È vero che Kiev è stata rasa al suolo?». Sul pullman che da Mariupol porta i civili a Zaporizhzhia, Victoriya, 27 anni, porge la domanda ai soccorritori. Fa parte dell'ultimo gruppo (in tutto 53) tra donne, bambini e anziani evacuato ieri dall'acciaieria di Azovstal. Ha vissuto l'inferno della distruzione di Mariupol, ma quando si è trasferita nei bunker dell'impianto metallurgico la situazione è peggiorata. «Ho bevuto per giorni acqua scaricata dalle batterie delle auto, e preferisco non ricordare che cosa ho mangiato. I russi ci tormentavano e deridevano. Dicevano che l'Ucraina non esisteva più. Che Kiev era come Mariupol». A Victoriya, il personale della Croce Rossa ha raccontato come la situazione non fosse così disperata, ma gli sguardi terrorizzati di chi scendeva dai pullman a Zaporizhzhia sono lo specchio di un trauma che sarà difficile assorbire. All'Azovstal non ci sono più civili, l'ha comunicato la vicepremier di Kiev Iryna Vereshchuk su Telegram. Il direttore delle operazioni sul campo della Croce Rossa, Dominik Stillhart, conferma la notizia. «La prima azione aveva avuto successo, e ha aiutato le ulteriori evacuazioni. Entrambe le parti hanno visto che funzionava e siamo riusciti a mettere in salvo tutti».
Ora non resta che capire che cosa accadrà domani, nella data delle celebrazioni del 9 maggio, perché se nell'acciaieria sono rimasti soltanto i soldati, a Mariupol ci sono ancora 100mila abitanti. Putin ha dato ordine di sospendere la parata, ma l'intelligence di Kiev ha rivelato che il 71esimo reggimento di fucilieri, di stanza in Cecenia, sarebbe stato mobilitato su Mariupol per sorvegliare la manifestazione. In un video si vedono inoltre soldati che distribuiscono ai civili il nastro di San Giorgio, simbolo della gloria militare di Mosca. Anche ieri i russi hanno continuato a bloccare le unità delle forze di difesa nell'area dell'acciaieria. Il capo del battaglione Azov, Andriy Biletsky, ha scritto su Telegram che «la situazione continua a essere critica. I bombardamenti non si fermano. Tre nostri compagni sono morti mentre scortavano i civili fuori dall'impianto». In città continua la ricerca di cadaveri che vengono trasferiti in quattro distinte fosse comuni. Secondo il consigliere del sindaco Petro Andriushchenko «sotto le macerie di ogni palazzo i russi trovano almeno un'ottantina di vittime».
Il dramma di Mariupol si sta ripetendo in tutto il Donbass e nel sud dell'Ucraina, martellati con violenza nel 73esimo giorno di combattimenti. La zona più martoriata è Kharkiv. Un missile lanciato dagli invasori ha colpito e distrutto il museo nazionale «Skovoroda». L'esposizione si trova vicino al confine con la Russia, dove gli scontri sono stati molto violenti. L'esercito di Mosca ha bombardato e fatto saltare in aria tre ponti stradali nella stessa regione orientale. I missili sono stati lanciati sugli insediamenti di Tsyrkuny e Ruski Tyshky per rallentare le azioni di controffensiva delle unità ucraine. Nella notte i russi hanno sparato su una colonna di 15 auto di civili che scappavano dalla città di Volchansk, nel distretto di Chuguevsky, uccidendo quattro persone.
Scontri a fuoco con armi leggere si sono susseguiti nei sobborghi di Severodonetsk, nel Donbass, tra i separatisti filo-russi e unità di Kiev che hanno usato cecchini e droni. La città sarebbe prossima all'accerchiamento. Vittime civili sono state segnalate sia nella città di Bakhmut, dopo un attacco missilistico su una zona residenziale, sia nel Donetsk. Missili aria-superficie sono stati sparati dalle forze russe contro due località della regione di Sumy, nell'Ucraina nordoccidentale. A essere colpiti nel pomeriggio i territori di Myropil e Khotin. Una guardia di frontiera è rimasta ferita. Effettuati anche diversi attacchi su Nikolaev, ma le aree popolate non sono state raggiunte. Due bambini sono stati uccisi e una donna e altri due bambini gravemente feriti in un assalto a Privillya, nel Luhansk. Il governatore Serhiy Haidai ha denunciato su Telegram che i russi hanno lanciato una bomba su una scuola nel villaggio di Belogorovka, dove nel sotterraneo si nascondevano 90 persone. Una trentina sono state tratte in salvo, ma le operazioni di soccorso sono continuate per tutta la notte. Almeno due le vittime sotto le macerie. A sud il lancio di 6 missili nella regione di Odessa ha provocato il danneggiamento di diverse infrastrutture, tra le quali l'aeroporto, e la distruzione di armi ed equipaggiamenti statunitensi ed europei. Sempre nella zona de Mar Nero, un'imbarcazione da sbarco è stata colpita e distrutta da unità ucraine vicino all'Isola dei Serpenti.
Nessun commento:
Posta un commento