martedì 31 agosto 2021

Prato e Firenze per Dante ( da Quotidiano.net, di Giulio Aronica)

 E’ una dolce sinfonia dantesca il rapporto che lega la Camerata Strumentale Città di Prato e l’Orchestra Filarmonica di Firenze - La Filharmonie, unite per celebrare i 700 anni dalla scomparsa del Sommo Poeta con un ricco calendario di incontri, concerti e un bando internazionale, a cui hanno risposto 108 compositori provenienti da ogni angolo del mondo.

 Il progetto, che prevedeva la presentazione di un brano sinfonico ispirato ad un personaggio, un’immagine e un verso della Divina Commedia, è un percorso condiviso, che ha coinvolto la Regione Toscana, il Comune di Prato e le principali istituzioni culturali dei due capoluoghi, dal Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze alla Scuola di Musica Giuseppe Verdi di Prato, da Rete Toscana Classica alla Biblioteca Lazzerini, dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci ai Teatri pratesi Politeama e Metastasio. "Il partenariato diffuso che siamo riusciti a costruire con questa iniziativa è la dimostrazione che una visione a lungo termine restituisce ricchezza e arte al territorio, al pubblico e alla comunità", spiega il sindaco di Prato Matteo Biffoni. "La grande partecipazione internazionale al bando è il risultato concreto di un lavoro pluriennale che vorremmo riproporre nel corso dell’anniversario dantesco". 

La giuria del concorso ha selezionato tre finalisti - Steven Heleein (37 anni), David John Roche (30 anni) e Matteo Rubini (45 anni) - che assisteranno al concerto finale il 1 ottobre al Teatro Politeama, dove le due orchestre organizzatrici eseguiranno le loro musiche e verrà decretato il vincitore, per cui è previsto un premio di 5.000 euro offerto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e la possibilità di pubblicare il brano nella Collana Stilnovo delle Edizioni Musicali Curci di Milano con la promozione del Cidim (Comitato Nazionale Italiano Musica). Un risultato straordinario per un progetto che ha incontrato il sostegno convinto anche del Ministero della Cultura e dei vertici delle istituzioni regionali: "Nello straordinario itinerario di eventi, incontri e iniziative che la Toscana ha dedicato al Sommo Poeta, il programma e il concorso che uniscono le due orchestre di Prato e Firenze interpretano al meglio lo spirito della Divina Commedia", sottolinea il Presidente della Regione Eugenio Giani. "Un poema musicale di fatto, una partitura di suoni, polifonie e contrappunti che introduce la parola sinfonia nella lingua italiana".

 Tra le attività collaterali al bando, il cartellone si apre oggi con il concerto di Paolo Cognetti e Franco Cioci alla Certosa di Firenze, e prosegue il 10 e il 16 settembre con le conferenze di Riccardo Bruscagli all’Auditorium Cassa di Risparmio di Firenze e Carlo Sisi al Centro Pecci di Prato. Dopo l’attesa esibizione della pianista Mariangela Vacatello e dell’organista Adriano Falcioni al Conservatorio Cherubini (22 settembre), con l’omaggio alle musiche di Franz Liszt, la rassegna si chiude con tre dialoghi con i membri della giuria di Dante 700’: dal presidente Anders Hillborg (29 settembre, Centro Pecci) al violoncellista Giovanni Sollima (30 settembre, Teatro Politeama), ai compositori Silvia Colasanti, Mauro Montalbetti, Massimiliano Civica ed Edoardo Donatini, che il 1 ottobre incontreranno il pubblico al Teatro Politeama poco prima della serata finale. 


Da APPLE anche la musica 'classica' (ANSA)

 Apple ha acquisito Primephonic, il servizio di streaming che offre un'esperienza di ascolto della musica classica con funzioni di ricerca e navigazione ottimizzate per un'audio di qualità, titoli consigliati da esperti e ampi dettagli contestuali su repertori e registrazioni. 

"Amiamo e abbiamo un profondo rispetto per la musica classica, e Primephonic è uno dei servizi preferiti da chi apprezza questo genere", ha affermato Oliver Schusser, Vice President di Apple Music e Beats. "Insieme, stiamo arricchendo Apple Music di nuovi contenuti classici, e nel prossimo futuro offriremo un'esperienza di musica classica dedicata che sarà davvero la migliore al mondo". "Offrire il meglio di Primephonic a chi si abbona a Apple Music è un enorme successo per il settore della musica classica", ha sottolineato Thomas Steffens, co-fondatore e CEO di Primephonic. "Artisti e artiste amano il servizio Primephonic e ciò che abbiamo fatto per la musica classica, e ora abbiamo la possibilità di collaborare con Apple per offrire la migliore esperienza in assoluto a milioni di persone. 

Possiamo portare la musica classica al grande pubblico e creare un ponte fra la nuova generazione di musicisti e la prossima generazione di ascoltatori e ascoltatrici". "Primephonic è stata fondata per garantire che la musica classica continui ad avere importanza per le generazioni future", ha detto Gordon P. Getty, uno dei principali azionisti di Primephonic. "Primephonic e Apple insieme possono realizzare questa missione e trasmettere l'amore per la classica al pubblico di tutto il mondo". Primephonic non è più disponibile per chi desidera abbonarsi ora e sarà offline a partire dal 7 settembre. Apple Music prevede di lanciare un'app dedicata alla musica classica l'anno prossimo.

mercoledì 25 agosto 2021

Coronavirus. Bollettino dal fronte dei contagi aggiornato a mercoledì 25 agosto 2021. In aumento i nuovi casi

 Secondo i dati del ministero della Salute, nelle ultime 24 ore in Italia si sono registrati 7.548 nuovi casi di coronavirus a fronte di 244.420 tamponi effettuati (martedì i contagi erano stati 6.076 su 266.246 test). Il tasso di positività si attesta al 3,1%, in aumento rispetto al 2,3% del giorno precedente. I morti sono stati 59, che portano il totale dei decessi dall'inizio della pandemia a 128.914. Guarite 7.081 persone.

Lorenzo Da Ponte lavorava notte e giorno, con qualche espediente. Quella tradizione è rinnovata ora sia da Fuortes che da Schwarz, senza espedienti

 


 Dalle Memorie di Lorenzo Da Ponte

"Pensai però che tempo fosse di rianimare la vena poetica, che mi parea secca del tutto quando scrissi per Reghini, e Peticchio. Me ne prensentarono l’occasione i tre prelodati Maestri, Martini, Mozzart, e Salieri, che vennero tutti tre in una volta a chiedermi un dramma. Io gli amava, e stimava tutti tre, e da tutti tre sperava un riparo alle passate cadute e qualche incremento alla mia gloriuccia teatrale. Pensai se non fosse possibile di contentarli tutti tre, e di far tre opere a un tratto.

Salieri non mi domandava un dramma originale. Aveva scritto a Parigi la Musica all’ opera del Tarar, volta ridurla al carattere di dramma e musica italiana, e me ne domandava quindi una libera traduzione: Mozzart e Martini lasciavano a me interamente la scelta. Scelsi per Mozzart il Don Giovanni, soggetto che infinitamente gli piacque, e L’ arbore di Diana pel Martini, a cui dar voleva un argomento gentile, adattabile a quelle sue dolcissime melodie, che si senton nell’ anima, ma che pochissimi sanno imitare. Trovati questi tre soggetti, andai dall’imperadore, gli esposi il mio pensiero e l’informai che mia intenzione era di far queste tre opere contemporaneamente. “Non ci riuscirete”, mi rispose egli! “Forse che no, replicai ; ma mi proverò. Scriverò la notte per Mozzart e farò conto di legger l’ inferno di DanteScriverò la mattina per Martini, e mi parrà di studiar il Petrarca. La sera per Salieri, e sarà il mio Tasso”. Trovò assai bello il mio parallello e appena tornato a casa mi posi a scrivere. Andai al tavolino e vi rimasi dodici ore continue. Una bottiglietta di Toccai a destra, il calamajo nel mezzo, e una scatola di tabacco di Siviglia a sinistra

Una bella giovinetta di sedici anni, ch’ io avrei voluto non amare che come figlia, ma. . . stava in casa mia con sua Madre, ch’ aveva la cura della famiglia, e venia nella mia camera a suono di campanello, che per verità io suonava assai spesso, e singolarmente quando mi pareva che l’estro cominciasse a raffreddarsi: ella mi portava or un biscottino, or una tazza di Caffè, or niente altro che il suo bel viso, sempre gajo, sempre ridente, e fatto appunto per inspirare l’estro poetico e le idee spiritose. Io seguitai a studiar dodici ore ogni giorno, con brevi intermissioni, per due mesi continui, e per tutto questo spazio di tempo ella rimase nella stanza contigua, or con un libro in mano, ed ora coll’ago, o il ricamo, per esser pronta a venir da me al primo tocco del campanello. Mi si assideva talvolta vicino senza moversi, senza aprir bocca, né batter occhio, mi guardava fisso fisso, sorrideva blandissimamente, sospirava e qualche volta parea voler piangere: alle corte questa Fanciulla fu la mia Calliope per quelle tre opere e lo fu poscia per tutti i versi che scrissi per l’intero corso di altri sei anni. Da principio io le permettea molto sovente tali visite; dovei alfine renderle meno spesse, per non perdere troppo tempo in tenerezze amorose, di cui era perfetta maestra. 

