lunedì 28 febbraio 2022

Protestano contro Putin gli artisti in Russia con dimissioni e accuse. Se Gergiev seguisse il loro esempio... ( Euronews)

 Pur volendo non potrebbero lasciare l'Italia per tornare a Kiev, e allora col cuore spezzato, dal Belpaese suonano per la loro patria, offesa dall'invasione russa. I soloist l'orchestra nazionale da camera d'Ucraina sono stati colti dalle notizie di guerra mentre erano in tournée in Italia, dove resteranno almeno fino all'8 marzo. Anatolii Vasylkivskyi, violonist. "Tutti nella nostra orchestra provano rancore. È molto difficile suonare in questo stato d'animo. Vogliamo dedicare i nostri concerti all'Ucraina, alle forze armate ucraine ea tutte le persone che si trovano ora in questa situazione. Vogliamo sostenere la nostra gente e la nostra missione è la cultura”.

Anche in Russia in ambito culturale si moltiplicano le espressioni di opposizione a Putin: editori, attori, registi, si sono detti contrari alla guerra. 

 Hanno fatto rumore le dimissioni di Laurent Hilaire direttore del corpo di ballo del teatro Stanislavsky di Mosca "vista la situazione geopolitica" si prepara a lasciare la Russia; idem il direttore artistico del teatro Mayakovsky, Mindaugas Karbauski, ha annunciato dimissioni e partenza come il coreografo Alexei Ratmansky che ha abbandonato il suo ultimo lavoro per il Bolshoi.

Elena Kovalskaya, direttrice del Teatro statale di Mosca, ha scritto su facebook che "in protesta contro l'invasione dell'Ucraina" si dimette. "Non si può lavorare per un assassino", ha aggiunto. 

Intanto l'Occidente bandisce gli artisti pro Putin, il caso più eclatante quello del direttore d'orchestra Valery Gergiev già escluso dal podio della Scala di Milano, dell' Orchestre de Paris e dalla Carnegie Hall dove avrebbe dovuto esibirsi, con i Wiener Philharmoniker. 

Salvini, mister 'prezzemolino', ormai fuori dai giochi, fa di tutto per non sparire dai radar della politica (Adnkrons), Si converte al cattolicesimo e fa professione di francescanesimo

 Pensate se fosse Roma ad ospitare un simile incontro". Matteo Salvini, leader della Lega, a Mezz'ora in più si esprime così dopo le news relative ai colloqui in programma tra Ucraina e Russia, con il primo tentativo di mediazione per fermare la guerra. "Bisogna costringere i due soggetti, uno che ha ragione che si sta difendendo eroicamente e un altro che ha torto perché ha scatenato un conflitto, a sedersi intorno ad uno stesso tavolo", dice Salvini. "Pensate se fosse Roma, ad ospitare un simile incontro, Roma città di pace, Roma che ospiterà il Giubileo, Roma che ospita fedi diverse, culture millenarie. Sarebbe bello che l'Italia avesse la voce più alta per dire stop alla guerra", aggiunge. 

"È un notizia straordinaria che Ucraina e Russia tornano al negoziato. La guerra va fermata non con un'altra guerra, ma con il dialogo. Il leader politico, se posso usare questo aggettivo, più illuminato in queste settimane è il Santo padre, che anche oggi dice non chiudiamo la strada del negoziato", afferma. 

"È terribile pensare al nucleare, il nucleare va usato per riscaldare le scuole. Spero che l'Italia -aggiunge il leader leghista- non si aggreghi ai tifo della guerra. Se l'avanzata si è arrestata penso che sia l'unica soluzione per evitare un disastro planetario. Vorrei che l'Ocidente e la mia Italia che è sempre stata per la pace e non per la guerra sostenesse le parole del Santo padre e di Zelensky e tifasse per il dialogo, per la fine del conflitto, non per venti di guerra che nessuno sarebbe più in grado di controllare. Non è il momento di mandare, armi, uomini, sommergibili". 

Colloqui Russia Ucraina bis. I negoziatori delle due parti ( da Il Messaggero)

 Chi è seduto al tavolo dei colloqui tra Ucraina e Russia? I negoziati in corso in Bielorussia nella regione di Gomel vedono il ministro della Difesa Oleksii Reznikov, un fedelissimo del presidente Zelensky, a guidare la delegazione ucraina. Alla testa della controparte russa, Vladimir Medinsky, consigliere di Putin, ex ministro della Cultura (2012-2020), molto noto per il suo estremo nazionalismo. 

«La delegazione russa è pronta a negoziare con l'Ucraina tutto il tempo necessario per raggiungere un accordo», ha affermato il capo negoziatore russo, Vladimir Medinsky, citato da Interfax. Ma l'Ucraina chiede il «cessate il fuoco immediato» e il ritiro delle truppe russe. 

«Le prossime 24 ore saranno cruciali per l'Ucraina», ha detto il presidente ucraino Zelensky in una conversazione telefonica con il premier britannico Johnson. Ed ha aggiunto di avere avuto anche una conversazione telefonica con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Questi gli altri partecipanti alla delicatissima riunione: dal lato ucraino del tavolo David Arakhamia, leader del partito di Zelensky, il vice ministro degli Esteri, Mykola Tochytskyi, già ambasciatore ucraino presso la Ue e poi in Gran Bretagna; Mikhailo Podoliak, consigliere del presidente e in questi giorni drammatici suo instancabile portavoce con i media, Rustem Umerov, uno dei tre deputati eletti a Kiev, Andryi Kostin, vice capo del gruppo di contatto trilaterale (tra Russia, Ucraina e l'Osce ) per un cessate il fuoco nel Donbass. 


Per  la delegazione russa, accanto a Medinsky ci sono Alexander Fomin, il generale viceministro della Difesa, Andrei Rudenko, vice ministro degli Esteri dal 2019, dopo tre anni alla direzione del dipartimento che cura i rapporti con le ex repubbliche sovietiche, soprattutto Ucraina, Bielorussia e Moldavia. 


Nelle foto dell'incontro non compare Roman Abramovich, fra i più ricchi oligarchi russi, che, secondo il Jerusalem Post, su richiesta di Kiev, sarebbe in Bielorussa per partecipare ai negoziati. Il suo portavoce da Londra si è limitato a confermare il suo impegno negoziale senza fornire dettagli specifici. «Anche se l'influenza di Roman Abramovich è limitata - ha aggiunto - si è reso disponibile a fare un tentativo».

Colloqui Russia-Ucraina. C'è qualche spiraglio (La Presse)

 Nel corso della prima giornata di colloqui tra le delegazioni ucraina e russa “sono stati trovati dei punti su cui è possibile prevedere posizioni comuni”. 

Lo riferisce l’agenzia russa Ria Novosti citando le parole di Vladimir Medinsky, capo della delegazione di Mosca.

Contro la guerra russa in Ucraina si schierano anche diversi noti

 ...Diverse personalità russe del mondo dello spettacolo hanno preso posizione, come riporta Liza Fokht, corrispondente della Bbc. Nessuno di loro, sottolinea Seddon, ha menzionato Putin nel proprio intervento ma rischiano comunque di non poter più esibirsi nella tv di stato per tutta la vita. 

