Sì di Sgarbi al ‘Mazzini’ "L’Italia lo acquisti"
Sì di Sgarbi al ‘Mazzini’ "L’Italia lo acquisti"© Fornito da Il Resto del Carlino

Vittorio Sgarbi, noto critico d’arte e sottosegretario alla Cultura, interviene sul caso del quadro ‘Mazzini morente’, opera del 1873 del pittore macchiaiolo modiglianese Silvestro Lega, finito in America e nemmeno esposto: si trova nel deposito del museo di Providence. "È un capolavoro fondamentale per la cultura e la storia italiana – spiega –. Qualora ci fosse una vendita dell’opera, certamente il ministero potrà acquistarla oppure chiederla in prestito per uno scambio con un altro quadro di loro interesse". E di fronte a un’opera considerata tra le più belle ed emozionanti delle tante che ritraggono uno dei protagonisti dell’Unità d’Italia, ribadisce: "L’impegno del ministero alla Cultura sarà assicurato perché il quadro lo merita. Prima di tutto sarà opportuno capire se si potrà averlo in Italia".

Sgarbi conosce bene le questioni di casa nostra, anche grazie al suo primo assistente, il forlivese Sauro Moretti. E il ‘Mazzini morente’ suscita tante attenzioni dal Comune di Modigliana che ha dato i natali al grande pittore macchiaiolo, dall’Associazione Mazziniana Italiana, dalla gloriosa e antica Accademia degli Incamminati che, proprio a Modigliana, lo ebbe fra i suoi soci. Istituzioni che si sono già espresse favorevolmente per il ritorno in patria dell’opera. Potrebbe essere opportuno metterla nella pinacoteca a lui intestata nel ‘borgo natio’ insieme alle altre sue opere, accanto al bozzetto omonimo di proprietà del Comune che dipinse l’anno prima e fu propedeutico alla realizzazione del più famoso dipinto? Discorso prematuro per Sgarbi, così come la prospettiva del 2026, fra tre anni, quando ricorrerà il bicentenario della nascita di Silvestro Lega. "Ora vediamo cosa decideranno in America. E quanto alle celebrazioni, avremo tempo per parlarne".

Interessante invece come Sgarbi spieghi la situazione che si è creata: questa icona del Risorgimento italiano gli Usa la ottennero nel 1959 a un’asta di Christie’s, contenuta nel fondo acquisito da Helen Danforth che poi la donò al museo. Dunque come mai nessun museo o istituzione o privato italiano riuscì o volle acquistarla nonostante la riconosciuta importanza? "Purtroppo capita spesso – risponde Sgarbi – perché in Italia ci sono depositi pieni di opere d’arte". Nessun dubbio che sia stato commesso un errore di valutazione: "Quando l’occasione lo richiede perché l’opera lo merita allora vale la pena di impegnarsi".