Sarà l'età avanzata, la nostra, saranno le stagioni che non sono più quelle di una volta, la difficoltà di stare al passo con i tempi sempre più brutti, ma non riusciamo a capire come questa complicatissima vicenda, più complicata in apparenza, possa risolversi. Entrano in campo come facilitatori personaggi che credevamo da tempo fuori gioco, il più longevo di tutti Gianni Letta, tirato in ballo - stando alle cronache - dallo stesso Fuortes che lo avrebbe chiamato domandandogli una mano per contrastare le mire di Meloni, e nello stesso tempo, per dare un po' di spazio al partito del purtroppo malconcio Berlusconi.
La storia è questa.
Meloni vuole avere anche la Rai; Salvini e Berlusconi, suoi alleati al governo, non sono dello stesso parere, per lo strapotere della premier a loro danno, anche senza tirare in ballo il fatto che mette spesso in campo 'personaggetti' che ogni volta che aprono bocca, anche per un semplice consiglio o suggerimento, si capisce che avrebbero fatto meglio a tacere - gli esempi di Lollobrigida e La Russa di questi ultimi giorni sono davvero tragici. E forse anche perchè avrebbero in tasca pronti i nomi dei loro pupilli, 'prova provata' che 'il peggio non è mai morto'.
Dunque, tornando alla Rai , Fuortes, deve andar via , secondo la premier, perchè Lei c'ha già due nomi per il vertice della tv pubblica, con i quali si sente più tranquilla e sicura. La durata dei contratti di Fuortes come di altri mandarini entrati forzatamente nel giro di poltrone, a Meloni importa zero.
Solo che Fuortes, che non è fesso, altrimenti non sarebbe rimasto a galla per tanto tempo, anche con il mutare del vento della politica, non se ne va se Giorgia non gli assicura un porto di approdo, all'altezza del suo nome, onde poter continuare a cantare: ' e dolce è il naufragar in questo mare' ( di m...).
E già ricorre qui il primo rebus. Oggi o fra qualche mese, o alla scadenza naturale del suo mandato in Rai, chi l'ha detto che deve essere trovato per lui un posto degno del suo nome? Gubitosi e qualcun altro come lui, andò via dalla Rai e si rimise in gioco, il mercato decide dove impegnarlo nuovamente.
Lo stesso discorso si può fare naturalmente anche per la Maggioni che la Meloni vuole via dal TG1. Occorre trovarle prima un impegno degno del suo nome. Cioè? La Maggioni non è stata già miracolata troppe volte, per pretendere ancora un ulteriore miracolo?
Primo dallo stesso Gubitosi - ahimè anche lui ha fatto qualche tragico errore - che la mise a capo di una struttura informativa grande quanto un battaglione, dalla quale il suo nome emerse solo per una intervista a quell'assassino di Assad, il siriano. Secondo miracolo con la presidenza Rai, terminata la quale, ebbe la nomina a Rai. Com. Per il solito principio che una volta che sei stata miracolata devi esserlo sempre ed ogni volta che c'è qualche valzer di poltrone. E poi di nuovo altro miracolo: direttrice del TG 1. Adesso lei va via se le si assicura prima una trasmissione di una certa evidenza e frequenza.
In questo come in altri giri di valzer, c'è sempre la mano di qualcuno che conta, nonostante gli anni ed i capelli con evidente riporto, ma che quindi continua a mettere bocca.
I casi sono innumerevoli. Vogliamo dire anche di Rai Cultura con Silvia Calandrelli al comando, messa lì da Gubitosi, ma sponsorizzata dalla compagnia di giro di Veltroni, di cui è fedelissima e lì imbullonata? Lei non verrà interessata da questo nuovo vorticoso giro di poltrone che la Meloni vorrebbe attivare. E sapete perchè? Si legge: perchè è gradita al Colle (si intende: il luogo per chi ci abita: Mattarella). Cosa c'entra Mattarella con la nomina di un dirigente Rai? Il discorso tocca anche a coloro che godono della stima e dell'appoggio del Vaticano, e sono tanti, lo si dice e scrive impunemente.
Lissner - torniamo a bomba - cerca ora di gettare acqua sul fuoco: 'non ho minacciato nessuno, come certi giornali hanno imprudentemente scritto', ha detto, 'io lavoro fino ad aprile del 2025, al San Carlo tenendo alto il suo nome'. E se non ci credete ecco la prossima stagione con tutte le star che conoscete.
Fa bene Lissner a sventare i giochetti di chi prima con la storia dello lo straniero' (sostenuta da Sgarbi e Sangiulinao, per interposta persona, perchè la suggeritrice era Giorgia); poi con il 'San Carlo che deve tornare ai suoi antichi splendori'; e, ancora, con la faccenda dell'età e infine - ma questa è la prima ragione del chiasso di queste settimane, - con la Meloni che si sente 'er mejo fico ( si usa solo al maschile trattandosi del saporitissimo frutto) der bigonzo' che vuole per sè tutto e subito, e per questa stessa ragione nicchia sull'approvazione del MES, a differenza di TUTTI gli altri paesi dell'Unione che l'hanno già fatto.
E fa bene (?) anche Fuortes, che non è fesso, ad alzare la posta per uscire dalla Rai?
Certo che, per Lui, mettere piede in uno dei tre Teatri ( Milano, Firenze e Napoli) nei quali con le polemiche di questi mesi s'è fatto quasi tutti nemici, sarà dura. E comunque delle tre opzioni, due sono ormai tramontate; resterebbe in piedi forse solo Firenze, una volta terminato il commissariamento. Sempre che tale termine coincida con la procrastinata, ma non all'infinito, sua uscita dalla Rai. Magari alla scadenza del suo mandato, a metà 2024.
Tanto, pur di restare lì, Fuortes, sia con le nomine interne che dovrà fare, che attraverso la politica aziendale cercherà di assecondare i desiderata della Meloni, la quale otterrà anche il risultato di decidere ancora una volta tutto, alla faccia di Salvini e Berlusconi. I quali pure, con Fuortes in Rai, avranno ottenuto il risultato agognato: non consentire alla 'capa' della coalizione di fare l'asso piglia tutto'.
E vissero tutti felici e scontenti, ancora per qualche mese o forse un anno. Mentre Giorgia - come dice - ha davanti a sé almeno altri quattro anni.
P.S.
In questa lotta 'di potere' si è inserito il governatore De Luca, il quale anche sul San Carlo conduce una sua solitaria battaglia, da inconsapevole fiancheggiatore della Meloni, e per non darla vinta alla segretaria del suo partito che lo vorrebbe detronizzare. Che ha fatto De Luca? Ha tagliato i fondi della Regione al Teatro San Carlo, mentre foraggia quello della sua corte salernitana, senza motivo e merito, e qualche festival dove lui sa di poter intervenire nominando e licenziando, come in questi anni, pittorescamente, ha mostrato di fare. Senza contare la sua estate 'da re' a Caserta, nella reggia, che però si è pagata con soldi pubblici.
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