E’ sempre incinta, viene spesso a partorire in Italia e, puntualmente, troviamo i suoi figli in posti di responsabilità. In ‘Vandali’ l’ultima fatica giornalistica di Rizzo e Stella del Corriere della Sera, si racconta di come l’Italia distrugga la sua bellezza, e la trascuri.
“Basta farsi un giro sul portale turistico aperto dal governo italiano in cinese, www.yidalinihao.com. scrivono i due giornalisti. Costato un occhio della testa e messo su con una sciatteria suicida che grida vendetta.
Per cominciare, le quattro grandi foto di copertina che riassumono l'Italia mostrano una Ferrari, una moto Ducati, un pezzo di parmigiano e un prosciutto di Parma. In mezzo: Bologna. Con tanto di freccette sulla mappa che ricordano la sua centralità rispetto a Roma, Milano, Venezia e Firenze. Oddio: hanno sbagliato capitale? No, come ha scoperto il Fatto Quotidiano, è solo un copia-incolla dal sito cinese della Regione Emilia-Romagna aimiliyaluomaniehuanyingni.com (...).
Ma ancora più stupefacenti sono i video che illustrano le nostre venti regioni. Dove non solo non c'è un testo in cinese (forse costava troppo: i milioni di euro erano finiti...) ma ogni filmato è accompagnato da un sottofondo musicale. Clicchiamo il Veneto? Ecco il ponte di Rialto, le gondole, il Canal Grande, le maschere, i vetrai di Murano... E la musica? Sarà di Antonio Vivaldi o Baldassarre Galuppi, Tomaso Albinoni o Benedetto Marcello, Pier Francesco Cavalli o Giuseppe Tartini? Sono talmente tanti i grandi compositori veneziani del passato... Macché: la Carmen del francese Georges Bizet rivista dal russo Alfred Schnittke!
La musica dell'Umbria? Del polacco Fryderyk Chopin.
Quella della Campania? Del norvegese Edvard Grieg.
Quella del Lazio? Dell'austriaco Wolfgang Amadeus Mozart.
Quella dell'Abruzzo? Dell'inglese Edward Elgar.
E via così: tutti ma proprio tutti i video che dovrebbero far conoscere l'Italia ai cinesi, fatta eccezione per quello della Basilicata dove la colonna sonora è del toscano Luigi Boccherini, sono accompagnati dalle note di musicisti stranieri. Amatissimi, ma stranieri (...).
(Music@, bimestrale 2011)
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