 Tra loro c’è la popstar Valery Meladze, che in breve video su Twitter ha detto: «Oggi è successo qualcosa che non dovrebbe mai succedere. La storia giudicherà. Ora voglio chiedervi di smettere le azioni miliari e sedervi a negoziare». 

La pattinatrice artistica Evgenia Medvedeva: «Spero che tutto questo finisca prima possibile, come succede con gli incubi». 

La popstar Svetlana Loboda su Instagram ha pubblicato una foto di un campo di girasoli con i colori della bandiera ucraina e ha scritto «il mio cuore è spezzato. Sono in contatto con le persone che amo dalle 5 del mattino. Come è possibile? Dio, ferma tutto questo! Sto piangendo». 

Maxim Galkin, cantante e marito della più grande celebrity russa Alla Pugacheva, su Instagram ha postato una foto nera con la scritta «sto parlando con amici e parenti in Ucraina da stamattina. Non riesco a trovare le parole per dire ciò che provo. Com’è possibile tutto questo, non c’è nessuna giustificazione per la guerra. No alla guerra!». 

E infine il conduttore tv Ivan Urgant, sempre su Instagram, ha commentato: «Paura e dolore. No alla guerra». 

Artisti russi danno forfait alla Biennale: "non c'è posto per l'arte quando i civili muoiono sotto il fuoco dei missili" hanno scritto i due artisti russi invitati

 La Russia non parteciperà alla 59/a Biennale dell'Arte di Venezia, edizione 2022, per il forfait da parte degli artisti Alexandra Sukhareva e Kirill Savchenkov assecondati dal curatore Raimundas Malaauskas, a causa del conflitto innescato da Mosca contro l'Ucraina. "Non c'è posto per l'arte quando i civili muoiono sotto il fuoco dei missili - ha scritto su Istagram Sukhareva taggando per la condivisione Savchenkov - quando i cittadini dell'Ucraina si nascondono nei rifugi e quando chi protesta in Russia viene ridotto al silenzio". 

Da parte sua l'Ucraina ha invece confermato la propria partecipazione alla Biennale dell'Arte di Venezia. 

La Biennale nell'esprimere "piena solidarietà per questo atto coraggioso e nobile" e "condivide le motivazioni che hanno portato a questa scelta, che drammaticamente raffigura la tragedia in cui si trova l'intera popolazione dell'Ucraina". "La Biennale resta il luogo di incontro fra i popoli attraverso le arti e la cultura - rileva la nota diffusa - e condanna chi impedisce con la violenza il dialogo nel segno della pace". (ANSA).

Nuove forme di protesta contro la Russia: boicotta la vodka

 Schierarsi apertamente in favore della pace passa da piccoli gesti. Milioni di utenti sui social attraverso l'hashtag "BoycottVodka", tra Stati Uniti e Canada, sono stati coinvolti in un’iniziativa curiosa: boicottare la vodka in segno di protesta contro l'invasione russa dell'Ucraina. 

 “ Svuotate tutte le bottiglie di vodka russa e, insieme a munizioni e missili, speditele vuote in Ucraina affinché possano essere usate come bombe Molotov", ha twittato il senatore repubblicano Tom Cotton scagliandosi contro il drink russo per eccellenza. 

In Canada il "Liquor Control Board" dell'Ontario ha annunciato che i 600 punti vendita della provincia faranno a meno del prodotto russo. Un'azione che si sta espandendo velocemente anche in altre province. La Nova Scotia Liquor Corporation, che controlla le vendite di bevande alcoliche in tutta la Nuova Scozia, ha affermato che la vodka russa è stata rimossa dagli scaffali dei negozi e dal sito Web a causa dei “terribili eventi in corso”. 

Negli Stati Uniti, il "Jacob Liquor Exchange" in Wichita, Kansas, ha rimosso dalla vendita centinaia di bottiglie di vodka versandone il contenuto di una parte in terra in segno di disprezzo verso la violenza russa. In Oregon, il proprietario di un bar a Bend si è filmato mentre versava tutta la sua vodka russa, secondo FOX 12 di Portland. 

 Sul web dilaga anche l'hashtag #BoycottRussia: tanti gli appelli per disinstallare il sistema di messaggistica instantanea Telegram, fondato dal russo Pavel Durov. Nel mirino degli utenti della rete anche il caviale e i tè russi e il gas, con la proposta di limitarne il consumo. Una protesta che sta dilagando in fretta anche in Europa. 

Guerra Russia-Ucraina. Collegare, il prima possibile, la rete elettrica ucraina con una europea, scollegandosi da quella russa

 Kadri Simson, Commissario Ue per l'energia, si aspetta che i ministri degli stati membri Ue appoggeranno la proposta di sincronizzare il prima possibile la rete elettrica ucraina con la rete europea.

"Prevedo che i ministri dell'Energia appoggeranno la sincronizzazione d'emergenza della rete energetica ucraina alla rete europea, il prima possibile", ha detto Simson immediatamente prima di un meeting con i ministri Ue dell'Energia a Bruxelles.

 L'Ucraina ha iniziato a testare la propria rete elettrica nel tentativo di collegarsi a una rete europea e scollegarsi da una rete legata alla Russia, in seguito all'invasione lanciata lo scorso giovedì.

Ucraina. Ultimissime dalla guerra

 E' iniziata la riunione speciale di emergenza dell'Assemblea Generale Onu sull'invasione russa dell'Ucraina. Il presidente dell'Assemblea ha chiesto un momento di silenzio e preghiera o meditazione prima dell'inizio degli interventi. Al termine della maratona di discorsi l'Assemblea dovrebbe votare una risoluzione contro l'aggressione di Mosca dell'Ucraina, che potrebbe slittare anche a domani


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Putin a Macron: ok stop attacchi a civili

Il presidente russo, Vladimir Putin, si è impegnato a far cessare qualsiasi attacco delle truppe russe
contro i civili, contro le zone residenziali dell'Ucraina. Lo rende noto l'Eliseo in seguito alla telefonata fra Putin e il presidente francese, Emmanuel Macron.

A breve terzo round colloqui in Bielorussia

I negoziati tra le delegazioni ucraina e russa sono ancora in corso e che il terzo round inizierà a breve. Lo ha riferito il consigliere del presidente dell'Ucraina Mykhailo Podoliak, che guida la delegazione ucraina nella regione bielorussa di Gomel                   
            
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Svizzera: improbabile che Putin usi armi nucleari

E' improbabile che la Russia usi le armi nucleari contro l'Occidente. Lo ha affermato il ministro della Difesa svizzero, Viola Amherd, rispondendo ai giornalisti circa una simile possibilità  dopo che il presidente russo ha messo in allerta le forze di deterrenza, comprese quelle nucleari. "Guardiamo ovviamente tutti gli scenari, ma le nostre ricerche indicano che la probabilità che queste armi nucleari vengano usate è bassa", ha sottolineato.

Il club calcistico tedesco SCHALKE 04, ha rotto con Gazprom, a seguito dell'invasione dell'Ucraina (Rai Sport)

 Ora è ufficiale, il club calcistico tedesco Schalke 04, che milita in seconda divisione, ha chiuso la sua partnership con il colosso russo del gas Gazprom, a seguito dell'invasione dell'Ucraina da parte delle truppe russe.

 "Il consiglio di amministrazione dell'FC Schalke 04, d'accordo con il consiglio di sorveglianza, ha deciso di rescindere il contratto con Gazprom prima della sua scadenza", ha annunciato il club sul proprio sito web.

