Le nuove norme impongono ai colossi della rete come Google, Facebook o YouTube di concludere accordi con i detentori dei diritti d’autore e di pagare per il materiale che viene utilizzato su internet.
L’articolo 13 della direttiva – il più contestato – obbliga le piattaforme online a filtrare automaticamente il materiale caricato dagli utenti, rimuovendo quello coperto da diritti d’autore. Il compromesso raggiunto prevede di escludere le startup con meno di 5 milioni di visitatori unici al mese da alcuni obblighi della direttiva.
La direttiva non impone alcun costo a carico degli utenti, non ne limita in alcun modo l’attività e non ostacola lo sviluppo di siti del web 2.0 come Wikipedia. È importante sottolinearlo, visto che le aziende danneggiate dalla riforma hanno diffuso una serie di fake news per portare dalla propria parte l’opinione pubblica: ad esempio la fantasiosa “link tax” a carico degli utenti, che in realtà non esiste.
Gli Stati Ue avranno due anni per recepire la direttiva nei propri ordinamenti.
La Siae, che conta novantamila associati, ritiene sia “doveroso per un Paese civile proteggere il diritto degli autori di vedere riconosciuta la proprietà della loro produzione. È un principio di equità che non può essere sottovalutato: la cultura è un bene intangibile ma la sua creazione è e resta un valore. Tale principio vale anche nei confronti delle piattaforme che traggono profitto dalla produzione culturale senza volersi assumere alcuna responsabilità per le violazioni dei diritti degli autori. Sono attori che hanno un enorme potere di influenzare l’opinione pubblica e che non hanno esitato a farlo”.
Secondo il premio Oscar Ennio Morricone, “questa direttiva serve a ristabilire che il lavoro creativo deve essere remunerato, così come la storia dei nostri Padri Fondatori ci ha insegnato”.
Anche la Federazione italiana editori di giornali (Fieg), con un appello pubblicato a tutta pagina su diversi quotidiani, ha chiesto agli eurodeputati italiani di votare sì alla direttiva. Un sì che, scrive la federazione, andrà a “difesa della democrazia e del diritto dei 150 milioni di lettori europei ad una libera stampa”, senza avere delle ripercussioni sull’uso della Rete, che “resterà libero, senza alcuna limitazione delle libertà individuali”, con la possibilità per gli utenti di “accedere liberamente alle notizie online, usare social, a produrre blog, a condividere opinioni, foto e link”.
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La legge sul copyright è passata a larga maggioranza al Parlamento europeo. Adesso la creatività è stata riconosciuta anche economicamente ed i colossi del web non potranno utilizzarne i 'prodotti' senza riconoscere il diritto d'autore.
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