L’arte della fuga di Bach diventa una danza
L’arte della fuga di Bach diventa una danza© Fornito da Il Resto del Carlino

Qualcuno l’ha paragonata al celebre ritratto della Gioconda dipinto da Leonardo da Vinci: "L’arte della fuga" di Johann Sebastian Bach è enigmatica e misteriosa, proprio come il volto di Monna Lisa. Considerata una delle vette della storia della musica e un vero cimento per quanti vi si approcciano, la raccolta di composizioni di Bach è come un trattato sull’arte del contrappunto: un semplice tema in re minore viene elaborato in forme sempre più complesse, quasi come per raggiungere una grandezza superiore, un Assoluto. Alla sua scomparsa, il 28 luglio 1750 a Lipsia, Bach non aveva ancora completato l’opera: allo stesso modo, non aveva indicato con quale organico strumentale dovesse essere eseguita. Ecco allora che "L’arte della fuga" ha alimentato nei secoli una miriade di domande e di interpretazioni.

Il fascino de "L’arte della fuga" ha conquistato anche il coreografo Mauro Astolfi che l’ha trasformata nella nuova creazione per la sua compagnia Spellbound Contemporary Ballet: lo spettacolo andrà in scena giovedì 27 aprile alle 20.30 al teatro Comunale Pavarotti Freni che lo coproduce insieme al Comunale di Vicenza.

Gli interpreti saranno i danzatori Lorenzo Capozzi, Alessandro Piergentili, Miriam Raffone, Mario Laterza, Giuliana Mele, Mateo Mirdita, Anita Bonavida e Martina Staltari. Mauro Astolfi ha preso spunto dalla lettura proposta dal violoncellista, matematico e classici Hans - Eberhard Dentler che nell’opera di Bach ha visto dei chiari riferimenti ‘pitagorici’. E al contempo si concentra sul concetto di fuga come ‘volo’ verso un Altrove, sia nelle frasi musicali che nel movimento. Insomma, "L’arte della fuga" diventa una riflessione esistenziale: "Una fuga è fatta ad arte se nessuno se ne accorge, ovvero se anziché scappare da qualcosa o da qualcuno mi confondo con gli altri, mi vesto come loro, uso le loro parole – sottolinea il coreografo –. La mia fuga in realtà è un’antifuga, è il bisogno di guardare la vita con altri occhi. È importante scappare ogni tanto".

Anche con questo spettacolo, Mauro Astolfi (che già nel 1994 ha fondato la compagnia Spellbound, struttura capace di accogliere progetti di organizzazione e produzione in ambito di spettacolo dal vivo con una specializzazione nel settore danza su scala internazionale) continua il suo dialogo con la musica classica: "Relazionarsi con i grandi compositori della storia non è qualcosa che ha a che fare con il passato ma, al contrario, significa confrontarsi con autori eternamente contemporanei – spiega –. Le opere classiche costituiscono una risorsa inesauribile, in grado di raccontare ed esaltare qualsiasi creazione".