 Il club aveva già deciso la scorsa settimana di cancellare il nome di Gazprom dalle sue maglie per la partita di campionato di sabato.

Putin, il pacifista, ha assoldato dei mercenari, 400 circa di numero, per uccidere il guerrafondaio Zelensky (TGCOM 24)

 Oltre 400 mercenari russi, vicini al Cremlino, delle forze del gruppo Wagner, si trovano in Ucraina da cinque settimane e sono incaricati di uccidere il presidente ucraino Volodymir Zelensky. Lo scrive il Times. I mercenari sarebbero arrivati dall'Africa e si trovano a Kiev con l'unica missione di uccidere il capo di stato ucraino.

 La notizia della presenza della milizia, formata da ex soldati e poliziotti e riconducibile al potente uomo d'affari russo Yevgeny Prigozhin a Kiev, ha portato alla decisione di imporre il coprifuoco nella capitale per tutto il weekend con l'avvertimento che chiunque fosse visto per strada sarebbe stato considerato un nemico. 

 Oltre all'uccisione di Zelensky, la milizia avrebbe ricevuto l'ordine di eliminare anche altri 23 rappresentanti del governo e figure di spicco per consentire a Mosca di subentrare con un governo fantoccio: nel mirino l'intero esecutivo, il sindaco di Kiev Vitaly Klitscho e il fratello Wladimir. 

 Secondo il Times i mercenari stanno aspettando il via libera dal Cremlino per colpire. Intanto Zelensky e gli altri obiettivi vengono tracciati attraverso i loro cellulari. La missione sarebbe in sospeso in vista dei negoziati ma, scrive il Times, Putin non avrebbe intenzione di raggiungere un accordo. Secondo il quotidiano britannico il gruppo Wagner ha da gennaio 2mila-4mila uomini in Ucraina con diverse missioni: alcuni sono stati inviati nelle zone delle repubbliche separatiste del Donbass. 

Anna Netrebko difende l'amico (e suo scopritore) Gergiev

 In Italia, ma anche in molti altri  paesi europei (ieri manifestazione oceanica a Berlino) e nella stessa Russia, si stanno vedendo gesti infiniti e simbolici del sostegno della musica e della cultura all'Ucraina assaltata da Putin che, ormai è chiaro a tutti, è un dittatore folle, pericoloso perché imprevedibile, fino a quando la Russia stessa non lo farà fuori, esautorandolo. Cosa che ad oggi, ma non possiamo sapere domani, è di fatto impossibile.

 Il monod della muscia in Italia ha compiuto nelle giornate di ieri e l'altro ieri gesti di grande impatto, dalla direttrice Lyniv, ucraina, che ha letto un messaggio forte e commovente; alla cantante russa che alla Scala si è presentata avvolta nella bandiera ucraina, alla fine della recita dell'opera di Massenet; alle due cantanti, una russa e l'altra ucraina, che al Teatro San Carlo di Napoli, sui sono abbracciate in palcoscenico; al direttore russo Boreyko, ospite della Verdi di Milano,  che ha protestato senza mezzi termini contro l'aggressione del suo paese d'origine all'Ucraina.

 Defilata invece è apparsa la celebre cantante Anna Netrebko, con troppi distinguo sulla condanna di Putin e della guerra, volendo salvare dalle accuse il suo amico e scopritore Valery Gergiev.  Netrebko, star della Scala, resterà nel teatro milanese dopo che a Gergiev è stato  inibito l'ingresso d'ora in avanti e fino a quando con si dissocerà da Putin, suo amico, oggi invasore, e sulla guerra in Ucraina?

Non sappiamo se per sua iniziativa o per suggerimento dello stesso Gergiev, la Netrebko ha detto che non gli si può chiedere una condanna pubblica di Putin. 

Ma neppure della guerra senza mezzi termini? Forse almeno questo sì. E allora perchè Gergiev non lo fa, come ha fatto la stessa Netrebko: 'mi oppongo a questa guerra che mi spezza il cuore'?

domenica 27 febbraio 2022

Ucraina-Russia. L'incognita dei colloqui. Nascondono un trappola? ( da Il Giornale, di Gaia Cesare)

 L' Ora X è oggi. Ucraina e Russia si incontrano stamattina con le rispettive delegazioni, sul fiume Pripyat, 250 chilometri a nord di Kiev, in Bielorussia, mentre la guerra entra nel suo quinto giorno e Vladimir Putin ha messo sul tavolo l'opzione nucleare. Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, il padrone di casa alleato di Putin e finito anche lui nel mirino delle sanzioni, al telefono con il leader ucraino «si è preso la responsabilità di garantire che tutti gli aerei, elicotteri e missili in territorio bielorusso resteranno a terra durante il viaggio, i colloqui e il ritorno», spiega il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Un «incontro senza pre-condizioni», è quanto concordato alla vigilia. Le parti arrivano all'appuntamento dopo una prima offerta di colloqui da Mosca, rifiutata da Zelensky per via della sede, la Bielorussia dalla quale partono i missili di Mosca. La Russia pone un ultimatum: «Kiev risponda entro le 15 o sarà responsabile dei prossimi eventi». «Inaccettabile» è la replica. Ma nel pomeriggio c'è la svolta. Zelensky dà il via libera all'incontro. Si arriverà a una tregua? C'è la speranza che i negoziati abbiano esito positivo? «Non ci credo molto, ma proviamo» spiega pessimista Zelensky. «Andiamo lì per ascoltare cosa vuole dire la Russia, andiamo senza accordi preliminari sui risultati», dice il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. Che però mette in chiaro: «Se l'esito dei colloqui non sarà la pace, voglio chiarire che non cederemo un solo centimetro del nostro territorio». Si preannuncia un dialogo fra sordi. Ma per la prima volta da quando è scattato l'attacco russo all'Ucraina si potrà capire meglio quale partita intenda giocare Mosca. L'escalation verbale e sostanziale di Putin, che ha ordinato l'allerta del sistema di deterrenza nucleare, è la pistola che lo Zar mette sul tavolo dei negoziati. Escalation per la de-escalation, sembra la strategia del presidente russo. Alzare al massimo la tensione, per sedere ai colloqui da una posizione di forza e uscirne vincitore. Oppure, ancora peggio, fingere di voler trattare, per trovare nel fallimento dei colloqui il pretesto per proseguire l'offensiva, anzi per potenziarla.