La prima giornata frattanto tra il toccai, il tabacco di Siviglia, il caffè, il campanello, e la giovine Musa, ho scritte le due prime scene del Don Giovanni, altre due dell’ Arbore di Diana, e più di metà del primo atto del Tarar, titolo da me cambialo in Assur. Portai la mattina queste scene a tre Compositori, che appena volevan credere che fosse possibile, quello che cogli occhi proprj leggevano; e in 63 giorni le due prime opere erano finite del tutto, e quasi due terzi dell’ ultima. L’ albore di Diana fu la prima a rappresentarsi. Ebbe un incontro felicissimo, e pari almeno a quello della Cosa Rara...

[…]

                                                  *******

Al racconto di Lorenzo Da Ponte siamo andati  con la memoria, quando abbiamo sentito Sebastian Schwarz, direttore artistico del Teatro Regio di Torino, e, da poco, anche direttore del Festival della Valle d'Itria, affermare che non lascerà Torino per lavorare a Martina Franca nè che rinuncerà a quel gioiello di festival pugliese, ma che 'lavorerà di giorno per il Regio di Torino, e di notte per il Festival di Martina Franca'. 

Certo, uno che già dirige un teatro, la direzione contemporanea di un festival la fa 'con la mano sinistra'. Nel senso che ha già le mani in pasta,  ed è perciò agevolato nel suo 'secondo lavoro. Colpisce, nel caso del Festival di Martina Franca, che i suoi direttori artistici, negli ultimi vent'anni circa, siano sempre stati contemporaneamente direttori artistici anche di importanti teatri.

In un altro caso, questi giorni, abbiamo pensato, spontaneamente, a quella storia di Da Ponte. Nel caso di Carlo Fuortes,  da poco nominato amministratore delegato della Rai,  che dovrà ancora occuparsi della amministrazione 'corrente' del Teatro dell'Opera, per il quale purtroppo ci vorrà del tempo prima che si decidano a nominare il suo successore. Lavorando giorno e notte, altrimenti come farà?

 Solo che nel caso di Fuortes - che comunque non è nuovo a posizioni di 'doppio' amministrativo ( Musica per Roma e Teatro dell'Opera; Teatro dell'Opera e Teatro Petruzzelli di Bari; Teatro dell'Opera e Arena di Verona) -  e che naturalmente non si è pronunciato come l'altro, si tratta di due lavori onerosi che, per quanto egli possa lavorare notte e giorno, e per quanto possa aiutarsi con i mezzi che ritiene più opportuni, esclusa la ' bella giovinetta di sedici anni', come Da Ponte, dubitiamo fermamente riuscirà a reggere per molto tempo.

Perciò sarebbe opportuno che Fuortes, di sua iniziativa, mandi a dire ai suoi superiori che dal tale giorno, lascia il Teatro dell'Opera per occuparsi, come  si deve, esclusivamente della Rai. I suoi superiori, a quel punto, si daranno una mossa, perché un teatro come l'Opera di Roma non può restare senza sovrintendente, per troppo tempo. Come fa purtroppo temere l'insensibilità ed la distrazione della politica. ( P.A.) 

Pronto intervento ACEA, secondo ed ultimo atto

 Alle 8.30 circa di ieri, esattamente a 24 dalla chiamata del Pronto intervento, un tecnico ACEA ha riparato il guasto, sostituendo la valvola che, un mese prima, gli stessi tecnici ACEA avevano montato sull'interruttore generale della palazzina.

 Si romperà anche questa nel giro di un mese? Il tecnico così ha spiegato e rassicurato. La precedente valvola che si è rotta era di una qualità 'scadente', che comunque l'ACEA monta. Adesso è stata sostituita con una di ottima qualità che è sempre l'ACEA a fornire e montare.

Insomma la precedente valvola di qualità scadente, è costata un secondo intervento ed una seconda valvola. E' valsa la pena per l'Acea a livello di costi, ed anche, se permettete, di buon nome presso i cittadini?
 Intanto per ora la fuoruscita, a fiumi, di acqua è stata fermata.

martedì 24 agosto 2021

Dizionario talebano, dalla A alla Z ( da Avvenire, di Camille Eid)

 A come Afghanistan

Il Paese ha un unico primato mondiale: quello in ordine alfabetico. Per il resto, occupa spesso gli ultimi gradini. È, ad esempio, al 205esimo posto nella classifica del pil pro capite. 

B come Burqa

È ridiventato sinonimo dell’oppressione della donna afghana. I taleban dicono di non volerlo imporre, ma il suo prezzo è balzato da 500-600 a 1500-2500 afghani in una sola settimana. 

C come C-17 

La foto del velivolo Usa, che ha una capienza massima di 154 posti, è diventata il simbolo della fuga disperata da Kabul, con 823 afghani accalcati al suo interno, tra cui 183 bambini. 

D come Doha 

Nella capitale del Qatar si sono tenuti i colloqui tra americani e taleban che hanno portato alla decisione di ritiro delle truppe Usa. Molti “misteri” fanno pensare a delle clausole segrete. 

E come Emirato

Lo Stato afghano si definisce ormai come “Emirato islamico”. Non è certo che sarà più moderato rispetto al primo, ma sarà sicuramente più pragmatico riguardo le relazioni con l’estero. 

F come Fatwa

Il primo editto, emanato sabato, imponeva la segregazione maschi-femmine nelle scuole. Ok a donne all’università, ma non insieme a uomini. Vietato alle docenti insegnare ai maschi. 

G come Ghani

Il presidente Ashraf Ghani è fuggito da Kabul a bordo di un aereo verso il Tagikistan “per evitare un bagno di sangue”. Gli Emirati arabi uniti lo hanno poi accolto per “motivi umanitari”. 

H come Hazara

Rappresentano il 10-15 per cento della popolazione afghana. Come sciiti, hanno potuto celebrare l’Ashura in libertà, ma la statua del loro leader storico a Bamiyan è stata trovata abbattuta.

I come Isi

I servizi pachistani (Inter-Services Intelligence) sono stati gli “sponsor” dei taleban del primo Emirato. Nell’attuale risiko afghano, Islamabad gioca più tranquillo rispetto ad altri Paesi vicini. 

J come Jalalabad

In questa città sono caduti i primi morti della contestazione contro il nuovo ordine stabilito, quando i taleban hanno sparato contro la folla che manifestava con la bandiera nazionale.

K come Khorasan

Così si chama la Wilaya (provincia) proclamata dal Daesh nel 2015. Dal 2017 a oggi, la filiale ha rivendicato un centinaio di sanguinosi attentati, anche a Kabul, e circa 250 scontri. 

L come Lapislazzuli

Il commercio di questa pietra ha arricchito alcuni “signori della guerra” del Badakhshan, ma un’indagine ha rivelato che nel gioco si sono inseriti ultimamente anche i taleban. 

M come Mullah

Questo titolo religioso, che significa “maestro”, è portato da molti esponenti taleban. Finita l’era del famigerato mullah Omar, sentiremo spesso parlare dei mullah Akhunzada e Baradar. 

N come Nato

L’Allenza Atlantica ha gestito due operazioni in Afghanistan; prima l’Isaf (2001-2014) poi Sostegno risoluto (2015-2021). I militari della coalizione morti sono 3.232, tra cui 53 italiani. 

O come Oppio

I taleban dicono di non voler trasformare il Paese in un narco-Stato ma, congelati i finanziamenti dell’Fmi, difficilmente avranno altro modo per sopravvivere senza la coltivazione dei papaveri. 

P come Pashtun

È l’etnia maggioritaria del Paese con circa il 40 per cento della popolazione. Pashtun sono la maggioranza dei taleban, ma anche i tre “mediatori” locali: Karzai, Hekmatyar e Abdullah.

Q come Qaeda

L’organizzazione di Zawahiri intrattiene da decenni stretti legami con i taleban. Si parla di 400-600 militanti presenti attualmente nel Paese, ma il loro numero potrà presto crescere. 

R come Rifugiati 

I Paesi occidentali, con poche eccezioni, si sono limitati ad accogliere il personale afghano che aveva lavorato con i propri contingenti. Il grosso dei rifugiati si riverserà nei Paesi confinanti. 

S come Sharia 

I taleban hanno chiarito che il loro sistema non sarà democratico, ma che rispetterà i diritti previsti nella legge islamica. Secondo la rigida interpretazione della scuola deobandi, sicuramente. 

T come Tagiki

Rappresentano circa il 27 per cento della popolazione afghana. Ad essi appartiene Ahmad Massoud, figlio del leggendario “Leone del Panjshir”, che ora guida la resistenza contro il nuovo ordine. 

U come Uzbeki

Costituiscono circa il 9 per cento della popolazione. Il loro leader storico, il generale Abdul-Rashid Dostum, vicino alla Turchia, è fuggito in Uzbekistan durante l’ultima offensiva dei taleban.

V come Vietnam

Solo un mese fa il presidente Usa assicurava che non sarebbe stato un altro Vietnam e che i taleban non avrebbero conquistato tutto. Non esiste, diceva Biden, “nessuna analogia, assolutamente”. 

W come Wakhan

Il Corridoio di Wakhan sarà uno degli asset geopolitici di Pechino per accedere alle risorse minerarie afghane. La Cina non si fa certo scrupolo per qualche diritto umano calpestato. 

X come X-Ray

Parecchi tra gli attuali leader taleban – come il mullah Mazloom – risultano essere degli ex detenuti al Campo X-Ray di Guantanamo, poi liberati o scambiati con prigionieri americani. 

Y come Yousofi

Un mese fa, la velocista Kimia Yousofi portava la bandiera afghana alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Tokyo. Ora è rifugiata in Iran, come i suoi genitori scappati durante il primo regno dei taleban. 

