venerdì 22 marzo 2019

Salvini, Raggi, Travaglio...e Mario Giordano, che canta sempre 'fuori dal coro': perchè è stonato

Cominciamo dall'ultimo -  da Marco Travaglio - che ieri, come quasi ogni sera,  era collegato dal suo feudo giornalistico con il salotto di Lilli, nel quale sedeva il ministro Fraccaro, 'Ministro per i rapporti con il Parlamento e per la Democrazia diretta' ( ci risparmiamo qualche annotazione, di semplice buon senso, sulla nuova intestazione del Ministero). 

La difesa strenua, ad ogni costo e in qualunque caso, che Travaglio fa dei Cinquestelle  e che continua tuttora, ci ha fatto pensare in passato che Travaglio forse aspirasse a diventare Ministro della cultura ( non si intende anche di musica 'leggera' e suo figlio non è un rapper?), o Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle telecomunicazioni e informazione.

 Ieri invece la sua perorazione sulla 'diversità' dei Cinquestelle, e l'adesione incondizionata alle tesi di Fraccaro - tanto che  quando le telecamere inquadravano Lilli, si faceva fatica a capire se a parlare fosse Travaglio o Fraccaro - ci hanno fatto cambiare radicalmente idea sul futuro professionale di Travaglio, ora che anche la società del Fatto è al sicuro dopo lo sbarco in borsa.
Travaglio serve più  da giornalista che da ministro e sottosegretario Cinquestelle, A dire ciò che pensano, i Cinquestelle  fanno da soli, un appoggio esterno è più efficace, specie  se viene da un mastino, ma con museruola.

Il Fatto, per restare in tema, ha fatto ieri un titolo che definire esilarante è poco - forse Travaglio era occupato con i suoi spettacoli o nel preparare la diretta con il salotto di Lilli - avete notato che lui si inc... con tutti eccetto con Lilli, anche quando Lei non è sulla sua stessa lunghezza d'onda, il che accade spesso? Il mastino ha la museruola, perchè a quel salotto tiene.
 Il titolo sul caso Raggi-De Vito era il seguente: De Vito in manette. La Raggi vide il suo socio, ma lo scartò, al quale viene da aggiungere: E si tenne De Vito, il meglio , o il peggio della coppia. (Il socio di De Vito era l'avvocato Camillo Mezzacapo). Insomma la Raggi scartò il socio in affari di De Vito, il quale senza di lui non avrebbe potuto fare nulla, e si tenne il peggio, De Vito.

E, infine Salvini, che l'altro ieri per la seconda o terza volta in quasi un anno di legislatura ha occupato il suo seggio un Senato, dove non ci è mai andato, perchè non ha tempo per il Parlamento,  con tutto quel traffico di felpe e divise dei corpi militari  e  i comizi e  gli atti di presenza 'dimostrativi' anche sulle ruspe. Che lo tengono lontano dal Viminale come dal Senato, perchè  'io non voglio stare in ufficio, voglio girare  per conoscere i problemi della gente e risolverli.

 L'altro ieri per difendersi  da chi voleva che fosse processato è tornato in Senato. Ma non solo per questo. Lo ha fatto perché suo figlio, vedendolo in Senato poteva rendersi conto che suo papà non era un delinquente.  Povero ragazzo, non può capire, e poi c'è anche l'amore paterno che non si ferma neanche di fronte alla delinquenza, eventuale, del genitore.  E lui non ha capito, perchè non può capire alla sua età chi è suo padre. Il quale riesce pure a commuoversi, per dare più verosimiglianza alla recita. E il povero ragazzo ci casca. Se solo fosse appena più grande ed in grado di capire! 

 Chi vuole divertirsi, dopo aver ingerito un tranquillante, può mettersi davanti alla tv, ogni sera , sintonizzandosi per un quarto d'ora su Rete 4, per assistere alle comiche di 'Fuori dal coro', con quella poveretta di Luisella Costamagna costretta a fare con il grillo 'cantante', ma 'fuori dal coro' un contraddittorio impossibile.

  C'è un italiano di origine senegalese che ha  tentato di dar fuoco ad un intero pullman che guidava, con una cinquantina di ragazzi di scuola media a bordo. Uno squilibrato, condannato in anni recenti per 'guida in stato di ebbrezza' e violenza su minori'. Il 'grillo cantante' non ha mai nominato per nome la ditta privata che si occupa quotidianamente in Lombardia del trasporto di studenti. Il titolare, neanche lui mai chiamato per nome e cognome dal 'grillo cantante', si è detto meravigliato, perché lo squilibrato in quindici anni di servizio, passando da uomo delle pulizie ad autista, non aveva mai dato segni di squilibrio. E le condanne? Non infieriamo sulla sua faccia - uno così non doveva essere messo a contatto con dei ragazzini - ma la colpa non è dello squilibrato, ma di chi  gli ha assegnato un incarico di grande responsabilità senza tenerlo sotto osservazione e che finge ( certamente finge!)  di non sapere di condanne anche recenti. E' lui, il titolare, che deve essere inquisito. Ma il 'grillo cantante' si ferma sullo squilibrato perché è di origine senegalese e c'ha una brutta faccia; lui non lo dice chiaramente, come lo stiamo dicendo noi, per apparire più credibile e meno razzista di quanto non sia.

 Perchè 'Grillo cantante' fa finta di non capire - e se non capisce  effettivamente, dovrebbero fargli cambiare mestiere - che quando si denunciano  disordini  pubblici, o l'esistenza di un 'bosco della droga' come quello famosissimo di Milano, la colpa non è dei facinorosi o dei drogati - che non sarebbero tali se non si trovassero in quelle situazioni - la colpa è di chi  ha la responsabilità dell'ordine pubblico. E come si chiama il responsabile dell'ordine pubblico? Matteo Salvini. Lui non può denunciare  il 'bosco della droga', questo lo fanno i cittadini e l'informazione ( ad eccezione di 'Grillo cantante' che fa un altro mestiere);  mentre lui, Salvini, deve provvedere a smantellarlo, come fa con mano lesta solo con i poveri disgraziati di migranti sfruttati dai caporali. Altro che cambiarsi ogni giorno di divisa delle forze dell'ordine. Ma questo Bullo-Salvini, detto anche 'il Nero' mai lo farà; e 'Grillo cantante' mai  lo dirà.

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