Nel 2021 gli italiani saranno più ricchi di oltre 1.600 euro, secondo le previsioni del ministero dell'Economia. Nella Relazione al parlamento sugli indicatori di benessere equo e sostenibile (Bes) 2019, prevista dalla legge a partire dallo scorso anno, il ministero stima infatti che il reddito aggiustato pro capite crescerà di 1.621 euro in tre anni, tra il 2018 e il 2021. Ad arricchire le famiglie, nonostante il calo del Pil negli ultimi due trimestri e l'ingresso del Paese in recessione tecnica, ci penseranno le misure della legge di bilancio, dice il ministro dell'Economia Giovanni Tria: «Le nuove politiche porteranno ad un apprezzabile aumento del reddito disponibile aggiustato pro capite, ad una riduzione della diseguaglianza dei redditi e ad un marcato calo della povertà assoluta».
«Solo in misura marginale» questi miglioramenti saranno dovuti all'andamento previsto dell'economia, mentre deriveranno dalle «nuove misure di politica economica, ed in particolare dal reddito di cittadinanza». Il reddito disponibile aggiustato (Rda), che misura il benessere economico delle famiglie con la stima delle risorse totali delle quali dispongono per consumi e risparmi, salirà così, secondo le previsioni del governo, da 22.811 euro nel 2018 a 24.432 euro nel 2021 con un incremento del 7,1% in tre anni. Nello stesso arco di tempo, la disuguaglianza dei redditi misurata come il rapporto tra i redditi del 20% più ricco e del 20% più povero della popolazione si ridurrà di 0,4 punti (da un valore di 5,9 nel 2018 a 5,5 nel 2021). Queste previsioni, si legge nel testo, derivano principalmente dall'introduzione del reddito di cittadinanza, dall'estensione del regime forfettario agevolato e dalle risorse per le assunzioni nel pubblico impiego nonché dagli investimenti che saranno effettuati sia a livello centrale sia locale.
Altri effetti delle nuove politiche sarebbero l'aumento della partecipazione al mercato del lavoro, soprattutto per le donne. Il Tesoro si aspetta, nel periodo 2018-2021, una riduzione di 1,5 punti del tasso di mancata partecipazione, che considera oltre ai disoccupati che cercano attivamente un impiego, tutte le persone inattive che sarebbero disponibili a lavorare. Questa misura degli esclusi dal mercato del lavoro passerebbe, per gli uomini, dal 16,8% del 2018 al 16% del 2021 e per le donne, nello stesso periodo, dal 23,4% al 21,2%. Dalla relazione trapela anche che il reddito disponibile ha superato i livelli pre-crisi per la prima volta nel 2017, quando ha raggiunto 22.217 euro procapite (nel 2008 era 22.154 euro). Per il 2018 è stimato aumentare del 2,7%, per poi continuare a crescere a un ritmo che decelera a +2,5% nel 2019, +2,5% nel 2020 e +1,9% nel 2021
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