Dmitry Medvedev, vice presidente del Consiglio di sicurezza nazionale russo, ha lanciato un chiaro monito a Kiev.
Ucraina, Medvedev avverte di una possibile risposta nucleare
L’ex presidente, nonché uno dei più stretti collaboratori di Vladimir Putin, ha dichiarato che qualsiasi attacco ucraino a siti di lancio missilistici all’interno della Russia, con armi fornite dagli Stati Uniti e dai suoi alleati, rischierebbe una risposta nucleare da parte di Mosca. Medvedev ha aggiunto che le forze militari ucraine stanno considerando di colpire i siti strategici russi con missili a lungo raggio forniti dall’Occidente. “Rischiano di incorrere nell’azione del paragrafo 19 dei fondamenti della politica statale russa nel campo della deterrenza nucleare” ha scritto su Telegram.
Quando ricorrere al nucleare
Il suddetto paragrafo, contenuto nella dottrina nucleare russa, stabilisce le condizioni in cui un presidente può prendere in considerazione l’uso di un’arma nucleare. Le circostanze sarebbero come risposta ad un analogo attacco con armi nucleari o con altre armi di distruzione di massa, oppure all’uso di armi convenzionali contro Mosca “quando l’esistenza stessa dello Stato è minacciata“. Nel suo intervento Medvedev ha fatto un chiaro riferimento a quest’ultimo passaggio. Intanto la Procura di Kiev ha confermato l’utilizzo da parte di Putin di missili forniti dalla Corea del Nord.
Colpito un hotel a Kharkiv
Un attacco russo contro un hotel di Kharkiv ha ferito 13 persone. Il governatore Oleh Synehubov ha scritto su Telegram che la struttura è stata colpita da due missili. Secondo i funzionari locali tra i feriti ci sarebbero un uomo di 35 anni, che versa in gravi condizioni, e due giornalisti turchi. Continuano anche gli attacchi su Belgorod, che è stata ripetutamente colpita dalle forze ucraine nelle ultime settimane. Un raid con missili e droni ha ucciso 25 civili, tra cui cinque bambini, alla fine di dicembre.
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