È una partita che sembra vinta in partenza dallo Zar che con le sue guerre di aggressione ha sempre soggiogato il nemico e ha a disposizione il secondo esercito più potente del mondo, dopo quello statunitense. Ma la risposta ucraina è stata fin qui decisa ed efficace. I soldati russi proseguono l'offensiva, circondano Kiev ma non l'hanno ancora presa e l'esercito di Mosca ha ammesso per la prima volta l'uccisione di alcuni suoi soldati, 4300 tra feriti e uccisi secondo l'Ucraina. Impossibile parlare di fallimento russo, anche perché la guerra è appena cominciata. Ma la resistenza ucraina si è dimostrata più ostica del previsto, le armi dall'estero stanno arrivando. E a questo si aggiungono le ritorsioni dell'Occidente, che con il bando delle banche russe dal sistema Swift, ha sganciato la sua «arma nucleare finanziaria». L'obiettivo è rendere la guerra un costo troppo alto per Mosca. E isolare sempre più Putin, che intanto vede migliaia di russi sfidare il regime e scendere in piazza per dire «no» alla guerra. Ieri ha rotto il silenzio per primo l'oligarca Mikhail Fridman, uno degli uomini più ricchi di Russia, co-fondatore di Alfa-Bank, banca privata fra le più grandi del Paese, nato in Ucraina occidentale ma cresciuto in Russia, di cui è cittadino. Ha chiesto la fine del «bagno di sangue». «La guerra non può mai essere la risposta», ha scritto in un messaggio allo staff londinese. Dopo di lui è arrivato Oleg Deripaska, ex marito della nipote di Boris Eltsin, considerato tra gli oligarchi più vicini a Putin e tra gli uomini più ricchi di Russia. «La pace è importantissima», ha detto tifando per i negoziati. Potrebbe essere l'inizio di un pressing russo perché Putin riveda i suoi piani ma anche un segnale che rischia di rendere lo Zar ancora più nervoso e perciò più pericoloso.

Guerra di Putin all'Ucraina. I riflessi sull'economia mondiale ( da Il Giornale , di Gian Maria De Francesco)

 Il G7 ha deciso unanimemente di penalizzare finanziariamente la Russia a causa dell'invasione all'Ucraina. Nel tardo pomeriggio di ieri anche il Giappone si è agganciato al treno Usa-Ue-Gran Bretagna-Canada-Australia che ha concordato pesanti sanzioni nei confronti di Mosca. «Stop alle transazioni con la banca centrale russa e congelamento dei suoi asset all'estero. Esclusione di importanti banche russe da Swift», ha sintetizzato la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, ieri sottolineando che «saranno colpiti gli asset degli oligarchi russi».

Sebbene il premier ucraino Volodymyr Zelensky abbia sollecitato la chiusura totale del circuito internazionale telematico che garantisce l'affidabilità degli intermediari bancari, esso resterà aperto per alcuni istituti «scelti», tra i quali dovrebbe esserci Gazprombank, in modo da consentire ai Paesi sviluppati (in primis Germania e Italia) di procedere ai pagamenti di gas e petrolio. L'ok formale alla misura, comunque, non arriverà prima di oggi. L'occasione potrebbe essere rappresentata dal Consiglio dei ministri dell'Energia previsto, in presenza, nel pomeriggio a Bruxelles. «Crediamo che si debbano tenere aperte delle possibilità finanziarie perché si possano mandare soldi alle famiglie o pagare cose necessarie. Non vogliamo fare lo stesso errore fatto con l'Iran», ha spiegato il rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell.

Il freezing dell'operatività della Banca centrale russa impedirà a Mosca di intervenire contro una probabile svalutazione del rublo. «È stato congelato circa il 50% delle riserve perché sono le riserve tenute in Paesi nel G7. Puntiamo alla ricchezza dell'élite putiniana», ha detto Borrelll. Nel medio periodo questo potrebbe comportare, oltre a grandi difficoltà negli approvvigionamenti, un ulteriore incremento dell'inflazione con pesanti ripercussioni in un Paese nel quale il reddito pro-capite si aggira attorno ai 10mila euro.

In ogni caso, l'instabilità dei mercati a partire da stanotte (Sydney apre all'una ora italiana; ndr) è assicurata. «È difficile pensare all'oggi perché il tema saranno le prossime giornate: la settimana scorsa si è chiusa sull'ipotesi di una guerra lampo e di una soluzione rapida, poi sono giunte notizie contraddittorie che spaziano dall'apertura dei negoziati all'alert nucleare», sottolinea Gianluca Verzelli, senior banker di Banca Aletti. «È difficile identificare il driver che possa far propendere i mercati a interpretare qualcosa che non accadeva dal 1945: la violenza della correzione della Borsa russa e il crollo del rublo sono segnali», aggiunge.

«Ci aspettiamo una giornata interlocutoria di consolidamento ma il mercato rimane vulnerabile», evidenzia Wlademir Biasia, Chief strategy officer di Wb Advisors. «Non pensiamo - prosegue - di trovarci in una situazione in cui il peggio sia alle spalle a meno che non ci sia l'apertura di una trattativa concreta». Ecco perché le reazioni saranno determinate dall'atteggiamento delle banche centrali. Le riunioni di politica monetaria della settimana riguardano Australia e Canada, generalmente prodromiche degli istituti maggiori. Il presidente della Fed, Jerome Powell, parlerà al Congresso e al Senato. «La scorsa settimana erano attese politiche restrittive; ora con la guerra tutto questo perde di significato e si potrebbe guardare a un nuovo scenario visto che la presidente Christine Lagarde ha già detto che la Bce metterà a disposizione la liquidità necessaria per far fronte ai costi della crisi», conclude Biasia.

Kiev chiede la collaborazione degli hacker nella guerra a Putin

 Il ministro ucraino per la Trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov, ha detto su Twitter che il Paese sta creando un "esercito informatico" per "continuare la lotta sul cyber fronte" contro la Russia che bombarda l'Ucraina.

 In un tweet, Fedorov ha incluso un link a una chat di Telegram dove si incoraggiano hacker ad attaccare aziende russe dell'energia e della finanza. La lista include il gigante del gas Gazprom e banche come Sberbank e Vtb. (ANSA).

Putin il terrorista. Dalla minaccia all'uso dell'arma nucleare ( da Il Giornale, di Andrea Cuomo)

 Le forze strategiche di deterrenza sono quelle su cui la Russia fonda la capacità di inibire una possibile aggressione. Si dividono in forze difensive e offensive e comprendono tra le altre armi nucleari come i missili balistici intercontinentali fissi e mobili, bombardieri strategici e sottomarini lanciamissili. L'allerta speciale disposto da Putin corrisponde a uno stato di approntamento generale che è a metà strada tra il normale esercizio e l'allarme vero e proprio. Il 19 febbraio, prima dell'inizio della guerra, Putin ha presieduto dal Centro di controllo del Cremlino un'esercitazione delle Forze di deterrenza strategica a cui hanno partecipato anche le Flotte del Mar Nero e del Nord.

Detto che siamo ancora piuttosto lontani da una vera minaccia nucleare, vediamo cosa accadrebbe nel caso in cui questa dovesse diventare realtà. Ci sono tre valigette, dette «cheget», che contengono i codici per il lancio dell'arma nucleare. Esse sono in mano rispettivamente al presidente della Repubblica, al ministro della Difesa e al Capo di stato maggiore, e se anche uno solo dei tre non attiva il suo codice l'arma non può partire. Si calcola che dal momento in cui l'ordine viene inviato ai singoli comandanti un sottomarino lanciamissili (Ssbn) possa essere sganciato tra i 9 ai 15 minuti, mentre il tempo potrebbe essere più breve nel caso di lancio disposto direttamente dal centro di comando di Mosca, ciò che consentirebbe di saltare molti passaggi. Esiste anche un sistema automatico di lancio del loro arsenale nucleare che si chiama Perimetr e si attiva in caso di distruzione dei centri di comando e controllo tramite la rilevazione degli impatti.