Z come Zalmay

L’artefice dell’accordo di Doha è Zalmay Khalilzad, un diplomatico americano di origini afghane. Nel 2018 aveva ricevuto l’incarico di trovare una “soluzione pacifica” al conflitto afghano. 

lunedì 23 agosto 2021

ACEA Pronto Intervento del giorno dopo. E la Raggi vuole ricandidarsi

 Sono trascorse già 24 ore da quando  è stata fatta la prima chiamata al Pronto Intervento per segnalare che da un vano ACEA-acqua, dove c'è l'interruttore generale di una palazzina, fuorusciva acqua come una fontana, come tuttora esce con un flusso che nelle ore si è andato sempre più ingrossando, ed ancora dei tecnici ACEA del Pronto Intervento neanche l'ombra. 

Nel frattempo fa rabbia pensare che in una città come Roma, in tempi in cui l'acqua è diventato bene preziosissimo, si possono sprecare ettolitri, su ettolitri di acqua, quanti ne sono fuorusciti  nel nostro caso, ad una portata certamente di un paio di litri al secondo. fate un pò voi un calcolo. 

 Ancora alle 8 nessun squadra è venuta a riparare il guasto. Che un' altra squadra ha certamente procurato nel corso di un intervento di due o tre settimane fa, quando  sempre per quell'interruttore generale, era stato segnalato dall'amministratore del condominio che non chiudeva bene.

Insomma l'Acea, venuta a riparare un guasto, poche settimane fa, ha procurato, per un intervento fatto male - altrimenti quale altra ragione? - un danno maggiore facendo finire acqua potabile a go-go nelle fogne.

 Questa è l'ACEA, questo è il PRONTO INTERVENTO, questa è ROMA della disastrosa sindaca RAGGI che si ricandida, ottenendo perfino l'appoggio di politici finiti nel dimenticatoio e che sostenendo la Raggi, quand'anche perdesse - e Dio voglia che non venga rieletta - non hanno nulla da perdere, neppure la faccia che hanno perso già tempo fa.

 Nel caso in cui i tecnici ACEA avessero smarrito l'indirizzo, glielo ridiamo: Via Nomentana 905, Pal.A  Roma

Alle 8,30 finalmente è arrivato il PRONTO INTERVENTO ACEA del GIORNO DOPO a riparare il guasto.

L'Associazione Teatri Privati Italiani al ministro Franceschini: tornare alla capienza massima (ANSA)

 Sì al Green Pass come strumento di libertà, ma i teatri tornino alla capienza massima": alla vigilia della prossima stagione teatrale e delle tanto attese riaperture dei luoghi dello spettacolo dal vivo, l'ATIP - Associazione Teatri Privati Italiani lancia un nuovo appello in una lettera inviata al Ministro della Cultura Dario Franceschini perché, si legge nel documento, "un'altra stagione senza poter svolgere piena attività - in misura quanto meno pari al 75% del periodo pre-Covid- il settore privato non se la può permettere".

    Sottolineando quanto l'intero comparto teatrale - dopo quasi 2 anni di sostanziale inattività dello spettacolo dal vivo - stia aspettando con ansia di poter ricominciare a lavorare nella massima serenità e in piena sicurezza (per il pubblico e per i lavoratori), l'Associazione -che riunisce le più importanti imprese di Spettacolo dal vivo private italiane- auspica un intervento chiarificatore del Ministro in seguito all'entrata in vigore del Green Pass sulle modalità di accesso e di fruizione, "affinché si fughi ogni dubbio circa l'abbattimento delle ulteriori restrizioni come il distanziamento fisico e il contingentamento delle capienze rispetto alle rispettive agibilità".


L'ATIP sostiene la decisione del Governo di aver introdotto la misura del Green Pass, ma resta tuttavia convinta che "non si può più aggiungere restrizioni a restrizioni: il Green Pass sia piuttosto lo strumento di liberazione per chi si accinge a tornare ad assistere a Spettacoli teatrali, facendo della propria vaccinazione un mezzo di libertà e non già un ennesimo filtro limitativo". Oltre a chiedere alle Istituzioni di riportare le sale alla massima capienza, l'Associazione presieduta da Massimo Romeo Piparo auspica che "si lascino le mascherine come unico dispositivo di protezione per le aree comuni o per quando si lascia il proprio posto, al pari di quanto già previsto per il settore della ristorazione": questo per evitare che si rimandi ancora per il pubblico la possibilità di godere di un momento di intrattenimento culturale senza tensioni né paure.
   

Mozart e Beethoven, anche loro, razzisti, per il regno della stupidità universale ( da Huffpost, di Pierluigi Battista)

 

Nel Regno della stupidità universale anche Mozart e Beethoven diventano "razzisti"

Dove andremo a finire di questo passo? I talebani potrebbero allarmarsi per la concorrenza

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Un tempo i benpensanti esclamavano: “di questo passo, dove andremo a finire?”. E io, nell’avanzare implacabile del Regno della Stupidità Universale, ripeto da malpensante: “dove andremo a finire in quest’orgia di fanatismo?”.

Apprendo da Giulio Meotti che ne scrive sul “Foglio” che un critico intelligente come Alex Ross, che delusione!, si è scusato per essere un “americano bianco” e per non aver finora deplorato “il razzismo” del Flauto Magico di Mozart. Sul “Washington Post” si scrive che anche la Quinta di Beethoven sarebbe un simbolo della “superiorità” dell’uomo bianco. Per restare in tema, Garrett McQueen ha dichiarato in un a tavola rotonda che “sei complice del razzismo ogni volta che ascolti il Messiah di Handel”.

Pensavamo di essere gli unici a storpiare l’Aida di Verdi in chiave anticapitalista e di cancellare il finale della Carmen di Bizet? Siamo solo un’avanguardia della Stupidità Universale. Il “Gran Teatre del Liceu di Barcellona ha riscritto il Viaggio a Reims di Rossini sostituendo la parola ‘croce’ con ‘amore’ per non offendere l’Islam”. Alla British Library è stato proposto, per fortuna senza successo, di eliminare il busto di Beethoven, simbolo della “supremazia della civiltà occidentale”. Sorte non migliore è toccata a Claude Debussy, bandito dai nazisti per la moglie ebrea, colpevole di aver scritto “Le petit nègre” e dunque da cancellare dai corsi di musica del Kaufman Music Center. Anche nell’Università del North Texas Beethoven è stato espulso simbolicamente come rappresentante “della whitness e della mascolinità”. Dove andremo a finire di questo passo? I talebani potrebbero allarmarsi per la concorrenza.

Coronavirus. Bollettino dal fronte dei contagi aggiornato a lunedì 23 agosto 2921

 In Italia ci sono 4.168 nuovi casi di coronavirus a fronte di 101.341 tamponi effettuati (mentre il giorno precedente l'incremento era stato di 5.923 con 175.539 test). Nelle ultime 24 ore sono stati registrati altri 44 decessi (contro i 23 di domenica) per un totale, da inizio pandemia, che arriva a 128.795. In terapia intensiva sono ricoverati 485 pazienti (+13) mentre i guariti sono 3.505. Tasso di positività al 4,1%. 

Travaglio consiglia a Conte anche i candidati delle prossime elezioni per i Cinquestelle

Che Travaglio fosse il consigliere ascoltato di Giuseppe Conte prima e dopo il suo premierato era cosa abbastanza nota. Che lo fosse lui in persona, mentre alcuni della redazione non erano d'accordo con luio, era altrettanto noto, seppure con qualche attenzione a non venire alle armi in pubblico.

 E che, infine, la scelta dei candidati e degli eletti alla prima grande vittoria elettorale dei Cinquestelle - quando Travaglio non consigliava ancor il Movimento, pur appoggiandolo - non fosse proprio la migliore, era ugualmente noto. 

Così evidente che per sdoganare quei poveretti calati a Roma senza arte nè parte, la gran parte di loro, ci si era messo anche il sociologo De Masi, da loro cooptato (gratuitamente, soi disant.Vero?) il quale aveva attestato che quei giovani, ignoranti su tutto o quasi, erano molto volenterosi e si erano messi a studiare. Parola di professore universitario.

 Intanto Travaglio ha continuato anche e soprattutto dopo la sua uscita di da Palazzo Chigi, a sostenere il prof. Conte, un giorno sì e l'altro pure, dichiarando e ripetendo che molto di quello che Draghi - che lui vede come il fumo negli occhi, ma è solo lui a vederlo così, a differenza dell'Europa intera -  va facendo non è che ciò che stava facendo Conte, e Draghi non è che l'esecutore 'testamentario' del suo governo, che una manovra di palazzo, architettata dal Quirinale, aveva sepolto.

 Impegnato in una guerra 'santa' a favore di Conte, Travaglio fa già abbastanzapena, già prima di assumere l'incarico del suggeritore delle liste elettorali all'ex premier, capo politico 'in seconda', dopo Di Maio, del MoVimento. A cominciare dalle prossime comunali a Milano, dove amministra un altro dei nemici giurati di Travaglio, Beppe Sala, al quale pure, al pari di Draghi,  egli non risparmia critiche quasi quotidiane.

 E per far capire che dal Fatto quotidiano, promosso a 'Ministero della propaganda' del Movimento, verranno tali indicazioni, a Milano a  sfidare Sala, Travaglio ha voluto una signora, con un  curriculum di tutto rispetto ci mncherebbe, che fino ad oggi faceva parte del Consiglio di Amministrazione dell'editore del Fatto quotidiano. Più chiaro di così.

  Da adesso,  e nei prossimi mesi, per le elezioni politiche, dopo quelle comunali, vedremo pian piano svuotarsi la redazione, che andrà ad ingrossare le file dei candidati, fino al direttore che, al prossimo governo venturo dei Cinquestelle, che Travaglio intravede, nella sua totale cecità politica, sarà nominato 'Ministro della propaganda', appunto. 

