venerdì 1 dicembre 2023

Roma...come pensava che avrebbe potuto aggiudicarsi l'Expo 2023? ( da Huffpost Italy, di Pablo Echaurren)

 


Roma è passatista, tutta anticaje e petrella. Come poteva aggiudicarsi Expo 2030?
Roma è passatista, tutta anticaje e petrella. Come poteva aggiudicarsi Expo 2030?© Fornito da HuffPost Italia

Questa Roma avvoltolata su sé stessa, imbozzolata nella sua mondezza, in una arretratezza strutturale, orgogliosa di una storia che le è sfuggita di mano, innamorata di un passato che fu costruito da altre generazioni non da quelle presenti, incapace di darsi un’immagine di lungimiranza, non poteva certo sperare di rappresentare il mondo nell’anno 2030.

Già nel 1913 Giovanni Papini aveva raffigurato Roma impietosamente: una città incentrata sulle rovine, sui ruderi, sulla retorica. Una fungaia (non una nobile tartufaia), una città passatista. Scrisse un discorso che lesse al teatro Costanzi durante un meeting futurista: fu fischiato, insultato, contestato. Ma aveva ragione lui. Oggi poco è cambiato anche se negli anni 50 e 60 Roma si era conquistata una nuova supremazia basata sul cinema, sul neorealismo e poi sulla Dolce Vita, sulla commedia all’italiana, sulla feroce satira di se stessa.

Ma ora è tornata a essere anticaje e petrella che nessuno cura neanche più. Privata della ordinaria manutenzione che ci si aspetta da una metropoli e da una capitale. Meta di turisti in cerca del friccico dei monumenti cadenti su cui apporre la propria firma nell’indifferenza generale. Ogni tanto una punta di indignazione di circostanza.

Negozietti di souvenir, finti centurioni, spacciatori di un’eterna cacio e pepe intorno a cui si aprono contese su come va preparata come se non ci fosse altro a cui pensare.

Giuseppe Gioacchino Belli invitava a visitare la sua Roma ottocentesca per vedere di persona com’era la vita nel medioevo, quasi si trattasse di un altrove non contaminato dal progresso. Roma resta bloccata nel tempo e nell’evoluzione. Passatista, sfiorata solo di striscio dalla tensione futurista. Senza attenzione ai fermenti che pure ci sono, senza una visione.

Come immaginare che avrebbe potuto ospitare l’Expo 2030 se non riesce a emanciparsi da un tristo 2023?    

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