La restituzione dei tre milioni al principe Badr dell’Arabia Saudita non ha niente a che fare con i diritti umani o con “vizi di procedura” come ha dichiarato ieri il sindaco di Milano aspirante leader del Centrosinistra. S’inquadra nel teatrino della politica tipicamente italiano. Sala lo ha capito benissimo quando ha detto: “Il sovrintendente è stato un po’ ingenuo, dovrebbe capire come funziona la politica italiana. Apprezzo l’attivismo e il modo di spendersi di Pereira, ma se tu ti aspetti che un politico che dice una cosa il giorno la confermi il giorno dopo si sbaglia, è un ingenuo”. Il riferimento è un segreto di Pulcinella: si riferisce alla Lega e al Governatore della Lombardia Attilio Fontana.
Le piroette della Lega sulla vicenda Scala-Sauditi sono state da acrobati russi. Intanto l’idea di esportare “la nostra cultura”, “la nostra musica”, l’idea di far suonare Giuseppe Verdi in Arabia Saudita e negli Emirati dovrebbe essere una prerogativa della Lega che, invece, se ne è sbattuta dei suoi principi usando la vicenda in maniera strumentale.
Del resto la Regione Lombardia usava il suo membro in Cda della Scala, Fiorenzo Tagliabue, anche contro l’ex sovrintendente Stéphane Lissner sotto la gestione Pisapia. La Regione, che da sempre meno soldi alla Scala (siamo a 3 milioni più altri contributi su progetti) ha sempre usato la Scala per dar contro ai sindaci di centro sinistra. E, questa volta, si è un po’ presa gioco di Pereira per dare un colpetto al sindaco Sala.
Dapprima Salvini aveva dichiarato “l’Arabia Saudita è un elemento di stabilità e affidabilità” (19 luglio 2018). Poi Max Ferrari, collaboratore di “Arab news” ed ex di Radio Padania, ha sostenuto la notizia dell’accordo con i Sauditi. Quindi il principe Badr è stato invitato alla prima della Scala e del possibile accordo con gli arabi ne era stata data informazione nel Cda del 17 dicembre, dove siede il membro di nomina regional-leghista Philippe Daverio.
Fontana ha poi dichiarato che non ne sapeva nulla. Quindi, Daniela Javarone, presidente degli “Amici della Lirica”, ha organizzato a Milano la festa di compleanno di Salvini proprio per farlo incontrare con Pereira. Secondo il sovrintendente i due si erano capiti. L’8 marzo Pereira è andato da Fontana a spiegare il piano e, secondo il sovrintendente, i due si erano capiti. Poi cosa ha fatto Fontana? E’ venuto a conoscenza della cauzione di tre milioni e ha dichiarato che “Pereira sarebbe da licenziare”. Quindi ha continuato a far filtrare notizie ai giornali. Ma ieri ha inviato nel Cda il suo consigliere Daverio che non ha chiesto le dimissioni di Pereira.
I grandi teatri stanno partecipando a una competizione internazionale tra di loro, ma in Italia conta sempre più la politichetta che 15 milioni e la “nostra musica” da insegnare ai bambini arabi. Ci penseranno i francesi, che si stanno accaparrando musei e scavi archeologici in quei Paesi e che non aspettavano altro se non i litigi dell’Italietta.
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