ACEA. PRONTO INTERVENTO? 'Con calma e per piacere'- come si dice a Roma

 Immaginate la scena. L'amministratore di un Condominio segnala all'Acea che l'interruttore generale che regola il flusso dell'acqua  di una palazzina del complesso da lui amministrato non chiude bene. Egli teme che in caso di necessità, o di un guasto, non sarà possibile interrompere il flusso dell'acqua e procedere alla riparazione.

 All'ACEA prendono nota assicurando che verranno ad effettuare la riparazione o sostituzione. Non stabiliscono nè ora nè giorno. 

 Nel mese di luglio, quando si presume che molti inquilini del palazzo siano inferie, dio pomeriggio, primo pomeriggio, arriva una squadra di tecnici - due per la verità - che cominciano a citofonare dicendo che devono  effettuare un lavoro  al contatore in questione. Si avvertono al citofono i condomini che mancherà l'acqua e  i tecnici provvedono alla riparazione (sostituzione).

 Passano solo poche settimane da quell'intervento, e in una mattina- di oggi, dal vano dove è situato l'interruttore oggetto dell'intervento di qualche settimana fa, comincia ad uscire l'acqua che man mano si fa sempre più forte. diventando una vera e propria fontana che, per la forte pressione, riesce da sola ad aprile lo sportello metallico dove è custodito l'interruttore generale. 

 Si chiama il PRONTO INTERVENTO dell'ACEA e alla fine di una trattativa - della quale abbiamo fatto cenno in un precedente post - assicurano che fra questo pomeriggio e domani verranno a riparare il guasto. Guasto/ disastro che non c'era prima del loro intervento. Ora siamo in attesa, mentre l'acqua scorre quasi a fiumi nella speranza che non si rompa di più e la fontana diventi cascata. 

ALT dai talebani a BIDEN

 Se gli Usa o la Gb cercheranno di guadagnare tempo per continuare le evacuazioni dall'Afghanistan ci saranno delle conseguenze". Lo ha detto Suhail Shaheen, uno dei portavoce dei talebani e membro del team di negoziazione del gruppo, spiegando che "il presidente Biden ha annunciato che il 31 agosto avrebbe ritirato tutte le truppe americane. Quindi se estendono il limite significa che stanno estendendo l'occupazione e non ce n'è bisogno

ACEA senza PRONTO INTERVENTO se non si ha materialmente a disposizione la bolletta

  Da QUESTA MATTINA dal vano del contatore ed interruttore generale di una delle palazzine ( Pal.A) del Condominio di via Nomentana 905 a Roma, esce una fontana di acqua che SCORRE LUNGO TUTTO  lo spazio  di manovra  dove sono situati gli ingressi ai box e va a riversarsi nel tombino del condominio. Non si tratta di una perdita ma di una FONTANA vera e propria.

 Il portiere del condominio ha chiamato ACEA - Pronto Intervento - segnalando il problema. Gli è stato risposto che senza i dati della bolletta ( conservata dall'amministratore che è  quasi certamente fuori)  non possono intervenire.
 Se si allaga o va a fuoco un palazzo il Pronto intervento prima di muoversi chiede i dati delle bollette. Questo accade.
 Ma la cosa più grave è che non più tardi di due o tre settimane fa proprio una SQUADRA  dell'ACEA HA FATTO UN INTERVENTO SUGLI INTERRUTTORI GENERALI DELL'ACQUA, CHE NON CHIUDEVANO BENE.
 Il risultato è che, a distanza di pochissimi giorni dall'intervento in loco di ACEA, da quegli interruttori sgorga una fontana.



Covid. Solo l'obbligo delle vaccinazioni ci salverà ( da La Repubblica, di Elena Dusi)

 L’ondata d’autunno spaventa chi lavora nei reparti Covid. E mette di nuovo a rischio le cure per le altre malattie. Di fronte alla possibilità che gli ospedali tornino a riempirsi, diagnosi e trattamenti per tumori e non solo debbano essere rimandati e le liste delle chirurgie vengano ancora congelate, il tema della scelta se vaccinarsi o no assume una luce diversa.

Per questo è dagli ospedali che si alzano le voci più nette a favore dell’obbligo. «Ormai non ci sono più scuse. È dimostrato che i vaccini funzionano. Non prevedere l’obbligo vuol dire difendere la libertà di infettare anziché il diritto di curarsi». Guido Rasi, microbiologo dell’università di Roma Tor Vergata, ex direttore dell’Agenzia europea dei medicinali, spiega ancora: «Non vaccinarsi vuol dire rimettere sotto pressione gli ospedali e impegnare risorse che dovrebbero essere usate per curare anche gli altri malati. Questo non è più etico né tollerabile. Un vaccino costa 20 euro, un ricovero 50mila euro a settimana. I mezzi del sistema sanitario non sono infiniti e vanno dedicati ai malati che più ne hanno bisogno».

Anche perché, fa notare Antonella Viola, immunologa dell’università di Padova, «fra Green Pass, obbligo di vaccino per andare a scuola o a mensa oggi, per entrare in fabbrica o prendere il tram domani, rischiamo di impegnare il Paese in una miriade di discussioni frammentarie. Tanto vale abbandonare ogni ipocrisia e prendere la decisione una volta per tutte». Francesco Menichetti, primario di malattie infettive all’ospedale universitario di Pisa, ha curato un migliaio di pazienti Covid nel suo reparto. «Nel frattempo ho dovuto dirottare altrove malati di Aids o con altre patologie. Ho visto tagliare le liste delle chirurgie perché non c’erano posti in terapia intensiva. Non vaccinarsi oggi non è più una scelta di libertà individuale. Vuol dire limitare il diritto alla cura degli altri».

Il discorso è già stato affrontato con il morbillo, e risolto a favore dell’imposizione. Dal 2017, su decisione dell’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin, dieci vaccini dell’infanzia sono obbligatori. «Per il morbillo la copertura è salita sopra al 95%, riportandoci all’immunità di gregge», dice Giovanni Di Perri, professore di infettivologia all’università di Torino e primario all’Amedeo di Savoia. «Non ho più visto casi come il 40enne salvato per un pelo con la circolazione extracorporea. La moglie è no vax, i figli hanno preso il morbillo e l’hanno contagiato».

Storie simili si ripetono oggi con il Covid. «Ormai assistiamo a una pandemia dei non vaccinati» dice Viola. Per i medici, i ricoveri dei non immunizzati sono pane quotidiano: «Non faccio domande, curo e basta», taglia corto Menichetti. «Ma è chiaro che la scelta di vaccinarsi ormai non riguarda più solo l’ambito individuale. Sono il primo a provare empatia per un malato di cancro che chiede di non proseguire le cure. Ma qui siamo di fronte a un problema di sanità pubblica. Ci sono interessi della collettività da salvaguardare».

A settembre c’è un Paese da far ripartire, una scuola non più da sacrificare e un’economia che non può reggere un’emergenza lunga anni. «I vaccini non sono lo strumento per chiudere del tutto la partita con il coronavirus, ma per metterci una grossa ipoteca sì», sostiene Di Perri. «Perché non avere l’ambizione di usarli fino in fondo? La legge prevede obblighi per il ricovero di un paziente con la tubercolosi che non si vuole isolare, per impedire che una persona ubriaca guidi l’auto o che un fumatore accenda una sigaretta in un ristorante. Affrontare la questione anche per i vaccini contro il Covid non deve essere un tabù».

I vaccini poi, dopo 8 mesi di utilizzo, non sono più una lotteria. Ne sono state somministrate 5 miliardi di dosi nel mondo. Abbiamo dati chiari sui loro benefici e sui loro limiti. Gli approvvigionamenti in Italia hanno superato i colli di bottiglia. «Non è una questione di gusti o di tifo. Che i vaccini funzionino è un’acquisizione scientifica ormai indiscutibile» sostiene Viola. «Chi non è immunizzato oggi — dice Menichetti — è perché lo ha scelto. Ma poi alcune di queste persone arrivano in ospedale. Lì non ti ricordi più delle cose che hai letto sui social. Le amenità sulle iniezioni che sono sperimentali o ti controllano col chip, o sull’Rna che si integra nel tuo Dna, si sciolgono come neve al sole. Tutto quel che desideri, giustamente, è tornare a respirare».

domenica 22 agosto 2021

Biden: sull'Afghanistan la storia ci darà ragione. ( EURONEWS) - SPERIAMO!

 Il presidente Joe Biden respinge le critiche sul ritiro delle truppe americane dall'Afghanistan: "Sarà la storia a dimostrare che la decisione di andar via è stata quella giusta", dice mentre l'aeroporto di Kabul è preso d'assalto da chi ritirarsi ancora non può: afghani che hanno collaborato con gli Stati Uniti, lavorato per la Nato o per il precedente governo.

"L'evacuazione di migliaia di persone da Kabul sarà dura e dolorosa, non importa quando abbiamo iniziato. Sarebbe stato così anche se avessimo cominciato un mese fa o tra un mese - commenta Biden - dal 14 agosto a oggi abbiamo evacuato quasi 28.000 persone su aerei degli Stati Uniti e della coalizione, compresi i charter civili, portando il numero totale di persone evacuate da luglio a circa 33.000". 

Dichiara Biden: "Ci sono discussioni in corso tra noi e i militari sull'estensione del ponte aereo. La nostra speranza è che non dovremo estenderlo, ma ci saranno discussioni - è il mio sospetto - su quanto si sia avanti nel processo".

 Migliaia di persone fanno la fila fuori dall'aeroporto di Kabul: almeno 20 sono morte, 7 delle quali calpestate dalla folla nel caos seguito alla presa di potere dei talebani e al conseguente tentativo di fuga dal Paese. Lo scalo della capitale afghana è ora l'unica via d'uscita.

