L'Ucraina ha chiesto a Papa Francesco di far leva su tutta la sua influenza a livello internazionale per riportare a casa i 16 mila bambini ucraini spariti dall'inizio della guerra e trasferiti dal governo di Mosca sul territorio russo. Molti di loro sarebbero stati dati in affido. Il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal ha sintetizzato il colloquio avuto stamattina con il Pontefice. Mezz'ora di conversazione con un interprete. Non è mancato, ovviamente l'invito a Bergoglio a visitare il paese – si tratta di un invito sempre aperto e reiterato numerose altre volte dalle autorità ucraine - tuttavia finora Francesco ha preferito farlo slittare, spiegando di volta in volta, che quando potrà recarsi anche in Russia allora si recherà a Kiev. Alcuni mesi fa aveva chiarito al quotidiano argentino La Nacion «di voler andare a Kiev ma a condizione di andare anche a Mosca. Vado in entrambi i posti o in nessuno dei due». Se al momento non ci sono quindi le condizioni per una visita, resta in piedi la disponibilità del Papa sul fronte umanitario, per facilitare il dialogo, per creare le condizioni allo scambio di prigionieri. E per riportare a casa i bambini...
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