Secondo il report della Federation of american scientists la stima più realistica dell'arsenale russo conterebbe 4.477 testate nucleari, delle quali 2.889 sono immagazzinate e quindi non immediatamente adoperabili mentre 1.558 sono già montate sui diversi vettori: 812 sono installate su missili balistici intercontinentale (Icbm), 576 su sottomarini lanciamissili e circa 200 su bombardieri. Circa 1.500 altre testate sono smantellate o in attesa di esserlo.

Dagospia. Una frase infelice del premier, mal detta e male interpretata anche da Zelensky, ringalluzzisce il sito di D'Agostino e i denigratori di Draghi

 Secondo Dagospia ha un nome "il genio di Palazzo Chigi" colpevole, come recita il sito di gossip politico fondato e diretto da Roberto D'Agostino, di non aver passato immediatamente la telefonata del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al premier italiano Mario Draghi: "Si chiama Luigi Mattiolo, è il consigliere diplomatico del premier che ha rimbalzato il disperato" Zelensky, assicura Dago. Ci sarebbero anche le parole, testuali, pronunciate da Mattiolo: "Prenda un appuntamento telefonico". Vero o n0 che sia, Dago chiosa con il solito velenoso sarcasmo: "Ma dove li troviamo?".

Il (tragicomico) disguido diplomatico ha creato non poco imbarazzo a Roma. Durante l'informativa alla Camera sulla crisi ucraina, il premier Draghi ha spiegato con parole forse incaute quanto accaduto nelle ore precedenti: "È stato veramente un momento drammatico che ha colpito tutti i partecipanti al consiglio europeo. Oggi, stamattina, il presidente Zelensky mi ha cercato, abbiamo fissato un appuntamento telefonico per le 9.30 ma non è stato possibile fare la telefonata perché il presidente Zelensky non era più disponibile".

 Un passaggio pronunciato con apprensione e quasi con commozione: ma poco dopo è arrivata via Twitter una risposta secca, dai toni inattesi, di Zelensky: "Oggi alle 10:30 all'entrata di Chernihiv, Hostomel e Melitopol c'erano pesanti combattimenti - ha scritto - persone sono morte. 

La prossima volta cercherò di spostare l'agenda della guerra per parlare con Mario Draghi in un momento preciso. Nel frattempo l'Ucraina continua a combattere per il suo popolo".

Un messaggio sarcastico che sembrerebbe in qualche modo da ricollegare alla denuncia, fatta già ore prima parlando al Paese, della mancanza di un aiuto concreto oltre alle sanzioni. "L'Ucraina è rimasta sola mentre il resto del mondo sta a guardare da lontano", aveva detto Zelensky. (Il Tempo)

Marco Travaglio dà del FESSO al mondo intero che stima e ci invidia Mario Draghi. Per lui l'unico grande statista italiano resta Giuseppe Conte. Chi si contenta...

 Marco Travaglio, nonostante una tragica guerra in corso, non perde occasione per scagliarsi contro Mario Draghi. Il motivo? Un'indiscrezione rilasciata da Dagospia, secondo la quale il consigliere del premier, Luigi Mattiolo, avrebbe rimbalzato il presidente ucraino Zelensky. Anzi, Mattiolo avrebbe addirittura detto al primo ministro dell'Ucraina, di prendere un appuntamento.

 

 Un fatto ripreso dal direttore del Fatto Quotidiano nel suo editoriale. Qui Travaglio scrive: "Sostituite ’Mario Draghi’ col nome e il cognome di un altro premier (uno a caso) e immaginate lo sdegno unanime misto a shignazzi di tg, talk, giornali e politici assortiti. Invece Draghi è come Dash: lava più bianco. Nessun titolo o commento indignato, anzi trovare la notizia completa è impossibile (fuorché su Dagospia)". Insomma, un modo come un altro per dire che Draghi non ha abbastanza polso.

 

 


 

Ma Travaglio non si limita a questo. "Nessuno di quanti dipingevano Draghi come il nuovo capo dell'Europa al posto della Merkel spiega come mai il fu SuperMario s' è ridotto a bonsai e prende sberle da tutti: dai russi, dagli ucraini e persino dagli amici inglesi e americani che non lo riconoscono più". Da qui la conclusione: "Del popolo ucraino non frega niente a nessuno: tutti usano la guerra per le proprie guerricciole domestiche". Se lo dice lui. (Il Tempo)

Ucraina. Ultimissime dai fronti, al via ai colloqui. Ma Zelensky non ci crede e non crede al dittatore russo, del quale il mondo intero comincia ad avere dubbi sulla salute anche mentale ( Euro News)

 Qualche ora appena di tregua e poi le sirene sono tornate ad accompagnare nuovi bombardamenti a Kiev. Poco prima dell'alba forti esplosioni sono state registrate anche a Kharkhiv, la seconda città del paese. Nella serata di domenica, intanto, era caduta la città costiera di Berdyansk, sul Mar d'Azov. I servizi ucraini sostengono intanto che rinforzi alla Russia stiano intanto arrivando dalla Bielorussia, che dopo l'allerta di Mosca al suo sistema difensivo nucleare, nella notte ha riaffermato la sua solidarietà al Cremlino, votando in parlamento il via libera ad ospitare armi nucleari.


"La prossime 24 ore saranno decisive", ha detto Zelensky in un colloquio telefonico con il premier britannico Boris Johnson. Per non lasciare intentata alcuna possibilità di uscire dal conflitto, il presidente ucraino aveva in precedenza finito per accettare i colloqui con Mosca in Bielorussia. "Non credo molto nei risultato di questo incontro - ha detto -, ma non voglio che si dubiti sul fatto che da Presidente non le abbia provate tutte per fermare la guerra, quando c'era una piccola possibilità".


L'Unione Europea replica con il via libera senza precedenti al finanziamento di armi da inviare all'Ucraina. Una misura accompagnata anche dalla chiusura del suo spazio aereo ai voli russi e al bando di media controllati dal Cremlino, come Russia Today e Sputnik. "L'Ucraina è dei nostri - ha detto a euronews la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen - vogliamo che entrino nell'Unione Europea". Le sanzioni occidentali e l'esclusione selettiva delle banche russe dal circuito dei pagamenti Swift fanno intanto tremare il rublo, che affonda e tocca nuovi minimi sul dollaro.

Per la prima volta da 40 anni a questa parte, il Consiglio di Sicurezza ONU ha intanto convocato per oggi un'assemblea generale speciale delle Nazioni Unite. Contraria ovviamente la Russia, ad astenersi e ribadire l'esitazione a schierarsi apertamente nel conflitto è stata fra gli altri anche la Cina.



Marco Betta ha disastrato quel paradiso in terra che era il Teatro Massimo di Palermo quando c'era Francesco Giambrone

 I dipendenti del Teatro Massimo di Palermo hanno deciso di protestare,  attraverso l'arma dello sciopero, nel giorno di maggiore notorietà del Massimo siciliano in questa stagione, e cioè in occasione del concerto diretto da Placido Domingo.

 Protestano per la pianta organica, per gli stipendi  rimasti al palo da anni ecc... e, nei fatti, accusano Marco Betta che, nei due mesi da quando è diventato sovrintendente, avrebbe dovuto risolverli, m e nello steso tempo di essere stato complice del predecessore Giambrone, del quale per qualche mese era stato collaboratore, come direttore artistico.