I Talebani hanno promesso l'amnistia per coloro che hanno lavorato con gli Stati Uniti, la NATO e il governo rovesciato, ma molti afghani temono ancora ritorsioni cruente. 

Nel frattempo è polemica anche per le dichiarazioni del premier conservatore sloveno Jansa, il cui Paese detiene la presidenza di turno semestrale della Unione europea.

Jansa ha escluso l'apertura di corridoi umanitari da parte dell'Unione per non "ripetere gli errori strategici nella crisi migratoria del 2015. Aiuteremo - ha detto - solo coloro che ci hanno aiutato durante la missione Nato".

 

Webinar sul teatro lirico di domani. 'Adelante, Sesto, cum juicio'

 Come quel vecchio saggio, vado ripetendo ogni giorno a me stesso che a leggere o a farsi qualche passeggiata  sul web qualcosa si scopre, si impara, quantomeno si conosce di nuovo. Sempre. Salvo il caso in cui, non so quel vecchio saggio, ma io non riesco a capire quel che leggo e pure continuo. 

Oggi ad esempio, sull'inserto 'La lettura' del Corriere, ho letto una paginata sul raduno che si è tenuto a Pitignano la scorsa settimana. L'ha scritta un esperto, ed io che esperto che non sono, fra termini inglesi, espressioni 'giovanili', ma sempre in inglese, e la nomenclatura di un mondo e di una cultura che non conosco, non ci ho capito nulla. Mi sono consolato dicendomi che almeno sono venuto a conoscenza del fatto che esiste un mondo nuovo, giovanile, con i suoi riti, le sue adunate i suoi stordimenti, ed anche studiosi che di quel mondo nuovo ed in continua evoluzione sanno tutto. Io no. Non ci ho capito nulla.

 Giorni fa invece, seguendo una notizia che mi interessava e cioè l'apertura di stagione dell'Opera nazionale lituana di Vilnius, dove è direttore artistico un ex allievo del Conservatorio Casella, ma che io non ho mai avuto in una mia classe, Sesto Quatrini, che dirigerà Il cavaliere della Rosa di  Richard Strauss, con la regia di Damiano Michieletto, mi sono imbattuto in una webinar , organizzata da una associazione, con tre soci fondatori - il nostro direttore, la sua attuale compagna ed un altro signore che vedo circolare nei teatri - che si propone di guardare avanti nell'evoluzione del teatro lirico. 

Compito sacrosanto perchè è chiaro che il teatro lirico, già ora, non è più  quello di una volta - come del resto le stagioni, a detta del vecchio saggio - e , in futuro, non sarà più quello di ora. Dunque pensarci in tempo e non farsi cogliere impreparati, è da saggi.

 Webinar, però, che sarà? Mentre i termini della precedente inutile immersione nelle mode e costumi giovanili mi sono tuttora estranei ed incomprensibili, webinar con l'aiuto del traduttore, ho capito cos'è. Nient'altro che una DAD , senza distinzione fra insegnante ed allievi. Nella webinar tutti parlano, ognuno dice la sua, ciascuno può contraddire l'altro, ma non c'è chi possa dire 'tu stai zitto, che non      capisci niente', altrimenti non si tratta più di una discussione - da noi si direbbe forum, convegno, seminario interattivo - su tema prescelto, benchè a distanza, via web, e dunque non in presenza. Nella webinar non c'è nessuna maestra che bacchetta e mette brutti voti, e manda in castigo dietro la lavagna. 

 Mi ha colpito  una affermazione proprio di Quatrini, a proposito dei giovani direttori e giovani interpreti in generale. Diceva Quatrini che lui vuole avere il diritto di dire la sua su un testo musicale, senza che l'orchestra, nel suo caso in prevalenza di adulti, abbia a ridire.   Parlare ed essere ascoltato come  un direttore avanti negli anni.

 Certo che Quatrini ha tutto il diritto  di dire quello che pensa - in gergo si dice: dettare l'interpretazione - di un brano. Ma non di tutti i brani  un giovane direttore è all'altezza. Non vogliamo dire che prima degli Ottanta, come accaduto con Muti, non si debba dirigere la Missa solemnis, e neanche che un giovane direttore cui  viene offerta un'occasione debba rifiutarla dicendosi o semplicemente pensando di non 'avere l'età'.

 Ma Quatrini converrà che ci sono imprese che sono appannaggio del tempo   della gioventù, ed altre di quello della maturità, se non addirittura della vecchiaia. E' così.   

Intanto, visto che è già in corsa,  pensi a non strafare, convinto di poter fare tutto in nome dei suoi verdi anni. Apprenda bene il mestiere ed anche tutti i suoi trucchi, poi verrà il momento per tutto.

Il problema la stampa italiana, ed anche io, se lo pose quando a Gustavo Dudamel fu offerto di dirigere Don Giovanni di Mozart alla Scala e lui accettò, con risultati molto deludenti. A detta di tutti. La sua giustificazione fu esattamente quella che spesso si sente opporre all'invito a riflettere e ad aspettare: certe occasioni capitano una volta nella vita, meglio coglierle.

No, non è così, C'è un tempo per ogni cosa. Perciò Quatrini nel caso dovesse accorgersi che  gli orchestrali non lo trattano con il dovuto rispetto che si deve ad un direttore d'orchestra, ad ogni età, provi a riflettere, chissà che qualche volta quegli orchestrali ostici non abbiano visto giusto.

 La differenza che corre fra un interprete ed un creatore della sua opera è enorme. Nel secondo caso, pittori, scrittori e qualunque altro artista - lo stesso musicista autore - molte volte danno frutti maturi anche in giovanissima età. 

Quando, invece, l'interprete si avvicina a opere di altri - come accade ogni volta nel caso della musica - deve cercare di entrare nel pensiero degli autori, e non è che a tutte le età si hanno gli strumenti per farlo su qualsiasi opera. 

Se non si hanno gli strumenti giusti, si rende un cattivo servizio all'autore, addirittura si rischia di svuotarlo, banalizzandolo. Perciò meglio darsi tempo, non avere fretta.


 Tornando all'Opera Nazionale Lituana di Vilnius, chi dà un'occhiata al cartellone operistico ed anche sinfonico del teatro, si rende conto di esser capitato in un altro mondo. Cantanti, solisti strumentali a noi del tutto sconosciuti e con cognomi che non sanno di lingue e nazioni più note. Che vuol dire che quel teatro, come del resto altri, ha una compagnia stabile, interpreti 'residenti' con i quali confeziona le stagioni. E non è detto che  non  siano ben fatte, solo perchè mancano le star strapagate che circolano nel mondo musicale che conosciamo  

sabato 21 agosto 2021

Riccardo Muti, la prima volta che dirige a Imola, per l'Accademia 'Incontri con il maestro'

  Riccardo Muti sarà il primo settembre ad Imola Schubert con l'Orchestra Cherubini per la Fondazione Accademia Internazionale 'Incontri con il Maestro', rassegna musicale cui partecipano giovani talenti da tutto il mondo. È la prima volta che il maestro dirige a Imola, al Teatro 'Ebe Stignani', omaggio alla città che ha fatto nascere l'esperienza della Fondazione 'Incontri col Maestro' che Muti considera tra i luoghi nei quali l'insegnamento della musica raggiunge il vertice della qualità.

 Il concerto di mercoledì primo settembre, ore 21, suggella la decima edizione dell'. L'evento sarà trasmesso anche in diretta streaming attraverso i canali istituzionali del Comune e sul sito dell'Accademia www.imolamusicacademies.org, sarà disponibile per i cinque giorni successivi. Il repertorio, interamente schubertiano, include l'Ouverture in do maggiore 'Im italienischen Stile' D 591 e la Sinfonia n.9 in do maggiore 'La Grande' D 944.

Biglietti su Vivaticket dal 23 agosto. Per l'accesso è obbligatorio esibire il Green pass con documento d'identità, quest'ultimo se richiesto dal personale autorizzato. (ANSA).

La co-educazione di maschi e femmine è la radice di tutti i mali. In Afghanistan non più classi miste. Ci siamo con le riforme talebane

 Nelle università pubbliche e private della provincia di Herat, nell'Afghanistan occidentale, non sarà più permesso alle ragazze frequentare classi miste. Lo hanno ordinato i Talebani nella loro "prima fatwa", come riporta l'agenzia di stampa 'Khaama'.Al termine di un incontro di tre ore tra docenti universitari, titolari di istituzioni private e funzionari Talebani, questi ultimi hanno sostenuto che non c'è giustificazione per continuare con le classi miste e ne hanno ordinato lo stop.

I docenti della provincia hanno ribattuto che le università e gli istituti governativi sono in grado di gestire classi separate, mentre a causa del basso numero di studentesse gli istituti privati non possono permettersi di creare aule solo per ragazze.

Il mullah Farid, capo dell'istruzione superiore dell'Emirato islamico afghano, che rappresentava i Talebani, ha sostenuto che la co-educazione deve cessare subito perché questo sistema è "la radice di tutti i mali nella società". Farid, prosegue l'agenzia, in alternativa ha suggerito che docenti di sesso femminile e uomini anziani "virtuosi" possano insegnare alle studentesse.

I docenti della provincia di Herat hanno denunciato che, poiché le istituzioni private non possono permettersi classi separate, migliaia di ragazze potrebbero essere private dell'istruzione superiore.

Pioggia sulla calotta glaciale della Groenlandia. E' la prima volta

 La pioggia è caduta per la prima volta sulla vetta della calotta glaciale della Groenlandia da quando sono iniziati i rilevamenti climatici nella regione: lo hanno constato il 14 agosto scorso gli scienziati nella stazione della US National Science Foundation, che si trova sul picco di 3.216 metri della calotta dove le temperature sono normalmente ben al di sotto di zero gradi.

