martedì 19 marzo 2019

Riciccia un ex Scala, Cesare Mazzonis: i soldi li dà chi ce li ha; e anch'io ho qualche dubbio sull'Arabia

Cesare Mazzonis, ex direttore artistico della Scala, ma anche del Maggio Fiorentino e poi anche dell'Orchestra Rai di Roma e  di quella unificata di Torino, e dell'Orchestra Mozart  di Abbado, dell'Accademia Filarmonica Romana, e  di parecchio altro ancora che adesso ci sfugge, interviene nel dibattito sul Caso Scala-Arabia Saudita. 

In una intervista  rilasciata a Repubblica oggi, che non abbiamo ancora letto, ma il cui attacco ci suggerisce già qualche riflessione, sostiene che, per quanto i soldi non abbiano odore - e non è certo una sua scoperta nè intuizione - qualche dubbio sulla provenienza di quelli 'donati' alla Scala, in cambio di un posto nel CdA, dal ministero della cultura dell'Arabia Saudita viene a chiunque. Forse ora lo contatterà Salvini per offrirgli di sostituire, nonostante la sua veneranda età, Pereira. Perchè Salvini fa dimettere e nomina chi vuole e dove vuole oltre che chiudere i porti e vestire le divise dei corpi militari dello Stato, come fosse a Carnevale.

L'affermazione ci fa sorridere se pensiamo a quello che qualche giorno fa  in tv hanno fatto notare e cioè che se si volesse seguire questa logica e rifiutare di conseguenza gli investimenti arabi o cinesi in Italia ed in tutta Europa, perchè i loro soldi puzzano di illibertà, dovremmo divellere interi quartieri che ora sono di proprietà di quelle nazioni.

 E dovremmo, sempre per la stessa logica, non accettare che in Versilia - ma è solo un esempio - le spiagge più 'in' siano ormai frequentate e tenute in vita quasi soltanto da esponenti della 'mafia' russa.
 Sempre proseguendo sul filo del ragionamento di Mazzonis, per anni non saremmo dovuti andare in Venezuela, mentre invece lo abbiamo cantato come 'terra promessa' della musica futura, quando due dittatori, prima Chavez e poi Maduro,  hanno prima negato le più elementari libertà e poi l'hanno ridotta in miseria. Abbado, tanto per fare un esempio concreto, ci è andato tutti gli inverni dopo la sua malattia, per godere del clima caldo e, nello stesso tempo, per offrire il suo appoggio al 'Sistema' di Abreu. E la stessa cosa ha fatto, episodicamente, con Cuba di Fidel.

 E ancora, le osannate tournée delle nostre istituzioni musicali  in Cina o in Russia, paesi non certo liberali dove si ammazza chiunque si oppone al potere - le stesse cose GRAVISSIME  delle quali però, a giorni alterni, ci dimentichiamo, mentre ora ricordiamo  solo la barbara uccisione del giornalista saudita che ha indignato il mondo intero, senza che lo stesso mondo abbia smesso di fare affari con l'Arabia, compreso il nostro di Paese - dovrebbero essere annullate, compresa quella prossima della Scala in Arabia a settembre. 

 Tutto ciò per dire che:  o si tiene SEMPRE una linea dura  nei confronti di paesi che  sono all'indice della civiltà, oppure l'efficacia di misure occasionali non sortisce gli effetti desiderati.

Ma allora, quale ulteriore elemento di gravità rispetto a tutti questi casi, aggiungeva l'ingresso nel CdA della Scala di un membro del governo saudita?  Nulla più e nulla meno di quanto non faccia la presenza nei vari CdA di istituzioni e società internazionali di esponenti sauditi o cinesi o russi, che hanno pagato le poltrone, magari salvando quelle società dal fallimento. Sarebbe stato meglio farle fallire?

Dunque nessuna differenza. Ciò che Mazzonis dice in seguito ci ha particolarmente colpiti, perchè si  è lasciato andare: se i soldi li possono dare solo coloro che li hanno - e i Sauditi per il maledetto petrolio ne hanno tanti - allora  secondo questa logica  rivolgiamoci alla mafia che di soldi ne ha tantissimi, anche più dei Sauditi, e chiediamoli ai mafiosi.  E noi aggiungiamo: magari non chiedono nemmeno un posto nel CdA, perchè loro sanno come farsi valere anche senza le rappresentanze.

 Il paragone, caro Mazzonis, non ha senso. Perchè la mafia è una organizzazione fuorilegge, delinquenziale, mentre gli Arabi che volevano entrare nel CdA Scala sono i rappresentanti di un governo, per quanto dispotico e  dunque criticabile,  ma che certamente non è fuorilegge nè delinquenziale, come la mafia e consimili organizzazioni malavitose. 

Curioso poi che sulla stessa linea di Mazzonis  si esprima anche la Lega. La quale, per bocca del suo stesso capo, Bullo-Salvini, non più tardi di qualche mese fa ha detto pubblicamente nella Russia 'democratica' di Putin che lì si sentiva più a casa che nel suo paese, cioè l'Italia, e che da tempo si pronuncia per l' eliminazione delle misure di embargo adottate dall' Europa. Salvini sostiene che quelle misure ci danneggiano, danneggiano la nostra economia che con quel paese fa affari. Ma allora  la dittatura di Putin, seppure mimetizzata, non fa schifo? E perchè quella dell'Arabia sì? 

N.B.
Più tardi leggeremo l'intervista a Mazzonis  per vedere se  la sua è stata solo una 'boutade' o se continua con più solide argomentazione a sostenere che i soldi dell'Arabia puzzano e dunque alla Scala  hanno fatto bene a rifiutarli.

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