Tutti addosso alla povera Cuccarini, a digiuno di politica e dunque vittima di errori tanto madornali che nessuno potrà dimenticare anche nel caso si presenti candidata di una qualsivoglia votazione, magari fra una decina d'anni - Povera Lorella!.
Però se si facesse anche per le elezioni, una analisi 'costi-benefici,' tanto di moda in questi mesi, e cioè se fra un turno elettorale ed un altro passassero più degli attuali cinque anni ( soprattutto per le politiche), non può essere che si eviterebbero alcuni evidenti danni al paese, causati proprio dalla continua prossimità di elezioni? Ci spieghiamo.
Da tempo in Italia si è in campagna elettorale perenne; prima le politiche del marzo scorso, più di recente, quelle amministrative (regionali) ed ora fra poco più di due mesi le Europee, in occasione delle quali i contrattisti gialloverdi promettono di rivoltare il Parlamento dell'Unione come un pedalino. In verità negli ultimi anni è stata più usata ed abusata l'immagine della scatoletta di tonno da aprire e rivoltare.
Prendiamo, ad esempio, le ultime regionali abruzzesi e sarde. Dopo la sconfitta dei Cinquestelle in Abruzzo (dove Di Maio aveva candidato una giovane, bella e brava avvocatessa, compagna del suo vice capo di gabinetto, bocciata dagli elettori in una precedente tornata) s'è rifatto vivo il buffone che generò il Movimento dicendo che sarebbe tornato in Abruzzo a riprendersi l'ambulanza che con i soldi degli iscritti avevano regalato a quella regione, a scopo di vitoria elettorale. Che, non avendola conseguita, se ne chiede la restituzione.
E dopo le elezioni sarde, dove ancora i Cinquestelle hanno preso un' altra batosta, questa volta Salvini, il vincitore, s'è defilato, fottendosene dei problemi dei pastori produttori di latte in favore dei quali era parso spendersi alla vigilia delle elezioni( sperando di vincere e non per reale interesse per la pastorizia sarda) tirando fuori dalla naftalina l'inconcludente grigio suo ministro dell'Agricoltura, Centinaio, poi subito rimesso in naftalina. I problemi i pastori se li risolvano - è sembrato dire Salvini - ormai noi abbiamo vinto, ci rivedremo alle prossime elezioni che, magari in questi casi sarebbe opportuno tenere a distanza ravvicinatissima per dare una lezione al voltafaccia Salvini.
Adesso ci saranno le Europee; alla conquista del Parlamento dell'Unione marciano sia Salvini che Di Maio e con loro gli altri partiti sovranisti europei, fingendo di non capire che una Europa debole conta meno nelle sfide mondiali, senza naturalmente negarsi che per molte questioni all'Europa vanno raddrizzate le gambe - ma non alla maniera con cui vogliono farlo loro.
L'avvicinarsi di queste elezioni spinge i due partiti al governo in Italia a danneggiare doppiamente i cittadini, con l'immobilismo più generale - per cogliere i frutti dell'attuale idillio elettorale dei due contrattisti con il paese - e continuando a fare promesse che la sola situazione di recessione del paese dovrebbe di per sè smontare. Non si tocca nulla fino alle Europee, è la parola d'ordine, perchè toccare qualunque osa potrebbe scontentare molti e tale scontento potrebbe compromettere i risultati che i due al governo si attendono.
Ecco quali mali produce una democrazia a colpi di elezioni continue.
Se dopo le politiche ci fosse stato un periodo di relativa calma ( sospensione, assenza) elettorale, i due contrattisti al governo sarebbero stati costretti a realizzare le promesse, anche quelle mirabolanti fatte in campagna elettorale, e il paese avrebbe avuto, sul lungo periodo, tempo per giudicarli.
Vuoi vedere che la signora delle cucine italiane, la povera Lorella, dicendo una sciocchezza, stava dicendo senza saperlo, che troppe elezioni ed a breve distanza l'una dall'altra, possono far male alla democrazia, perchè non danno modo ai cittadini di smascherare i tanti dott. Dulcamara che vediamo in giro per l'Italia e che dicono di avere una medicina per ogni male, ma che poi si rivela non guarirne nessuno?
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