martedì 16 gennaio 2024

Uto Ughi per i suoi 80 anni, si regala una 'Fondazione' che porta il suo nome (ANSA)

 


80 anni Uto Ughi, il violino? Un tiranno che non perdona
80 anni Uto Ughi, il violino? Un tiranno che non perdona© Provided by ANSA

 ''Il violino non perdona se lo si trascura. Paganini diceva: se sto un giorno senza studiare me ne accorgo io, se sto due giorni se ne accorgono gli altri. E' un tiranno inesorabile, non dà tregua''. 

Al traguardo degli 80 anni, il 21 gennaio, Uto Ughi traccia il bilancio di una vita spesa a sfidare lo strumento che gli ha dato la fama mondiale. 

''Festeggerò il mio compleanno con la musica - dice - Il giorno seguente ho un concerto al Teatro Carlo Felice di Genova. E' bello fare festa in questo modo. La musica è condivisione''. 

Il racconto del violinista, erede della grande scuola italiana, è una cavalcata nella storia della musica classica del secondo '900. Futuri solisti e direttori illustri come Barenboim, Metha e Accardo hanno studiato con lui; il compositore George Enescu è stato suo maestro, ha studiato a Siena dove tenevano lezioni Artur Rubinstein, Andrès Segovia e Pablo Casals; si è esibito con i più grandi nomi del podio da Pretre a Sawallish a Celibidache, Rostropovich era suo amico. Severo ed esigente, Ughi non si fa sconti. Dopo il debutto in pubblico a 7 anni al Teatro Lirico di Milano, a 10 la prima esperienza con l' orchestra nel concerto di Mendelsshon e la Ciaccona di Bach, poi ancora studi tra Parigi, Vienna e Ginevra, dove si è diplomato a 16 anni. 

-Maestro, quanto tempo dedica al suo strumento?

 ''Non c' è una regola, dipende dell' obiettivo e dall' opera che si vuole eseguire. Bach, ad esempio, va studiato tutta la vita''. Anche per i maestri e i direttori da ringraziare la classifica è difficile, ma la predilezione è per Arthur Rubinstein. Da tempo il suo maggior rammarico è l' indifferenza e l'insensibilità della politica per l' insegnamento della musica nelle scuole, ancor più grave - sottolinea - in un Paese che ha 80 conservatori ma pochissime orchestre. Per questo, dopo aver promosso per anni festival a Venezia e a Roma e tanti concerti guardando alle nuove generazioni, lo scorso ottobre ha lanciato la Fondazione che porta il suo nome, diretta da Natascia Chiarlo, vicepresidente e sua stretta collaboratrice artistica. 

''Non mi sono speso abbastanza per i giovani. Dovrei fare molto di più''.

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