Tempi duri, dunque,  anzi durissimi per Betta che fra tre o quattro mesi potrebbe anche essere messo alla porta dai nuovi amministratori palermitani, che con lui come con Giambrone non saranno così benevoli come è stato il loro sodale politico Orlando, mentre a Roma tutti si attendono, e in primis Gualtieri, da Giambrone, il sovrintendente che fa miracoli, e che soprattutto mette tutti a tacere, che con le sue arti magiche risolva tutti i problemi, del medesimo tenore  di quelli palermitani che ha lasciato Carlo Fuortes, dei quali di tanto in tanto  uscivano dal teatro solo delle sommesse proteste, per non disturbare il manovratore. 

Tutti contro Gergiev ( da Milano Today). E fanno bene!

 Tutti contro il direttore d'orchestra Valery Gergiev, uno dei più importanti ambasciatori culturali della Russia, ora finito nell'occhio del ciclone a causa dei suoi legami con Vladimir Putin, suo vecchio amico e benefattore. Prestigiose istituzioni musicali di Stati Uniti, Germania, Olanda, Austria, Gran Bretagna e il Teatro alla Scala di Milano hanno preso le distanze dal maestro minacciando di tagliare i legami con lui a meno che non denunci l'invasione dell'Ucraina da parte di Putin. 

Nel frattempo sono stati annullati i suoi concerti da qui alla prossima estate. Valery Gergiev, 68 anni, è in pericolo anche di perdere diverse posizioni chiave, tra cui il podio a Monaco di Baviera e la sua posizione di direttore onorario della Rotterdam Philharmonic Orchestra. Gergiev non dirigerà più i Wiener Philharmoniker nella tournée negli Usa che vede l'orchestra viennese in programma alla Carnegie Hall di New York per tre date. Il Teatro alla Scala, attraverso il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha affermato che Gergiev sarebbe stato escluso dalle prossime rappresentazioni della "Regina di picche" di Cajkovskij e da altri spettacoli se non prenderà le distanze dalla guerra russa in Ucraina. Anche il sindaco di Monaco di Baviera, Dieter Reiter, ha lanciato un ultimatum, affermando che Gergiev deve condannare la "brutale guerra aggressiva contro l'Ucraina" di Putin prima di lunedì prossimo o sarà espulso dall'orchestra, tre anni prima della scadenza del suo contratto. Un avvertimento simile minaccia di cancellare il "Festival Gergiev" in programma per settembre.

Il clamore è un duro colpo per Gergiev, che ha costruito un'intensa carriera internazionale pur mantenendo profondi legami con lo stato russo, compreso il suo ruolo di direttore generale e direttore artistico del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo. Il celebre direttore d'orchestra russo non ha risposto alle richieste di un commento avanzate dal "New York Times". Vladimir Putin, ricorda proprio il quotidiano nwyorchese, è stato fondamentale per il successo di Gergiev, fornendo finanziamenti per il suo teatro e inondandolo di premi. Gergiev è emerso come un importante sostenitore di Putin, appoggiando la sua rielezione e partecipando a concerti in Russia e all'estero per promuovere le sue politiche. I due si conoscono dall'inizio degli anni '90, quando Putin lavorava a San Pietroburgo e Gergiev stava iniziando il suo mandato come direttore del Teatro Mariinsky, allora chiamato Kirov.

La guerra in Ucraina gravata da altre emergenze: quella sanitaria ed infettiva ( Rai News)

 Non soltanto le conseguenze legate a un conflitto, in grado di provocare decessi e di lasciare migliaia di persone invalide. La guerra in corso in Ucraina rischia di avere anche altre ripercussioni sulla salute: più subdole, ma non per questo meno pericolose. In un Paese caratterizzato da un sistema sanitario già fragile, l’altro volto dell’emergenza è rappresentato dalle malattie infettive: Covid-19 e poliomielite. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione Mondiale della Sanità. «Il diritto alla salute e l’accesso ai servizi devono essere preservati anche in tempi di crisi - si legge in una nota diffusa nelle scorse ore - Gli ospedali e il personale sanitario non devono essere il bersaglio di alcun bombardamento, per poter continuare a rispondere ai bisogni di salute della comunità».

Covid-19: la pandemia in Ucraina

La pandemia, innanzitutto. In Ucraina, dal 3 gennaio 2020 a ieri, sono stati registrati quasi cinque milioni di casi di infezione da Sars-CoV-2 e oltre 105mila decessi. Oltre 31 milioni le dosi di vaccino somministrate, su una popolazione di poco più di 44 milioni di abitanti. Come dichiarato da Hans Kluge, direttore generale europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, quella in corso è una fase di ripresa della pandemia in tutti i Paesi dell’Est. Quasi dodicimila i nuovi contagi registrati nelle ultime ventiquattro ore in Ucraina. Un dato che, letto così, dice poco. Ogni conflitto porta però con sé il rischio di una recrudescenza delle malattie infettive, come spiegato in un articolo redatto nel 2007 da un gruppo di esperti dell’Organizzazione e pubblicato sulla rivista «Emerging Infectious Diseases». Da qui il timore che quanto sta accadendo da due giorni possa contribuire a una crescita dei contagi e una maggiore difficoltà da parte degli ospedali ucraini nell’assistere i pazienti più fragili. Senza trascurare i rischi del Long-Covid, condizione cronica che, per quel che si inizia a vedere, necessita di un’assistenza regolare e duratura.

L’epidemia di poliomielite

Il rischio più subdolo e meno noto è invece quello rappresentato dalla poliomielite, malattia infettiva che intacca il sistema nervoso: colpendo in modo particolare i neuroni motori del midollo spinale. Solitamente, la poliomielite ha effetti principalmente sui muscoli delle gambe. Ma nella sua forma più critica, è in grado di paralizzare i muscoli innervati dagli ultimi nervi cranici: riducendo la capacità respiratoria, la capacità di ingestione del cibo e la parola. L’infezione, potenzialmente letale, colpisce soprattutto i bambini ed è provocata dai polio-virus. L’Ucraina è un’area ad alto rischio per la loro circolazione, a causa della bassa proporzione di vaccinati. Nel 2014, secondo le statistiche in possesso dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, appena 1 bambino su 2 è stato correttamente immunizzato. Ciò, oltre che per un compatto fronte no-vax, anche a causa dell’instabilità politica e dei conflitti nel Paese, che a fasi alterne perdurano però da tempo. Proprio a febbraio era partita una campagna per recuperare le somministrazioni perse nei bambini (6 mesi-6 anni). L’obbiettivo era vaccinarne oltre 140mila. Ma la guerra rischia di rappresentare un ostacolo insormontabile per questa massiccia campagna mirate a tutelare la salute pubblica. L’ultimo caso di poliomielite in Ucraina è stato registrato a ottobre, in un bambino di diciotto mesi di Rivne Oblast: a pochi chilometri dal confine con la Bielorussia. «I genitori avevano deliberatamente rifiutato le vaccinazioni mediche a causa delle loro convinzioni religiose», è quanto riferito allora dal ministero della Salute. Il verificarsi di questo caso - dopo i due registrati nel 2015 - lascia intendere che negli anni recenti si siano accumulati soggetti suscettibili che ora sostengono la trasmissione dell’infezione. Da qui le preoccupazioni. Duplici, se si considera che l’Europa è un’area «polio-free» da oltre dieci anni. Ma che, con la migrazione di migliaia di cittadini da Kiev e dintorni, potrebbe ritrovarsi a ospitare nuovi casi di «importazione».

