Pereira , nella circostanziata relazione fatta oggi al CdA - relazione che qualcuno aveva fatto uscire già ieri e che Repubblica ha ripreso in alcuni punti - rammenta a Bullo-Salvini, scordarello a seconda degli interessi momentanei, proprio come farebbe un grande statista, quel che dichiarò, solo qualche mese fa:
" L'Arabia saudita è un elemento di stabilità e affidabilità tanto nelle relazioni bilaterali quanto come attore nello scacchiere mediorientale. La mia intenzione è di rilanciare la collaborazione fra i due Paesi per riprendere un dialogo costruttivo non solo in termini di sicurezza, ma in tutti i settori economici, commerciali e culturali".
Questo dichiarava Buffone-Salvini, appena insediato al Viminale, al quotidiano arabo Arab News, riportato nell'edizione del 19 luglio 2018.
Comunque ricorda Pereira, il prossimo settembre la compagnia petrolifera saudita Aramco, finanzierà due recite di Rigoletto della Scala, in forma di concerto, in quel paese.
E, ancora, che il 7 dicembre scorso, quando il principe saudita, ministro della cultura venne a Milano, parlò per la prima volta pubblicamente del progetto, ed espresse il desiderio di "contribuire come fondatore permanente e sedere nel CdA versando le cifre corrispondenti" alla riunione era presente anche l'immenso nostro ministro Bonisoli che non era sordo, ascoltava e poteva subito stoppare il principe, e invece non ebbe nulla da ridire in quell'occasione. Anche lui ha cambiato parere.
E che Beppe Sala, quando seppe per la prima volta del progetto Saudita si disse propenso a che entrasse nel CdA Scala il governo, perchè preferiva una presenza istituzionale, come il "Ministero della Cultura in quanto realtà istituzionale" invece che quella industriale di Aramco.
E che Descalzi, in quota all'ENI nel CdA Scala - scrive sempre Pereira nella sua relazione - "forte della sua esperienza in Medio Oriente, nella riunione dell'11 febbraio, aveva suggerito l'ingresso della Saudi Aramco".
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