Secondo quanto riporta il Guardian, la pioggia è caduta in Groenlandia durante tre giorni eccezionalmente caldi, con temperature in alcune zone superiori di 18 gradi rispetto alla media. Di conseguenza, lo scioglimento dei ghiacci è stato osservato nella maggior parte dell’isola, su un’area circa quattro volte più grande del Regno Unito. Si stima che in tutta la Groenlandia siano cadute circa 7 miliardi di tonnellate di acqua

venerdì 20 agosto 2021

MATTARELLA: IL VACCINO E' UN DOVERE CIVICO ( da Milano Finanza, di Silvia Valente)

 Il vaccino è un dovere civico. La pandemia, infatti, ha dimostrato che la responsabilizzazione di ogni singolo e l'azione in concerto della collettività sono gli unici mezzi per uscire dalla crisi e per ricostruire. Queste le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, collegato dal Quirinale, per l'inaugurazione della 42esima edizione del meeting di Rimini. 

Il capo dello Stato ha sottolineato che il Covid "ci ha dimostrato quanto ci sia bisogno di responsabilità. Nell'opera dei medici e del personale sanitario. Nel lavoro di chi svolge mansioni sociali. Nell'impegno di chi opera nel tessuto economico. Nell'azione dei governi e degli organismi internazionali. Ma anche nei comportamenti di ciascuno di noi".

La responsabilità, quindi, "comincia da noi. Vaccinarsi, tra i tanti esempi possibili, è un dovere, non in obbedienza a un principio astratto", ma perché nasce dall'osservazione della realtà. Ad oggi il vaccino è lo strumento "più efficace di cui disponiamo per difenderci e per tutelare i più deboli e i più esposti a gravi pericoli". Anche per Mattarella rappresenta, quindi, un atto di amore nei confronti delle categorie più vulnerabili, riprendendo, data la sede, i concetti già espressi da Papa Francesco. 

Il virus, ha aggiunto, ha propagato i suoi effetti sull’uomo, sulla società e sulle economie, provocando così "una crisi ancora più pesante delle altre". Per il Capo dello Stato ora, come nei momenti bui, è arrivato il tempo di trovare "risorse preziose" nella comunità: "il futuro può essere costruito solo insieme". 

Una collettività che per Mattarella passa anche per l'Unione Europea. Nello specifico, potenziarne la sovranità comunitaria sarebbe "un atto di responsabilità nei confronti dei cittadini". Sia perché le risposte emergenziali come il Next Generation Eu potrebbero "tradursi in nuovo cammino", sia perché l'Unione potrebbe diventare promotrice di un nuovo sviluppo "più equilibrato e sostenibile". 

Il capo dello Stato ha, infine, concluso il suo intervento richiamando il contesto internazionale e la questione dell’Afghanistan. "La storia ci insegna costantemente quante minacce vi siano alla libertà e quanti sacrifici sono richiesti per conquistarla. Ci indica anche che si tratta di un bene indivisibile tra le donne e gli uomini di ogni continente. Ci rendiamo conto di quanto la mancanza di libertà o la perdita di essa in altri luoghi del mondo colpisca la nostra coscienza e incida sulla comune convivenza nella sempre più integrata comunità mondiale". 

D'altronde, ha precisato Mattarella, "la libertà per essere tale deve misurarsi con la libertà degli altri. Non perché la libertà degli altri rappresenti un limite alla nostra ma perché al contrario la libertà di ciascuno si accresce e si consolida con quella degli altri, si realizza insieme a quella degli altri". La libertà per essere autentica deve quindi "coltivare la vocazione all'incontro, crescere nella coscienza personale di ciascuno e vivere insieme a quella di chi ci sta vicino, nella costruzione della coscienza comune". A questo dovere, "ci richiama la nostra Costituzione", ma è una sfida quotidianamente posta dal processo della globalizzazione. (riproduzione riservata)

Finale di Euro 2020 a Londra: SUPERDIFFUSORE di contagi

 La finale di Euro 2020 allo stadio londinese di Wembley è stata un "superdiffusore" di contagi da Covid-19: secondo uno studio di Public Health England, citato dal Times, circa 2.300 persone presenti erano "probabilmente già infette", e 3.404 che si trovavano alla finale Inghilterra-Italia hanno sviluppato il Covid nei giorni successivi all'11 luglio.

Sempre secondo Public Health England, che ha monitorato gli effetti di vari eventi di massa durante 49 giorni, gli eventi pubblici all'aperto legati agli europei di calcio hanno provocato oltre 9.000 contagi in Inghilterra, più di concerti, match di altri sport e altri spettacoli.

Pentagono: Al Qaeda e Isis ancora presenti in Afghanistan ( da Quotidiano.Net)

 Sappiamo che Al Qaeda e l'Isis sono ancora presenti in Afghanistan. Il numero non è sorbitantemente alto ma non abbiamo una cifra esatta perché la nostra capacità di raccolta di informazioni in Afghanistan non è più quella di una volta". Un messaggio allarmante, quello del portavoce del Pentagono John Kirby. Soprattutto perché arriva a pochi giorni di distanza da quel "Il nostro obiettivo in Afghanistan era abbattere Al Qaeda e non creare una nazione e lo abbiamo fatto, Al Qaeda non c'è più" pronunciato nientemeno che dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

 

Sono giorni complessi dal punto di vista internazionale, sono giorni interlocutori durante i quali però molti Governi si stanno mobilitando per dare soluzioni ai profughi afghani e per far rientrare in ogni Paese cittadini, diplomatici e soldati che in Afghanistan erano rimasti. "Questo è uno dei più grandi e più difficili ponti aerei della storia. E' una missione pericolosa in difficili circostanze, per la quale mobiliteremo ogni risorsa necessaria. L'unico Paese del mondo capace di mettere così tanta potenza con questo grado di precisione sono gli Stati Uniti" ha spiegato lo stesso Biden. "Siamo in costante contatto con i talebani per garantire un passaggio sicuro verso l'aeroporto" ha raccontato il Presidente degli Stati Uniti. Al Qaeda e Isis ci sono ancora, ma "quello che pensiamo è che non ci sia una presenza abbastanza significativa da meritare una minaccia per la nostra patria come era successo l'11 settembre, 20 anni fa" ha assicurato Kirby. 

Da luglio sono state evacuate 18mila persone, di cui 13mila dal 14 agosto. Altre migliaia verranno imbarcate su voli privati allestiti dall'amministrazione americana. Evacuati anche i 204 dipendenti in Afghanistan di New York Times, Washington Post e Wall Street Journal. Non sono escluse "perdite" nei prossimi giorni. Il pensiero di Biden va ai seimila soldati impiegati. "Io manifesto la mia gratitudine - ha affermato - ai coraggiosi uomini e donne delle forze armate americane che stanno portando avanti la nostra missione. Sono incredibili".

 

Intanto la situazione in Afghanistan si fa sempre più tesa e i talebani, dopo la presa di Kabul stanno mettendo in atto diverse pratiche persecutorie. "Le donne? Avremo rispetto se vivranno secondo la Sharia" avevano affermato il giorno dopo il loro insediamento. L'evidenza è che i diritti umani in moltissimi casi non sono rispettati. I prossimi, quindi, saranno giorni molto impegnativi a livello internazionale.

Campagna vaccinale nelle scuole. A che punto é? ( da Il Sole 24 Ore)

 A inizio agosto il commissario straordinario per l'emergenza Covid-19 Francesco Paolo Figliuolo aveva scritto alla Regioni per sollecitare l’invio entro il 20 agosto di «dati univoci che tengano conto del reale andamento della campagna vaccinale» nella scuola. Il report settimanale, datato proprio 20 agosto, sembra già riflettere questa operazione di chiarezza: secondo l’ultimo aggiornamento la popolazione del personale scolastico non ancora vaccinata di 186.571 persone, pari al 12,82%.

 

Una settimana prima (13 agosto) erano ancora sopra quota 200mila: per l’esattezza 213.277 (pari al 14,5%). Una differenza di 26.706 vaccinati che comunque segna un cambiamento: nelle tre settimane precedenti (23 luglio-13 agosto) c’era stato un incremento tre volte inferiore (+8.855).

Sicilia, Sardegna e Calabria - rispettivamente con il 54,49, il 67,07 e il 67,17% di persone che hanno completato il ciclo vaccinale in questa categoria - restano le tre regioni con il più basso numero di immunizzazioni del personale scolastico.

 In alcune regioni il dato sul personale scolastico non vaccinato è molto basso o pari a zero (in questo caso Friuli Venezia Giulia e Campania). Ma non si tratterebbe ancora di cifre definitive in quanto diversi dati - che le Regioni stanno comunicando alla struttura commissariale - sono ancora in corso di verifica. Tra gli elementi variabili c’è la platea vaccinale, che cambia a seconda del numero di lavoratori di questa categoria impegnati in una determinata regione diversa dalla propria.

Il commissario Figliuolo aveva chiesto di fare chiarezza sulla situazione vaccinale tra il personale scolastico perché le cifre ufficiali non sembravano ancora in grado di fotografare la realtà: l’elenco degli insegnanti a disposizione del ministero dell’Istruzione registra solo una parte dei docenti e una buona parte dei professori vaccinati potrebbe essere inevitabilmente sfuggita al censimento. Dal 1° settembre professori e personale non docente dovranno avere ed esibire la certificazione e se non lo faranno scatteranno le sanzioni: il mancato rispetto delle disposizioni è considerata assenza ingiustificata e dopo 5 giorni il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento. I controlli spetteranno ai dirigenti scolastici.