L’importanza della vaccinazione 

In Italia il vaccino anti-polio è obbligatorio dal 1966. La sua somministrazione ha fatto crollare il tasso dei decessi: da 5,3 morti ogni diecimila abitanti (1929-1963) a 0,06 sullo stesso target di popolazione (1964-2012). Complessivamente si stima che siano oltre undicimila i decessi evitati. Il farmaco è attualmente è uno dei componenti del vaccino esavalente (difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, haemophilus influenzale di tipo B) che viene somministrato in tre dosi entro il primo anno di vita, seguite da un richiamo tra i 5 e i 6 anni e da un’ultima dose in adolescenza (12-13 anni).

Zelensky: il popolo ucraino si è conquistato il diritto all'adesione all'Unione europea ( da Quotidiano.Net)

  Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua la sua resistenza contro l'invasione russa usando i social, ma dove si trova veramente? I russi sostengono abbia già lasciato al capitale ucraina.

 

 Zelensky è appena apparso in un video sostenendo che a Kiev il governo e l'esercito hanno il controllo dei "punti chiave della città". E ha aggiunto che il popolo ucraino si è "guadagnato il diritto" all'adesione all'Unione europea e questo sarebbe un "momento chiave di sostegno". Zelensky ha poi detto che spera che l'Ungheria e la Germania "abbiano il coraggio" di boicottare l'uso da parte della Russia del sistema di messaggistica interbancario Swift. Ha concluso la sua dichiarazione con una chiamata alle armi, aggiungendo: "Dobbiamo fermare questa guerra, possiamo vivere in pace".

Sul sistema Swift, il presidente ucraino avrebbe poi incassato il placet di Mario Draghi, dopo aver sentito il premier italiano al telefono. "Questo è l'inizio di una nuova pagina nella storia dei nostri Stati, Ucraina e Italia. Mario Draghi in una conversazione telefonica ha sostenuto l'estromissione della Russia dal sistema Swift e la fornitura di assistenza di difesa. L'Ucraina deve entrare a far parte dell'UE", ha twittato.

 

Ma la Russia getta ombra sulle dichiarazioni del "nemico" ucraino. Il presidente della Duma russa Vyacheslav Volodin ha dichiarato, citando i membri ucraini della Verkhovna Rada, che Zelensky ha lasciato Kiev e si trova attualmente a Leopoli. "Zelensky ha lasciato Kiev in fretta e furia. Ieri non era nella capitale ucraina. Lui e il suo entourage sono fuggiti nella città di Leopoli, dove è stato organizzato un luogo di residenza per lui e i suoi collaboratori", ha scritto Volodin sul suo canale Telegram. I membri della Verkhovna Rada avrebbero cercato di incontrare Zelensky a Kiev ma, secondo Volodin, "sono stati invitati a Leopoli per l'incontro".

Il video di Kiev sui social network di Zelensky sarebbe stato registrato in anticipo e lo stesso Zelensky "è protetto da una guardia del corpo di neonazisti", ha concluso Volodin. "Non credete a fake news, sono qui", ha detto invece Zelensky, postando una sua immagine da Kiev.

Ucraina. Renzi sbugiarda Marco Travaglio e riprende l'Anpi

Guerra Ucraina-Russia? "Il guru di tutte le trasmissioni tv de La7, l'uomo profumatamente pagato da Cairo per sbagliarle tutte: Marco Travaglio. Il 23 febbraio scrive che l'invasione è una fake news degli americani, la mattina dopo Putin ha invaso. Quotidianamente le nostre case sono sommerse da un'onda di bugie che pensavamo si limitassero solo al giustizialismo ma ora arrivano perfino alla geopolitica: noi siamo quelli che non devono cancellare i tweet del passato". Così Matteo Renzi all'assemblea nazionale Iv. 

In precedenza, il leader di Italia Viva aveva attaccato anche l'Anpi: "Tra i fan nostrani - aveva detto - mi dispiace dover annoverare una delle associazioni a cui io tengo di più: le parole di ieri sera dell'Anpi sul conflitto ucraino sono vergognose. I partigiani di 70 anni fa avrebbero saputo da che parte stare tra invasori e invasi. Attaccare il filo imperialismo americano significa essere indietro con le lancette della storia". (Adnkronos)

 

sabato 26 febbraio 2022

La Russia vuole prendere Kiev. Intensificata la guerra sul campo, ingresso di altre forze. Il mondo condanna

 

Ucraina, la Russia manda altri carri armati. Colpito anche un sito di rifiuti radioattivi a Kiev

I civili finora uccisi sono almeno 64, secondo l'Onu. Ma per il Governo ucraino sono già circa 200.

La Russia sta facendo entrare in Ucraina altri carri armati e lanciarazzi.

Lo riporta Cnn mostrando le immagini dei mezzi pesanti russi che superano l'ultimo check point vicino a Belgorod, in Russia, prima di entrare in territorio ucraino nei pressi di Kharkiv. 

Le forze russe hanno colpito un sito di smaltimento di rifiuti radioattivi a Kiev.

Lo riferisce il Kyiv Independent. Secondo un primo rapporto dell'Autorità nazionale per la regolamentazione nucleare dell'Ucraina, non ci sono minacce per le persone fuori dalla zona di protezione sanitaria. Il Servizio di emergenza statale ucraino ha precisato che il bombardamento sul sito non ha portato alla depressurizzazione dello stoccaggio di sostanze radioattive: è stata colpita la recinzione del sito, mentre l'edificio è rimasto intatto.

Almeno 64 civili sono stati uccisi e 240 sono rimasti feriti in Ucraina da giovedì, giorno dell'inizio dell'invasione russa. Lo riferiscono le Nazioni Unite, aggiungendo che il bilancio reale delle vittime potrebbe essere molto più alto.

Un palazzo di nove piani a Kharkiv è stato colpito da un missile russo: una donna è morta e altre 20 persone sono state evacuate. Lo riferisce il servizio statale di emergenza ucraino, ripreso dai media ucraini. Altri 60 residenti nel palazzo si erano rifugiati nello scantinato e nessuno di loro è rimasto ferito.
Un attacco russo ha fatto saltare in aria un gasdotto a Kharkiv. Lo riporta il Kyiv Independent mostrando un video dell'esplosione e delle fiamme del Servizio per le comunicazioni speciali dell'Ucraina. La città nordorientale del Paese è da ore sotto pensanti bombardamenti.

Le forze russe in Ucraina "non stanno facendo i progressi che avevano pianificato"
. Lo sostiene il ministero della Difesa britannico postando su Twitter un breve aggiornamento dell'intelligence. "Affrontano problemi logistici e una forte resistenza da parte degli ucraini", prosegue la nota confermando che i russi "hanno subito perdite e alcuni sono stati fatti prigionieri". Il ministero di Londra conferma inoltre che il governo russo ha ristretto l'accesso a diversi social media "nel tentativo di nascondere i dettagli sull'operazione in Ucraina alla propria popolazione".

