"Un direttore generale-manager, e accanto a lui una figura di direzione artistica: una 'soluzione duale' per i vertici del Teatro di Roma per uscire dall'impasse degli ultimi giorni nata dopo la nomina di Luca De Fusco a dg della Fondazione culturale capitolina. E' l'accordo trovato ieri, la cui notizia è stata anticipata oggi da alcuni quotidiani, tra il ministero della Cultura, il Campidoglio e la Regione Lazio per sciogliere il nodo dell'indicazione del dirigente, decisa dai membri del cda riferibili al centrodestra, che il sindaco Pd Roberto Gualtieri ha interpretato come "inaccettabile forzatura" minacciando apertamente una battaglia senza esclusione di colpi a tutti i livelli".
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Altro che salomonica, è soluzione vergognosa, e c'è pure il raddoppio delle cariche.
La storia è ben nota. Dopo l'agguato teso a Gualtieri dai consiglieri 'di destra' del CdA del Teatro di Roma, con la nomina, nottetempo, assenti il presidente e la consigliera nominata dal Comune che il maggior finanziatore del teatro, di Luca De Fusco (sostenuto anche da Gianni Letta, sempre lui, che non si è mai assentato dalla gestione di tutto ciò che fa riferimento alla politica, quella nobile delle poltrone), Gualtieri aveva pronunciato il biblico: muoia il teatro e tutto il suo pubblico, minacciando lo scioglimento della Fondazione, che avrebbe significato il casino generale, alla faccia della cultura e dei cittadini.
Gualtieri aveva chiesto le dimissioni di De Fusco, ma non le ha ottenute, in cambio ha combinato con Regione e Ministero, l'ennesimo pasticcio: De Fusco, il cui contratto non è stato ancora registrato ( lo deve fare il Presidente del CdA, cioè Siciliano, assente alla riunione) verrà nominato direttore artistico, mentre ci sarà un direttore generale con funzioni manageriali, amministrative. E il candidato in pectore, ma non tanto, di Comune e Ministero sarebbe Cutaia, il quale potrebbe lasciare libera la poltrona della Sovrintendenza del Maggio Fiorentino, per farci posare il culo a Carlo Fuortes. E così l'avventura - ammesso che tutto proceda come anticipato oggi - di Fuortes, il suo disastroso peregrinare da un teatro all'altro, potrebbe arrivare alla fine.
Ma forse ora sarà lui a rifiutare Firenze, per attendere magari che decidano a Milano (ci spera ancora!), che ritiene superiore a Firenze, semplicemente perchè è all'oscuro della gloriosa storia del Maggio Musicale Fiorentino.
Si sa ancora, su De Fusco, che il suo compenso sarebbe stato fissato a 150.000 Euro annui, contro i 68.000 che prendeva a Catania nel suo precedente incarico di direttore dello Stabile.
La Capitale è più cara, e, secondo il dettato delle destre, i compensi e gli stipendi, nell'Italia regionalizzata, devono essere rapportati al costo della vita nelle singole zone. Tanto vale cominciare subito. Ma 100.000 Euro in più da Catania a Roma basteranno?
E sarà l'ulteriore tassello della 'capa' Meloni, nel suo progetto: "ora le carte le dò io: basta con gli amichetti di sinistra, ora entrano solo gli amichetti ed i familiari di destra". (Pietro Acquafredda)
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