La Venere del Botticelli ritratta nella campagna di promozione del ministero del Turismo italiano "è il classico esempio di campagna che vuole piacere a tutti e non piace a nessuno. Una serie di banalità messe insieme, la Venere, la Ferragni. Tutto ciò che cerca il consenso crea mediocrità, e questo ne è un esempio: per cercare il consenso hanno creato mediocrità". Il parere espresso all'Adnkronos non è di un cittadino qualunque ma di Oliviero Toscani, uno dei più grandi esperti italiani di campagne pubblicitarie, che commenta così la campagna di promozione dell'Italia organizzata dal ministero del Turismo e dall'Enit con protagonista la Venere di Botticelli, ritratta come una influencer in abiti moderni tra i luoghi più belli del Paese, tra i quali il Colosseo.
"Il gusto non c’entra, qui è questione di cultura -spiega Toscani- È una campagna poco intelligente, il classico risultato dell’agenzia di pubblicità dove il livello della creatività è molto basso, perché le fanno scegliere i politici, che cercano il consenso a tutti i costi". Entrando nel merito della raffigurazione botticelliana scelta dal ministero, il creativo osserva: "Si fa sempre ricorso al passato, perché noi italiani non siamo capaci di vedere il futuro. In Italia si guarda sempre al passato. E' la provincia profonda, siamo un paese di provincia, altro che Made in Italy".
E per non lasciare adito a dubbi, Toscani spiega ancor meglio il concetto con un esempio: "E' la classica campagna di agenzia commerciale triste. E come quando i ricchi si fanno arredare le case: fanno tutto uguale. Hanno tutti gli interni uguali, l'arredamento è uguale, tutti vanno negli stessi posti, in Sardegna nello stesso angolo. E questo ammazza totalmente l'unicità e la creatività".
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