarsi con la direzione - lì la chiamano così benché sia altra cosa - offrendo una prova che a dir poco definiremmo imbarazzante. A Milano si presenta come una star, ancorché giovane, ma vantando già una carriera di successi - scrivono gli organizzatori milanesi.
Poi ci sono cose presentate come nuovissime ma che sembrano vecchissime. Come ci sembra il concerto dell'aitante Antonio Ballista, il quale fa un excursus da Bach ai Beatles, con arrangiamenti che gli ha preparato Luca Mosca. Ci pare di ricordare che, quando eravamo direttore di Piano Time - da non confondere con l'attuale Piano City e neppure con una infausta esperienza di di molti anni fa a Ischia, intitolata Piano Circus - pubblicammo un articolo scritto a quattro mani da Ballista e Mosca che già questo programma andavano eseguendo in giro. Parliamo di oltre trent'anni fa. Le cose nuove non tramontano mai, nuove lo restano per sempre.
A proposito poi di mani, c'è qualcosa di questa Piano City che ci fa veramente...
Trattasi delle Nove Sinfonie di Beethoven eseguite tutte, una di seguito all'altra, nel corso di una giornata, da 72 mani. Cioè? in una trascrizione di qualcuno che non ricordiamo - certamente non Liszt che ne face una per pianoforte - per due pianoforti e a quattro mani. Insomma per ogni sinfonia ci saranno quattro pianisti diversi seduti due per ciascuno dei due pianoforti, per suonarla a otto mani. E se consideriamo che le povere sinfonie beethoveniane solo solo nove, per eseguirle è stato scritturato un drappello di pianisti. ben 36, le quali si presenteranno con 72 armi, le loro mani, pronti a sparare su Beethoven. Trasformando Piano City in un circo, un Piano Circus.
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