Il ministro ucraino per la Trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov, ha detto su Twitter che il Paese sta creando un "esercito informatico" per "continuare la lotta sul cyber fronte" contro la Russia che bombarda l'Ucraina. In un tweet, Fedorov ha incluso un link a una chat di Telegram dove si incoraggiano hacker ad attaccare aziende russe dell'energia e della finanza. La lista include il gigante del gas Gazprom e banche come Sberbank e Vtb. 

Il premier ucraino Denys Shmyha ringrazia su Twitter "gli amici di Usa, Francia, Germania, Italia, Canada e Regno Unito per l'impegno a rimuovere diverse banche russe da Swift, la paralisi degli asset della Banca centrale russa, il divieto agli oligarchi russi di usare i loro asset finanziari sui mercati euroatlantici".

La Russia chiude il suo spazio aereo alle compagnie legate o registrate in Lettonia, Lituania, Estonia e Slovenia, come rappresaglia alle misure simili prese da questi Paesi. Il divieto riguarderà anche i voli di transito effettuati in Russia dalle stesse compagnie, ha annunciato in un comunicato l'agenzia dell'aviazione civili russa Rosaviatsia.



"A tutte le unità è stato ordinato di avanzare in tutte le direzioni, in linea con il piano delle operazioni, dopo che l'Ucraina ha rifiutato di partecipare al processo negoziale". Adesso l'invasione russa non ha più limiti, Kiev è sotto le bombe e in serata le sirene hanno ricominciato a gridare, in vista di una prevista, pensate ondata di bombardamenti notturni, mentre gli abitanti fuggivano nei bunker. Le offerte di dialogo di Mosca, sincere o tattiche che fossero, non ci sono più. "Più di 100 mila invasori sono sulla nostra terra", ha annunciato drammatico il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che sui social continua a farsi vivo diverse volte al giorno con messaggi e video per ribadire la sua presenza a Kiev, ripetutamente messa in dubbio dalla velenosa propaganda russa. Un dispiegamento-monstre confermato anche dal Pentagono, secondo cui nelle ultime 24 ore sono state inviate decine di migliaia di truppe, richiamando anche i riservisti.


La battaglia per Kiev è sempre più feroce. Dal pomeriggio di sabato, e fino a lunedì mattina, un coprifuoco totale trasformerà la capitale in una città fantasma: potranno circolare solo i militari e i civili arruolati con la mobilitazione generale. "Chi sarà trovato in strada, sarà trattato da nemico", ha avvisato il sindaco Vitalij Klitschko, l'ex pugile che ha promesso di combattere e morire per la patria, se servirà. Mentre non si fermano la pioggia di missili anche sui palazzi e i raid d'artiglieria, il timore riguarda le infiltrazioni di sabotatori nemici, in una città sprofondata nel caos di un'esodo di massa a bordo degli ultimi treni in partenza. In serata si era anche diffusa - rilanciata dal Kyiv Independent - la notizia dell'ospedale oncologico pediatrico Okhmadyt colpito dai russi, con la morte di un bambino. Ma l'associazione Soleterre, che opera nella capitale, ha smentito che l'ospedale sia raggiunto dalle bombe, citando un sanitario dell'ospedale per il quale la piccola vittima sarebbe stata colpita mortalmente fuori dalla struttura. Secondo l'Unhcr, gli sfollati nei Paesi vicini in 3 giorni di guerra sono oltre 150 mila, più della metà in Polonia. Ma la grande fuga tocca anche la Romania, con 15 km di fila alla frontiera, e poi Ungheria, Moldavia e Slovacchia. Bratislava parla di 10 mila arrivi in 24 ore e avverte che presto non potrà accoglierne più. L'Ucraina però non si arrende. "Gli occupanti volevano bloccare il centro del nostro Stato e mettere i loro burattini qui come a Donetsk. Abbiamo infranto i loro piani", ha insistito Zelensky, che si è appellato alla resistenza popolare e assicurato che a breve "arriveranno le armi dai partner" anche europei, dopo che il presidente americano Joe Biden ha promesso altri 600 milioni di dollari di aiuti militari. La svolta è arrivata da Berlino, dove Olaf Scholz ha dato il via libera alla fornitura di mille armi anticarro e 500 missili terra-aria Stinger perché, ha spiegato il cancelliere, questa aggressione segna "un cambiamento epocale" per l'Europa. Il Belgio invierà 2mila mitragliatrici e 3.800 tonnellate di carburante, mentre nei prossimi giorni dovrebbero arrivare nuovi aiuti italiani, anche di carattere militare. Iniziative analoghe sono attese dal presidente francese Emmanuel Macron, secondo cui "questa guerra durerà molto a lungo". Domani non a caso si riuniscono i ministri degli Esteri Ue proprio per valutare l'attivazione dello European Peace Facility: in sostanza fondi ed equipaggiamenti per la difesa di Kiev. "Faciliteremo la consegna di aiuti militari, l'Ucraina democratica prevarrà", ha annunciato il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel in un tweet. In serata Ue, Usa e i principali paesi europei - tra cui l'Italia - dopo un video-consulto tra i leader hanno deciso l'esclusione di diverse banche russe dal sistema internazionale di trasferimento fondi Swift e limiti alla Banca centrale russa per l'accesso ai mercati. Restrizioni anche ai super-ricchi russi che si comprano i passaporti europei per avere accesso ai mercati del continente. Sanzioni dunque più dure, come previsto, anche perché, come ha commentato Biden, "l'alternativa all'imposizione di dure sanzioni alla Russia sarebbe la Terza guerra mondiale". La capitale rimane intanto sotto assedio, tra sirene d'allarme e palazzi sventrati. Come l'edificio residenziale colpito da un missile nella notte tra venerdì e sabato, che Mosca nega però di aver preso di mira, assicurando di puntare solo a infrastrutture militari. I timori di una guerra sporca crescono, tra giocattoli-bomba, ordigni termobarici e l'allarme dell'intelligence ucraina su possibili attacchi chimici sotto falsa bandiera in Donbass. E a far paura sono anche le forze speciali cecene inviate da Ramzan Kadyrov. Per frenare i rifornimenti russi, le truppe di Kiev hanno fatto saltare in aria diversi nodi ferroviari nell'est. Ma la pressione continua con l'avanzata delle milizie separatiste di Donetsk e Lugansk, ogni giorno più vicine a saldare i territori sotto il loro controllo con la Crimea. E' stata distrutta anche una diga che secondo Mosca ostacolava le forniture idriche alla penisola contesa, mentre lunghe colonne di blindati avanzano verso Kharkiv, vicino al confine. Secondo Mosca, sono almeno 821 gli obiettivi colpiti. Si aggrava pure il bilancio delle vittime ucraine, con 198 morti, tra cui decine di civili e almeno 4 bambini, e oltre mille feriti. E tra i decessi si contano anche 6 cittadini di origine etnica greca. Mentre Kiev parla di oltre 3.500 nemici uccisi: cifre seccamente negate dai russi. Sempre più strategica appare poi la battaglia navale, con la flotta russa nel mar Nero che rivendica la distruzione di 6 navi ucraine, "probabilmente guidate" da droni americani. Che in quelle acque si giochi una fetta importante del destino dell'Ucraina è testimoniato anche dal tentativo di Zelensky di spingere Erdogan a chiudere gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli alle navi da guerra di Mosca: un'ipotesi per ora negata dalla Turchia.