Disponibili a ragionare se si tratta di aiutare le imprese italiane ad investire all’estero ma no alla colonizzazione dell’Italia da parte di potenze straniere. È il messaggio che Salvini invia a Di Maio a dieci giorni dalla visita nel nostro Paese del presidente cinese, Xi Jinping. Ma mentre in Italia il governo si spacca, arriva lo stop dell’Unione europea alla mossa dell’Italia. La Commissione europea oggi dovrebbe lanciare un richiamo formale agli Stati membri che intendono cooperare con Pechino, anche nel quadro della “Belt and Road Initiative”, chiedendo loro di mantenere la «piena unità» dell’Ue.
Il collegio dei commissari che si riunisce a Strasburgo, adotterà una comunicazione sulle relazioni con il colosso asiatico. «Nel cooperare con la Cina, tutti gli Stati membri, individualmente o all’interno di quadri di cooperazione subregionali», «hanno una responsabilità di assicurare coerenza con il diritto, le regole e le politiche dell’Ue - si legge nella bozza - né l’Ue né alcuno dei suoi Stati membri possono effettivamente realizzare i loro obiettivi con la Cina senza piena unità».
In Italia la Lega si erge a custode dell’interesse nazionale e avverte gli alleati di governo che il memorandum of understanding non deve mettere in alcun modo in discussione la collocazione del nostro Paese all’interno dell’alleanza atlantica. Il più duro è Giorgetti, reduce da una trasferta a Washington in cui non è mancato il richiamo statunitense per l’atteggiamento del governo. Per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio l’intesa «dovrà contenere nobili intenti per migliorare relazioni economiche e commerciali tra Italia e Cina», ma «non impegni che possano creare interferenze di ordine strategico per il consolidato posizionamento» dell’Italia.
In Italia la Lega si erge a custode dell’interesse nazionale e avverte gli alleati di governo che il memorandum of understanding non deve mettere in alcun modo in discussione la collocazione del nostro Paese all’interno dell’alleanza atlantica. Il più duro è Giorgetti, reduce da una trasferta a Washington in cui non è mancato il richiamo statunitense per l’atteggiamento del governo. Per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio l’intesa «dovrà contenere nobili intenti per migliorare relazioni economiche e commerciali tra Italia e Cina», ma «non impegni che possano creare interferenze di ordine strategico per il consolidato posizionamento» dell’Italia.
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