 Secondo la stima della Cisl Scuola sono «meno di 100mila le persone non vaccinate tra docenti, bidelli e altre figure del personale scolastico». La segretaria del coordinamento scuola del sindacato, Maddalena Gissi, alla vigilia della diffusione dei dati aggiornato, ha detto: «Dai numeri odierni bisogna sicuramente sottrarre le persone guarite dal Covid, quelle fragili che non possono fare il vaccino e i precari che non sono in ruolo».

Di Oksana Lyniv e di altre direttrici d'orchestra

 Il debutto sul podio nel  golfo mistico del Festival di Bayreuth, di Oksana Lyniv, per L'olandese volante, è stato accolto da applausi  lunghi e calorosi . La prima donna che dirigeva nel tempio della musica sacro a Wagner.

 Col tempo ci abitueremo a registrare simili debutti, oggi non ancora; e fra qualche anno, o forse decennio, che una donna diriga per la prima volta qui o là sarà normale, e dunque non più degno di essere sottolineato. Perchè le donne direttrici d'orchestra sono in numero crescente, e non mancano, come del resto non mancano fra i direttori che sono in numero considerevolmente maggiore anzi schiacciante rispetto alle donne, quei pochi di valore, nella maggioranza di routiniers o buoni mestieranti, dei quali pure il mercato, ormai vasto, ha bisogno. 

La Lyniv è venuta in Italia, la prima volta a Bologna per un concerto sinfonico, poi  anche a Roma, dove tornerà la prossima primavera per dirigervi Turandot di Puccini.

 Quando si è fatto il suo nome la prima volta tutti hanno pensato ad una 'giovane' direttrice appena scoperta; si è appreso poi che la Lyniv  ha superato i quaranta, e che è da tempo in attività, anche se nel campo della direzione si continua a etichettare come 'giovane' anche dopo l'età che dovrebbe rappresentare la maturità di un artista. Per Lei, già sembra prospettarsi un incarico stabile in Italia, a Bologna.

 Fra qualche giorno a Verona,  in Arena, debutterà un'altra direttrice, tedesca di nascita, anche se il suo cognome rimanda a diversa origine, Irina Yashima, che dirigerà la Nona di Beethoven, in una serata che intende anche omaggiare il compianto Ezio Bosso. Anche Lei è in carriera ed è stata già 'assistente' di notissimi direttori.

 La Lyniv ha rilasciato a Repubblica una intervista, nella quale si dice soddisfatta del suo lavoro e si racconta. Ma ciò che ci ha colpito è l'aggiunta che il giornale ha fatto, sul tema della donne direttrici d'orchestra,   e più ancora  il modo con cui lo ha fatto.

 Con tre foto tessera, e qualche breve commento, sorprendente per due delle tre. 

- la prima di Speranza Scappucci, ingaggiata al teatro di Liegi, dove si è trovata a sobbarcarsi il peso del teatro per intero, dopo la morte di Stefano Mazzonis - annota il giornale. E qui tutto regolare. 

- poi Gianna Fratta della quale si segnala che ha sposato Piero Pelù - che è come dire  che tale matrimonio sta all'origine di un suo piccolo attuale successo; 

- ed infine Beatrice Venezi, la più giovane delle tre (ma ora circolano anche direttrici più giovani di Lei) il cui vanto  maggiore, secondo il giornale, è la partecipazione al Festival di Sanremo, dove l'ha voluta Amadeus, che, nonostante il nome, nulla ha a che fare con Mozart, e che quindi potrebbe averla scelta per ragioni diverse da quelle professionali. Finora non ha  fatto nient'altro per cui merita di essere segnalata, oltre la furbata di voler essere chiamata 'direttore'.

Che è come dire, nel caso della Fratta e della Venezi, direttrici ambedue  che più che la professione che svolgono - non a livelli alti fino ad oggi - è frutto 'prevalente' di fattori che con la loro bravura professionale nulla hanno da spartire.

Dunque mentre le prime tre ( Lyniv, Yashima, Scappucci)  vengono accreditate per una carriera riconosciuta, la stessa cosa non si può dire per le restanti due (Fratta, Venezi), per le quali La Repubblica ricorre ad elementi estranei alla loro attività professionale.  

Coronavirus. Bollettino dal fronte dei contagi e delle vaccinazioni aggiornato a venerdì 20 agosto 2021

 Sono 7.224 i nuovi casi di Covid-19 individuati in Italia nelle ultime 24 ore su 220.656 tamponi effettuati, contro i 7.260 contagi su 206.531 test di giovedì. Sono 49 i decessi registrati in un giorno, in lieve calo rispetto ai 55 delle 24 ore precedenti. Il tasso di positività si attesta al 3,27%, in lieve diminuzione rispetto al 3,5% di giovedì. I guariti odierni sono invece 6.211.

Calano le terapie intensive - Sono 455 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia, in calo di cinque unità rispetto al giorno precedente nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 26 (ieri erano stati 40). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 3.692 (+65).

Vaccini - Nelle ultime 24 ore sono state somministrate 234mila dosi (124mila prime + 111mila seconde). Nell'ultima settimana sono state invece inoculate in media 206mila dosi al giorno (111mila prime + 96mila richiami). A questo ritmo l'obiettivo del governo (l'80% degli over 12 con ciclo completo) sarà raggiunto tra due mesi e 27 giorni (il 15 novembre). 

giovedì 19 agosto 2021

Uno vale uno.. ci rifanno anche medici ignoranti

" Circa mille operatori sanitari, tra medici e infermieri, hanno presentato un ricorso al Tar della Toscana per chiedere la sospensione dei provvedimenti nei confronti di coloro che non si sono vaccinati. La notizia è stata riportata da Repubblica e confermata oggi dal legale che assiste nella causa gli operatori sanitari, come scrive LaPresse.

 

 "Abbiamo già notificato ed è in corso di deposito il ricorso con circa 1.000 ricorrenti, ma stiamo raccogliendo altre firme, circa 200, per un altro ricorso uguale", spiega l'avvocato Tiziana Vigni che segue i ricorrenti col collega Daniele Granara docente di diritto costituzionale e che era stata candidata alla presidenza della Toscana per la lista 'Vaccini Vogliamo Verità'."


Fin qui la notizia: un migliaio di operatori sanitari, molti dei quali assisterebbero i malati nei reparti ordinari e Covid sosterrebbero che il mondo scientifico abbia ordito, d'accordo con le case farmaceutiche, un complotto ai danni dell'umanità, attraverso l'uso dei vaccini.

 Qualcuno ha giustamente risposto alla protesa: ma se domani trovano trovato un vaccino contro il cancro, questi scienziati del c... si rifiuterebbero di somministrarlo, senza temere per la loro incolumità? ( P.A.)


Valentano. Controllo sui partecipanti al rave durante lo sgombero ( Rai News)

 Intervento delle forze dell'ordine nell'area del maxi rave party abusivo iniziato lo scorso 13 agosto a Valentano (Viterbo). 

 

 L'area - rende noto la questura di Viterbo - risulta sostanzialmente liberata, rimangono solo pochi veicoli, due dei quali lasciati abbandonati e gli altri non marcianti, che saranno rimossi con l'ausilio del carro attrezzi.

 Le forze dell'ordine monitorano, oltre alle zone limitrofe all'area del raduno, anche tutte le strade a lunga percorrenza e le autostrade per verificare eventuali transiti di autoveicoli provenienti dalla festa.

 

 "L'area è stata liberata. Non c'è più nessuno all'interno". A dirlo il sindaco di Valentano Stefano Bigiotti, in merito alle operazioni nella zona. "Non posso che esprimere soddisfazione - sottolinea -. Il ministro Lamorgese, che ieri pomeriggio mi ha contattato personalmente, ha mantenuto l'impegno preso di liberare l'area entro oggi. Le operazioni si sono svolte nel massimo rispetto delle persone. Ora sono già al lavoro per rimuovere al più presto i rifiuti lasciati nel terreno".

 Le forze dell'ordine sono intervenute con l'ausilio delle unità cinofile, mezzi blindati e un elicottero a sorvolare la zona. Continua anche il monitoraggio dei presidi di accesso all'area con identificazione dei partecipanti all'evento: ad ora sono state identificate oltre 3.000 persone e più di 1.000 automezzi controllati nell'ambito dei servizi nelle zone circostanti al lago di Mezzano, nel Comune di Valentano. È in corso anche una intensa attività investigativa per accertare la commissione di reati nel corso del raduno musicale. E' quanto si apprende da fonti della questura di Viterbo.

 

 Intanto proseguono le operazioni di monitoraggio e controllo delle zone circostanti all'area del rave party, soprattutto lungo i litorali del lago di Bolsena, al fine di verificare l'eventuale presenza di persone provenienti dal raduno musicale.

In corso coordinamento con Asl e sindaci per contact tracing

 "E' in corso un coordinamento tra la Asl di Viterbo e i sindaci dei comuni per pianificare un'azione di contact tracing e di tamponi per le popolazioni dei comuni interessati dal rave". Così l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, in merito al rave nel viterbese. "Proseguirà inoltre il tour dei camper-vax nella zona - aggiunge - ed è stato attivato il servizio veterinario per verificare se ci sono animali feriti o morti nella zona del rave". 

 

Sequestrato materiale acustico

 A due cittadini olandesi è stato sequestrato un furgone con rimorchio contenente materiale acustico e gruppi elettrogeni, mentre un secondo sequestro è in atto nei confronti di due italiani che sono stati bloccati a bordo del proprio mezzo pesante contenente materiale acustico, dopo aver tentato di forzare il posto di controllo a uno dei varchi di uscita. Lo fa sapere la questura di Viterbo.

