Ricordate le polemiche di un anno fa, quando si venne a sapere che il Festival Verdi 2022 sarebbe stato inaugurato con La forza del destino eseguita dai complessi (orchestra e coro) del Teatro Comunale di Bologna?
Si lamentò la mancanza di riguardo per il nostro coro, autentico punto di forza del Regio, e si paventò la minaccia di una colonizzazione bolognese.
I coristi contestarono rumorosamente la direzione del teatro nel corso della cerimonia di presentazione del Festival.
I loggionisti invece se la presero con il maestro Roberto Abbado, un’accusa ingiusta per due motivi: il primo, perché se anche Abbado avesse espresso una preferenza per dirigere l’orchestra e il coro bolognese (si parlava di screzi con la Toscanini), non era comunque sua la responsabilità di decidere la programmazione e le date del Festival; il secondo, perché Abbado fu tra coloro che cercarono invano di convincere la direzione del Regio ad aprire il Festival con il Simone eseguito dalla Toscanini e dal Coro del Regio, per evitare le prevedibili polemiche.
Un anno dopo, le circostanze della vita fanno incrociare curiosamente i protagonisti di quel caso. Lo scambio tra Bologna e Parma va in scena ma a parti invertite.
Al Comunale Nouveau, la struttura temporanea da 989 posti allestita negli spazi della Fiera bolognese e che per tre anni ospiterà le stagioni liriche del Comunale mentre la sala del Bibiena è sottoposta a importanti lavori di ristrutturazione, la scorsa settimana è andata in scena l’opera I vespri siciliani.
Non essendo sufficiente il numero degli artisti del coro bolognese, per il titolo verdiano sono stati invitati come aggiunti dodici coristi del Teatro Regio, la cui partecipazione era segnalata anche (e non è un’usanza consueta) nel programma di sala.
Un riconoscimento importante per il nostro coro e per il suo maestro Martino Faggiani. E non sarà un fatto isolato perché i progetti di collaborazione non si fermano qui.
Per la cronaca, questa edizione bolognese dei Vespri verdiani si è caratterizzata per una forte impronta femminile: quella della regista Emma Dante, che ha firmato uno spettacolo emozionante e di grande eleganza; e quella della direttrice musicale del Teatro, Oksana Lyniv, per la sua lettura morbida e cameristica. Impronta femminile confermata anche nel cast (chi scrive ha sentito una recita con la seconda compagnia), dominato dal soprano Sara Cortolezzis.
L’incrocio di cui si diceva si è completato con il ritorno parmigiano di Roberto Abbado per la stagione concertistica della Filarmonica Toscanini, quasi a voler cancellare definitivamente le voci di un anno fa. In un affollatissimo Paganini, Abbado ha guidato la nostra orchestra in una trascinante esecuzione dei Quadri di un’esposizione di Musorgskij, confermandosi quel grande direttore che è: speriamo di avere presto altre occasioni per ascoltarlo a Parma.
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