Lo avevamo scritto ieri sera, appena terminata la seconda puntata de La Gioia della Musica, che il maestro Augias nel seguito del suo corso accelerato di musica su Rai Tre era ad un bivio: mantenere gli stessi telespettatori (1.057.000) o perderli strada facendo, come puntualmente accaduto da un giorno all'altro, quando i telespettatori o allievi sono calati di 100.000 circa, giungendo a 950.000 e pure lo share sceso da 5,2% a 4,9%.
Abbiamo detto che eravamo pronti a scommettere, e lo siamo tuttora, che l'audience di AUGIAS, improvvisato ed incompetente maestro di musica non sarebbe aumentato, e che, visti i chiari di luna (non della omonima sonata beethoveniana della quale in una delle prossime lezioni sicuramente parlerà, essendo un suo cavallo di battaglia) già era tanto se fosse riuscito a mantenere a lungo gli stessi livelli di ascolto, mentre era troppo facile capire in anticipo che le cose sarebbero andate come sono poi andate. Se il calo in questa misura, proseguirà nei giorni a venire - come temiamo - già alla fine della prima delle cinque settimane di corso, la classe del maestro Augias si sarà dimezzata.
Ma nessuno pensi che Rai Tre, come sarebbe economico, chiuderà la trasmissione, sarebbe come ammettere la inavvedutezza dell'affidamento ad Augias di una trasmissione per la quale gli mancano i connotati essenziali. Perché a nulla serve, in questo caso, il richiamo del 'brand' Augias. Gli ascoltatori di musica credo se ne fottino del brand, quando capiscono che il maestro ne sa molto meno dei suoi allievi telespettatori, mentre insiste nel voler loro dargliela a bere. Loro non ci cascano come i dirigenti Rai che ad Augias hanno praticamente affittato uno spazio ogni giorno.
E poi, a volerla dire tutta, questa trasmissione non ha un'idea su cui fondarla, come l'avevano Bollani, Baricco ed anche All'Opera!, e perciò finirà nel dimenticatoio prestissimo.
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