 

Due ricoverati in stato di agitazione

 Due giovani partecipanti al rave sono stati ricoverati in stato di agitazione negli ospedali di Pitigliano e di Grosseto. Il più grave è stato condotto in quello del capoluogo. Secondo quanto appreso dall'Ansa che cita fonti sanitarie, i medici stanno cercando di capire la causa clinica delle patologie, anche risalendo, se possibile, a definire l'eventuale ingestione di sostanze alteranti. I due pazienti sono sotto osservazione. A Pitigliano stamani è stata anche ricoverata una giovane per ubriachezza ma poi è stata dimessa in poche ore.

 

Si spostano a Bolsena, 300 allontanati

 Inoltre, rende noto la questura, con il contributo della Polizia stradale, è in atto anche il controllo delle strade adiacenti al sito dell'evento per verificare la presenza di eventuali mezzi provenienti dal raduno. Ciò ha consentito di intervenire immediatamente in una località sulle rive del lago di Bolsena dove si erano radunati un centinaio tra camper e autovetture con a bordo oltre 300 persone, che sono state allontanate.

 

In serata iniziato il deflusso

 Nella serata di ieri era iniziato il deflusso, questa mattina gran parte delle persone aveva lasciato l'area. Alcune decine di partecipanti erano stati segnalati nel centro storico della confinante Pitigliano (Grosseto), paese in questi giorni affollato di turisti. Secondo quanto si è appreso tra i reduci del rave, alcuni avevano finito i viveri e sono andati in cerca di cibo, taluno si è addormentato accampandosi di fatto nelle strade pubbliche, altri non avevano mezzi per tornare ai luoghi di provenienza e aspettavano la ripresa dei servizi di linea (autobus). 

 

 La situazione è calma ma viene osservata dalle autorità. "È iniziato il deflusso dal rave - ha spiegato ieri sera il sindaco Giovanni Gentili - e alcuni partecipanti sono arrivati in paese a Pitigliano. Hanno lasciato il rave quelli che erano meno organizzati, senza camper, senza roulotte. Spesso hanno finito le scorte e se ne vanno. Risulta che gli organizzatori prevedevano di far durare il rave dieci giorni ma speriamo che possa concludersi già domani (oggi, ndr), ci sono accordi che operano in questa direzione".

 Anche i comuni di Manciano e in minor misura Sorano, sul versante della Toscana sono interessati dai flussi di rientro dei reduci del rave party osservati nei loro transiti dalla popolazione locale nelle proprie case.

 

 La festa, che ha toccato il picco con 10mila presenze a Ferragosto, è proseguita anche dopo la morte di uno dei partecipanti, ritrovato lunedì nel lago di Mezzano, a poche centinaia di metri dal terreno dove si sta svolgendo il raduno. Un decesso su cui la Procura di Viterbo ha aperto un fascicolo. Si procede per morte come conseguenza di altro reato. I magistrati sono in attesa dei risultati dell'autopsia disposta per accertare le cause. Si registrano anche 5 ragazzi portati all'ospedale della vicina Pitigliano, per l'abuso di alcol. Quattro sarebbero finiti in coma etilico. "Quando arrivano persone da tutta Europa è impossibile mantenere il distanziamento", dice uno dei partecipanti. "Tutto è organizzato molto bene - sottolinea un altro al volante del suo camper -. Appena ho ricevuto le coordinate dell'evento mi sono messo in viaggio. Dopo due anni la gente ha voglia di sballarsi".

Rave a Valentano. Il proprietario del terreno, attualmente sindaco 'di destra' di un comune vicino, per giorni non si è accorto di nulla, ma ora chiederà certamente i danni. Perchè nessuno ha avvertito la polizia nelle lunghe ore in cui i partecipanti arrivavano?

  Molte le polemiche su come si stia gestendo l'evento. Per il leader della Lega, Matteo Salvini, quel rave "è uno schiaffo al buonsenso e agli italiani che rispettano le regole, eppure il Viminale è immobile. La Lega presenterà una interrogazione". Sulla stessa linea la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni: "Nessuno è ancora intervenuto a sgomberare il campo. Lamorgese, ma dove sei?".

  Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha, invece, affermato: "registro con amarezza la resa dello Stato di fronte al rave party che prosegue sostanzialmente indisturbato". E il deputato del Pd Luca Sani ha parlato di "grave inadempienza da parte del ministero dell'Interno". 

 Di diverso avviso l'Associazione nazionale funzionari di Polizia. "Chi oggi grida allo scandalo e sollecita interventi coatti - ha sottolineato il portavoce Girolamo Lacquaniti - sappia che sta insistendo su una soluzione dove la possibilità di avere feriti gravi o eventi letali è una concreta probabilità".

mercoledì 18 agosto 2021

Come può un RAVE così imponente nascere ed andare avanti per giorni, con morti, stupri, violenze, droghe, alcool e, naturalmente.,COVID... ( da La Repubblica, di Lorenzo D'Albergo, Clemente Pistilli)

 Al sesto giorno di beat forsennati e percussioni a tutto volume, i raver si dividono. Il party abusivo nel viterbese ha fatto un morto, forse due. Al Teknival ci sono due ragazze stuprate, decine di giovani in ospedale in coma etilico e un focolaio di Covid ormai certo. Ora, poi, sui social spuntano racconti di cani morti sotto al sole, senza acqua e cibo. Persino quello di una donna che avrebbe partorito una bambina a Ferragosto.

Troppo per continuare a ballare sotto cassa. Non per tutti. Quasi la metà dei partecipanti alla festa che dalla mattina del 14 agosto fa tremare la Tuscia ha deciso di fare i bagagli. Da ieri sera centinaia di ragazzi hanno iniziato ad abbandonare il recinto di casse e pillole. Ma il resto - francesi, spagnoli e polacchi in testa vogliono dare un senso ai chilometri percorsi per piazzare tir e camper al confine tra il Lazio e la Toscana - è deciso ad andare avanti fino a lunedì. Fino al 23 agosto, scadenza inizialmente prevista per il rave delle polemiche.

Un problema in più per il Viminale. Ieri la ministra Luciana Lamorgese ha sentito i sindaci della Tuscia, li ha rassicurati. Poi ha fatto il punto con il prefetto di Viterbo, Giovanni Bruno, e il questore Giancarlo Sant'Elia. "La mediazione ha portato dei risultati - spiegano dal ministero - entro domattina (oggi, ndr) ci aspettiamo un miglioramento della situazione. Poi bonificheremo la zona". In altre parole, anche per sottrarsi al pressing dei Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni e della Lega di Matteo Salvini, a chiudere il rave potrebbe essere uno sgombero leggero. "Bisogna lavorare con intelligenza, evitare danni alle persone", concludono dal Viminale. Lasciando intendere che, se i numeri lo consentiranno, alla fine interverranno i reparti mobili della polizia.

Una mossa d'emergenza. La polizia, infatti, spera che i raver prendano per buona la resa dichiarata ieri pomeriggio con il volantino digitale che ha preso a rimbalzare sui social: "Game over". Gli organizzatori, così pare, avrebbero alzato bandiera bianca. "Il condizionale è d'obbligo con certa gente. Non resta che aspettare", commenta un investigatore.

"The Teknival is ending" , si legge nella locandina postata su Facebook e rilanciata su Telegram. Poche righe di commiato dirette ai partecipanti: "Ciao a tutti, viste le orribili vicende accadute allo Space Travel, gli organizzatori hanno deciso di staccare e smontare. Le entrate sono tutte presidiate dalla polizia e purtroppo un secondo ragazzo se n'è andato (fatto non ancora confermato dalle forze dell'ordine o dal 118 al pari della storia della partoriente, ndr). Restate a casa, è una questione di rispetto per questi due ragazzi" .

Fin qui le parole, poi ci sono i fatti. I raver, come detto, sono divisi. Quelli sconvolti dalla fine di Gianluca Santiago, il 24enne anglo-emiliano morto immergendosi in apnea nel torbido del lago di Mezzano, si chiedevano già da giorni se fosse giusto andare avanti. La voce su una seconda vittima li ha convinti a lasciare il campo di proprietà di Piero Camilli, sindaco di Grotte di Castro ed ex presidente del Grosseto e della Viterbese.

Sui suoi terreni sta andando in scena il più grande evento non autorizzato dall'inizio della pandemia. Il rischio contagi è altissimo, tanto più che c'è già un caso di Covid conclamato. Per l'assessore alla Salute del Lazio, Alessio D'Amato, la situazione è "fuori controllo e non è possibile nessuna trattativa. Va ripristinato il corretto ordine pubblico, poi identificate le persone e individuate le responsabilità di un simile assembramento".

Dal Viminale rinnovano la fiducia a chi - in realtà finito sulla graticola per non aver saputo prevedere un'invasione del genere - sta operando sul campo. In attesa di un eventuale sgombero, mentre si continua si punta sull'identificazione dei partecipanti ai posti di blocco che circondano il lago. Gli stessi che, sul versante toscano, hanno saccheggiato i supermercati dei paesini più vicini al party Space Travel senza pagare.

Leggere i movimenti dei raver resta difficile. Tutto è partito sul web, su gruppi criptati ora finiti sotto la lente della polizia postale. Alla fine della doppia indagine, sul campo e in rete, verrà inviata un'informativa alla procura: i partecipanti rischiano di finire sotto inchiesta per invasione di terreni e danneggiamento, oltre a rispondere della violazione delle norme anti-Covid. La Digos ha già allacciato i contatti con i colleghi delle forze di polizia dei Paesi di provenienza degli organizzatori: l'obiettivo, mentre la musica va avanti e fa scappare animali e turisti, è colpire la base dei rave abusivi.